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[RUGBYLIST] Intervista a Bortolami sulla Gazza
LUCA Giarratana
lucagiarratana a gmail.com
Gio 13 Nov 2008 15:34:04 CET
"...in alcune circostanze le chiamate della touche sono state fatte in punti
troppo marcati."
Cosa significa?
Grazie.
Ciao.
Luca
Il giorno 13 novembre 2008 14.58, qso a libero.it <qso a libero.it> ha scritto:
> Ciao a tutti,
>
> tanto per cambiare discorso sui fischi - che non se ne può più -
> riporto l'intervista fatta dal mitico Pastonesi per la Gazza a Bortolami.
> Interessante la parte riguardante ... i fischi! Ma soprattutto le due
> risposte
> alle due domande finali
>
>
> Questo il link:
> http://www.gazzetta.
> it/Sport_Vari/Rugby/Primo_Piano/2008/11/11/bortolami.shtml
>
> TORINO, 11 novembre
> 2008 - È il nostro passaporto per il mondo. È il nostro apriti-Sesamo al
> rugby
> internazionale. Marco Bortolami, 28 anni, seconda linea, non solo è stato
> capitano dell'Italia, ma anche del Narbonne in Francia e del Gloucester in
> Inghilterra. Un punto di riferimento, un esempio, un trascinatore. Sabato,
> contro l'Argentina, giocherà la sua partita numero 69 in Nazionale.
> -
> Bortolami, che Italia è?
> "Un bel gruppo, che sta migliorando, che può
> migliorare ancora. Nato nei Sei Nazioni 2008, cresciuto nella tournee di
> giugno, ritrovato adesso per questi tre test-match, e che si sta preparando
> al
> Sei Nazioni 2009".
> - Contro l'Australia la nostra mischia ha sofferto. Perché?
>
> "Perché davanti avevamo l'Australia. Perché non siamo entrati in campo
> convintissimi. Perché loro erano più organizzati".
> - Problemi in touche?
> "Di
> tre tipi. Il primo: l'arbitro non ci ha tutelato: alle nostre finte, i loro
> saltatori finivano addosso ai nostri e restavano impuniti. Il secondo: un
> paio
> di nostri lanci sono stati imprecisi. Il terzo: in alcune circostanze le
> chiamate della touche sono state fatte in punti troppo marcati".
> - Però?
> "Siamo
> convinti che contro l'Australia non abbiamo disputato la partita della
> vita,
> eppure potevamo batterla. Significa che possiamo giocarcela contro
> chiunque".
> -
> Pumas compresi?
> "Sì. Forti, ma non invincibili. Dobbiamo provare a giocare di
> più. Il loro pacchetto di mischia è organizzatissimo, noi dobbiamo spostare
> il
> pallone. Abbiamo il dovere di provare a vincere".
> - A 24 anni è diventato un
> emigrante del rugby.
> "John Kirwan, allora c.t. della nostra Nazionale, mi aveva
> messo in testa che, per migliorare, sarebbe stato meglio che andassi a
> giocare
> all'estero. Questo mi ha aiutato come atleta, e anche come uomo. È stata
> una
> scelta decisiva nella mia vita".
> - In Francia.
> "Ambiente competitivo. Là il
> rugby è simile al nostro, ma il livello molto più alto. La differenza sta
> nella
> velocità, nel ritmo".
> - Poi in Inghilterra.
> "Alla quale mi sento più vicino per
> mentalità. Gli inglesi interpretano il rugby come una disciplina. E' un
> mondo
> professionale, serio, rigoroso, sottoposto a forti pressioni mediatiche. E'
> anche un mondo più freddo: finito l'allenamento, ognuno a casa sua".
> - Lei ha
> provato a riscaldarlo?
> "Sì, e forse proprio per questo hanno voluto nominarmi
> capitano del Gloucester: perché ho sempre dato importanza ai rapporti umani
> almeno come a quelli tecnici".
> - Adesso?
> "Non sono più il capitano, né del
> Gloucester (Tindall, ndr) né dell'Italia (Parisse, ndr). Meno
> responsabilità,
> più divertimento".
> - Con Mallett?
> "Una nuova pagina della mia vita, un nuovo
> capitolo nella storia della Nazionale. Abbiamo un rapporto fantastico. Fin
> dall'
> inizio l'ha improntato sull'onestà e la chiarezza, qualità che per me sono
> irrinunciabili. Nick è uno che guarda sempre negli occhi. Il ruolo di
> capitano
> è importante, ma fino a un certo punto. Io sono uno che, a se stesso,
> chiede
> già tantissimo".
> - A che punto della carriera ritiene di essere?
> "Ho sempre
> cercato di migliorarmi. Seconda linea è un ruolo fisico e tecnico, ma
> richiede
> anche tanta esperienza. Il mio contratto con il Gloucester scadrà alla fine
> del
> 2009-2010. Ma la mia vita sta già cambiando: in gennaio diventerò padre,
> per la
> prima volta. Sento che la gerarchia dei valori della mia vita si modifica.
> Sarà
> una bimba, si chiamerà Emma e nascerà in Italia".
> - In Italia il rugby sta
> diventando popolare.
> "Vero, ma adesso si dovrebbe fare un salto di qualità. Il
> giorno in cui ci chiameranno in tv per parlare di rugby e non di moda o di
> cucina o di calcio, sarà un successo".
> - Intanto, a Torino, il rugby ha
> sconfitto il calcio.
> "Una partita della serie A anticipata per fare posto a
> noi: incredibile".
> - Però c'è un pericolo: che il rugby acquisisca certe
> cattive abitudini del calcio.
> "Il rugby ha valori troppo forti per essere
> dimenticati o cancellati. A Padova il pubblico fischiava mentre gli
> australiani
> piazzavano, e questo non è bello. In Inghilterra c'è un silenzio tombale,
> anche
> se a Twickenham qualche fischio si sente. Ma qualche fischio è
> fisiologico".
> -
> Del rugby che cosa affascina di più?
> "La contrapposizione tra fisicità,
> agonismo, forza e lucidità, fair play, autodisciplina. Far convivere queste
> due
> anime non è scontato. Ma la gente, che forse non riesce a cogliere le
> sfumature
> del regolamento, questo lo capisce, e lo apprezza moltissimo".
> - Quanto è
> rimasto, nel rugby, di certe tradizioni?
> "Tutto. Dal corridoio al terzo tempo,
> dal senso di appartenenza a questo sport fino a un codice di leggi o
> comportamenti non scritto".
> - Sarà così anche contro i Pumas?
> "Ci si può
> giurare. Per noi è quasi un derby. Sul campo sarà una guerra, piena di
> tensioni
> ed emozioni, poi ci stringeremo la mano, ci faremo i complimenti, ci
> berremo
> una birra. In amicizia".
> - Come andrà?
> "Non lo so. So che ci divertiremo. E so
> che, alla fine della partita, come sempre mi accade, mi rimarrà una specie
> di
> vuoto in pancia. Fino alla partita successiva".
> - E questo è il bello del
> rugby?
> "Il bello del rugby è che, finita una partita, ce ne sarà sempre un'
> altra".
> dal nostro inviatoMarco Pastonesi
>
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