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[RUGBYLIST] Re: Italia - Australia

Psycho a wupsite.com Psycho a wupsite.com
Dom 9 Nov 2008 19:01:13 CET


Qualcuno sa dirmi come si è fatto male ad una spalla Canale? E' scivolato 
nella doccia mentre facevano l'ennesimo servizio fotografico? 

 

Alex Scrive: 

> Concordo pienamente! Si vuole competere con le nazioni estere e poi al 
> primo afflusso si manda in crisi un città intera senza che nessuno 
> intervenga!
> Non è possibile! Noi siamo arrivati a metà del primo tempo, eravamo in 
> Gradinata Est e avevamo un inferiata in ferro in parte tale da permetterci 
> di vedere metà campo bene e l'altra metà (e neanche tutta) da dei 
> buchetti.. Più bello di così? 
> 
> 
> ----- Original Message ----- From: "Gaetano Palmiotto" 
> <gaetano.palmiotto a fastwebnet.it>
> To: <rugbylist a rugbylist.it>
> Sent: Sunday, November 09, 2008 1:39 PM
> Subject: R: [RUGBYLIST] Italia - Australia 
> 
> 
> Caro franco,
> Perdonami ma l'organizzazione non è filata così liscia....
> Noi e diverse altre società che si sono mosse in pullman, usciti a Padova 
> Ovest alle 12:30, alle 14 eravamo ancora al casello; tutto bloccato, 
> nessun vigile in vista, delirio totale.
> Siamo scesi in autostrada, attraversato tangenziale con tanto di scavalco 
> di guard-rail (avevamo anche un invalido con noi) e attraversamento di 
> campi agricoli per arrivare allo stadio 10 minuti dall'inizio.
> Ciliegina sulla torta in curva sud un solo cancello aperto con lunghissime 
> code....
> All'uscita altro attraversamento di campi e appuntamento col pullman in 
> tangenziale....
> Serve altro? 
> 
> -----Messaggio originale-----
> Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] 
> Per conto di allrugby
> Inviato: domenica 9 novembre 2008 11.13
> A: rugbylist a rugbylist.it
> Oggetto: [RUGBYLIST] Italia - Australia 
> 
> 
> Ecco quanto riportato oggi dalla Tribuna di Treviso sulla partita di ieri 
> all'Euganeo. Prima, però vorrei fare un paio d'esternazioni:
> 1) all'Euganeo c'erano quasi 35000 persone e (problemi d'uscita a parte, 
> anche dopo un'ora dalla fine della partita) quasi tutto è filato liscio. A 
> Roma, per il VI Nazioni, c'è uno stadio che a malapena ospita 25000 
> spettatori. A parte le ovvie considerazioni economiche (10000 persone in 
> meno per una media di 35 . a partita!) e di "visibilità diretta", qualcosa 
> non quadra ...
> 2) Mortlock, come leggerete qui sotto, dice di "aver visto solo una meta 
> splendida", (quella irregolare) senza nessun accenno al proprio fallo che 
> l'ha, di fatto, consacrata: mi piacerebbe aver davanti il sig. Sterling 
> Mortlock e di chiedergli quanta marmellata ha rubato da piccino, facendola 
> franca, visto l'elevata onestà professionale evidenziata da adulto. Ma, 
> ora eccovi gli articoli (per il Gazzettino ci "vediamo" nel pomeriggio). 
> Ciao. Franco (TV) 
> 
> Dopo mezz'ora di gioco Mirco Bergamasco va in meta. Lo stadio Euganeo 
> diventa un solo altissimo urlo di gioia: l'Italia è viva 
> 
> AUSTRALIA SPAVENTATA Azzurri vicini all'impresa Li ferma un errore 
> arbitrale 
> 
> PADOVA. L'Italia ha provato a strappare il copione, l'Australia l'ha 
> aiutata sprecando a rotta di collo tutte le linee di vantaggio guadagnate 
> nel primo tempo e in parte nella ripresa e raccogliendo pochissimo (fra la 
> prima meta di Turner e quella di Cooper è passata
> un'ora) e con Giteau (entrato dalla panchina) incapace per una volta di 
> far decollare la linea arretrata.  L'Italia - pur in un avvio stentato: 8 
> punti beccati in 8 minuti - ha capitalizzato con poche sortite in avanti, 
> galleggiando nel risultato grazie al piede di Marcato (la scommessa vinta, 
> a dispetto di quella persa con Masi apertura nel 6 Nazioni) affondando il 
> colpo con Mirco Bergamasco, soffrendo però troppo in mischia al netto 
> degli errori arbitrali.  Una difesa "monstre" (va detto: specie di un 
> scintillante Mauro Bergamasco chirurgico nelle fughe degli avversari 
> altrimenti destinate ad ingrossare lo score); Masi estremo ritrovato e 
> uomo del match più per aver svegliato l'inerzia del gioco con un pazzo 
> contropiede: iniziato cavalcando sulla fascia e finito calciando lungo in 
> meta per Robertson (con aree regolari l'ala del Viadana sarebbe arrivata a 
> schiacciare l'ovale); Marcato che ha scambiato maglia e ruolo con Masi, ha 
> dimostrato cervello in regia, precisione nei calci e in crescita nel 
> gioco: fortunato quando Giteau gli fa sbattere l'ovale addosso con un 
> "grabber" che per poco ci porta dritti in meta, brillante alla mano 
> nell'azione della meta del vantaggio. Ci ha pensato l'arbitro Lawrence a 
> dare una svolta al match in singoli episodi e nell'intepretazione delle 
> fasi statiche. Qualche errore azzurro, il citato arbitraggio penalizzante, 
> un piazzato di Orquera (sin lì perfetto) per il possibile decisivo 23-20 
> uscito di un capello nel clou del finale - quando da minuti gli 
> Australiani stavano piantando le tende in difesa e con qualche dubbio in 
> testa - ha impedito agli azzurri di uscire ieri dal campo almeno con un 
> pari (14-14 prima, 20-20 per un quarto d'ora poi). E non dimenticando il 
> citato vantaggio al 31' del primo tempo grazie alla meta numero 16 di 
> Mirco Bergamasco (raggiunge così l'indimenticato Ivan Francescato) in 
> un'azione da sogno per il "timing" di Marcato perfetto nel passare a Masi 
> (il centro Tahu è andato a farfalle), e per la capacità dell'estremo 
> azzurro di assorbire due avversari e liberare l'ala padovana per un breve 
> scatto debordante in meta. Sia chiaro, si è perso, anche se la seconda 
> meta oroverde grida vendetta.  L'Euganeo stipato come s'è visto solo ai 
> concerti di Vasco Rossi, ha spinto gli azzurri di Mallett in un sogno 
> iniziato con l'inno cantato dai trentamila a sovrastare la banda di 
> Selvazzano, sino al più calcistico "tutto lo stadio" gridato al 70', un 
> paio di minuti prima che Quade Cooper non spegnesse la magia.  L'Italia di 
> Mallett si ferma a meno 10, come quella di Berbizier si fermò a meno 7. Ma 
> se nel 2006 al Flaminio c'era un gruppo di wallabies ormai alla fine di un 
> ciclo e azzurri non ancora convinti di poter graffiare gli allora 
> vice-campioni del mondo, stavolta l'occasione persa è grossa.  Pur con 
> otto cambi, la formazione di Robbie Deans ha il crisma di chi sta salendo 
> ogni gerarchia e si candida a dominare la scena nei prossimi anni. Perdere 
> così, nonostante le inaspettate difficoltà della nostra mischia, è un vero 
> rammarico. Anche se il futuro appare ora migliore, la strada imboccata 
> pare quella giusta.  Tutta la sceneggiatura della partita gira attorno a 
> due parole: "pose" e "velo". L'ultima è quella che ha permesso al 
> debuttante Cooper di trovarsi una strada spianata davanti, quando - sul 
> 20-20 a 8' dal termine - capitan Mortlock ha sbattuto la porta in faccia a 
> Parisse, permettendogli di segnare in mezzo pali.  L'arbitro Lawrence ha 
> chiesto scusa: "Non ho visto" ha detto agli azzurri. Intanto la frittata 
> era fatta. L'altra parola è quella che l'arbitro dice prima di "engage" e 
> dà il via alla contesa fra le prime linee in mischia chiusa. Lawrence - si 
> sapeva - quasi se la "mastica" e quindi bisognava metterci una pezza. Come 
> pianificato da Robbie Deans. Si gioca anche con l'arbitro, nel bene e nel 
> male. Ciò non toglie che il pack "aussie" abbia sempre anticipato 
> Perugini, Ghiraldini e Nieto.  Nella ripresa Deans è corso ai ripari, il 
> calore della Padova rugbistica stava aiutando a portare in porto la prima 
> volta azzurra contro il mito. Argentina e Pacific Islanders sono avvisate, 
> l'Australia non ci affronterà più coi rincalzi.
> ----------------------------------------------------- 
> 
> IL DOPOGARA / AUSTRALIA 
> 
> Deans: «Ho avuto paura di tornarmene a casa» 
> 
> QUADE COOPER Ho visto lo spazio e mi sono buttato fino alla meta Intanto 
> sentivo salire l'adrenalina 
> 
> SIMONE VARROTO 
> 
> PADOVA. «Sì, per un istante ho temuto che sarei andato a casa». Sorride in 
> sala stampa Robbie Deans, primo tecnico neozelandese a guidare gli 
> Wallabies, parlando del pericolo scampato. Padova poteva davvero rivelarsi 
> la trappola del tour 2008 dell'Australia, con l'Italia che ha sprecato due 
> occasioni per il sorpasso a 5 dalla fine. E anche il pari non sarebbe 
> stato lusinghiero per gli Wallabies.  «Abbiamo reagito nel momento 
> decisivo - continua Deans - contrattaccando senza disunirci. Non scopro 
> certo io le qualità degli Azzurri, già messe in mostra al Sei Nazioni». La 
> firma sul test match dell'Euganeo l'ha messa il ventenne Quade Cooper, al 
> debutto, che con il suo tecnico condivide i natali nella terra dei maori. 
> Un talento dal sicuro avvenire. «E' stato meraviglioso, mi sento un 
> privilegiato per essere entrato in campo a fianco di compagni di squadra 
> eccezionali e aver dato il mio contributo per la vittoria - dichiara - 
> Com'è nata la meta? Ho visto lo spazio e ho deciso d'istinto di buttarmi 
> nel buco, sentendo l'adrenalina salire ad ogni passo e pestando più forte 
> che potevo mentre la linea si avvicinava». Anche il capitano si leva il 
> cappello di fronte alla prodezza di Cooper. «Ha fatto una meta fantastica, 
> con tre cambi di passo a grande velocità» dichiara Stirling Mortlock che 
> non ha voluto commentare circa le lamentele degli italiani per una 
> trattenuta su Parisse. «Ho visto solo una meta splendida», ha ribadito. A 
> rendere tutto il merito agli Azzurri è Phil Waugh, guerriero del 
> combattimento in mischia. «Sapevamo che il loro punto forte era lì davanti 
> e il lavoro fatto in queste settimane per contrastarli nelle mischie, in 
> touche e nei raggruppamenti ha pagato». «Siamo fiduciosi per il resto del 
> tour - ha concluso Deans - siamo un gruppo di 33 giocatori: ci sono degli 
> infortuni, a Barnes e a Tahu, sui quali decideremo lunedì; altri giocatori 
> rientrano da periodi in cui hanno giocato poco».
> ----------------------------------------------------------- 
> 
> IL DOPOGARA / ITALIA 
> 
> Mallett pensa in positivo «Contento della difesa» 
> 
> BORTOLAMI Per settanta minuti siamo stati alla pari Che soddisfazione 
> giocare davanti a così tanta gente 
> 
> PADOVA. Pare una caduta di stile parlar male dell'arbitro, ma per quanti 
> sforzi abbiano fatto Mallett e Parisse - ct e capitano - sempre lì si 
> cadeva: un "blocco" di Mortlock sul capitano azzurro per impedirgli di 
> stendere Cooper, libero così di segnare e spegnere i trentamila 
> dell'Euganeo. Ed è solo l'episodio letale. Poi c'è un'intera partita 
> passata a non fischiare gli anticipi che il pack australiano si concedeva 
> in mischia, e gli "sbordi" continui nel corridoio della touche da parte 
> dei saltatori ospiti costati subito una rissa fra Bortolami e il collega 
> McMeniman, e fra i due tallonatori Ghiraldini e Moore.  Mallett è di una 
> diplomazia unica: «Spero in un miglior video arbitraggio in alcune 
> situazioni in futuro». «Non mi piace parlar male dell'arbitro - ha 
> aggiunto Parisse, fresco di rinnovo di contratto con lo Stade Français che 
> ha dovuto aumentargli l'ingaggio per non perderlo - ma il blocco è stato 
> evidente per me. Certo voglio proprio rivederlo al video. È stata una 
> buona partita fra due buone squadre».  Mallett torna sulla mediana per 
> elogiare Marcato (che ha conquistato un Dondi raggiante «Finalmente 
> abbiamo un'apertura»): «Andrea - ha detto il ct - si trova in un buon 
> momento e per essere la prima volta che gioca con Canavosio, sono 
> contento. Anche Luciano Orquera quando è entrato ha fatto il suo».  Però 
> abbiamo visto una mischia in sofferenza e per contro l'entrata di Giteau 
> non ha fatto decollare i tre-quarti australiani, se l'aspettava? «Le 
> mischie chiuse non hanno funzionato a dovere, certo. L'Australia è 
> cresciuta tanto, l'abbiamo vista nel Tri Nations. Sapevamo come avrebbero 
> giocato. Giteau non ha cambiato il nostro atteggiamento in difesa rispetto 
> a Barnes. Sono veramente contento di come è andata la difesa».  Andrea 
> Marcato, assieme a Masi e ai Bergamasco è fra i più gettonati. Sa di aver 
> centrato la prestazione e di essersi fatto notare pure nei placcaggi, 
> nonostante il match sia finito su quel colpo ricevuto all'anca 
> scontrandosi in volo con Barnes. Ancora un drop per lui, dopo quello 
> vincente contro la Scozia, ma mister ghiaccio confessa: «Il drop è l'unico 
> gesto che non programmo, vado d'istinto. Forse quello con la Scozia era 
> suggerito dalla posizione, ma oggi ho deciso lì per lì».  Chiediamo lumi a 
> Bortolami su rissa e dintorni: «Un arbitro decisamente non all'altezza. In 
> mischia lasciava anticipare, in touche avevamo i saltatori sempre nel 
> corridoio. Ci ha veramente penalizzati. Comunque siamo stati 70 minuti 
> alla pari. La mia partita? Sono soddisfatto, soprattutto davanti a così 
> tanta gente». (f.z.)
> ----------------------------------------------------------- 
> 
> LA PARTITA DEI TRENTAMILA 
> 
> L'inno nazionale cantato dallo stadio E anche il sindaco urla «Italia 
> Italia» 
> 
> PADOVA. Un Euganeo così non si era mai visto. Per numero di spettatori, 
> clima di festa dentro e fuori lo stadio, mescolanza di colori e accenti, 
> sintonia nel cantare l'Inno e nello spingere gli Azzurri verso l'impresa. 
> Uno spettacolo magnifico, un mare blu chiazzato di giallo, che ha 
> incantato i quasi 32mila presenti e che certo non sarà sfuggito al 
> presidente della Federazione rugby Giancarlo Dondi. La febbre da rugby - 
> padovana, veneta, italiana - ha contagiato Padova a tal punto che a metà 
> secondo tempo, dopo il pareggio dell'Italia sul 20-20, l'Euganeo intero ha 
> intonato il classico «Tutto lo stadio».  Rugbisti osservanti e «profani 
> calciofili» hanno unito le forze, stuzzicati dal profumo di una vittoria 
> impronosticabile e dalla splendida atmosfera di condivisione, senza 
> barriere né tornelli. E ci sta anche l'abbraccio a quelli in maglia 
> gialla, e perfino dopo la meta di Cooper. Scene di ordinaria sportività. 
> Per non parlare del dopo partita (al village allestito per il terzo tempo) 
> in cui sono stati venduti 4.500 litri di birra; e le tante persone con cui 
> fare baldoria. Alcuni burloni hanno spinto questo gemellaggio 
> internazionale fino alla riproposizione di passaggi, rimesse laterali e 
> carrettini di qua e di là del bancone delle birre. La grande giornata del 
> rugby si è aperta con le partite dei piccoli under 11 di Petrarca, Cus, 
> Vasugana e Roccia Rubano, che hanno mostrato ai primi spettatori l'abc del 
> rugby: corsa, astuzia, gioco di squadra, rispetto delle regole. Man mano 
> che lo stadio si riempiva, sono saliti al cielo gli echi dei tamburi degli 
> sbandieratori di Monselice che hanno dato vita a un corteo in abiti 
> medievali mentre le due squadre si ricaldavano tra gli applausi, con 
> picchi di entusiasmo per i cinque padovani. E poi gli inni da brividi. 
> Quando la banda civica di Selvazzano ha intonato l'«Inno di Mameli», 
> 30mila persone hanno cantato all'unisono. Un coro potente e ben scandito, 
> che è ritornato varie volte a farsi sentire durante il match. 
> Impressionante l'effetto sonoro alla meta di Mirco Bergamasco. Poi tanti 
> «Italia Italia», scanditi anche dal sindaco Flavio Zanonato in tribuna 
> d'onore. A fine partita è un tripudio per gli Azzurri circondati da 
> ragazzini e reccattapalle. (s.var.) 
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