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[RUGBYLIST] notizie della domenica
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Dom 16 Mar 2008 14:47:05 CET
Riporto dal Gazzettino di oggi.
Ciao.
Franco (TV)
IL RETROSCENA
Diletta, la fidanzata del match-winner: «Ora gli chiedo l'anello...»
Roma
NOSTRO INVIATO
(im) Diletta l'aveva profetizzato. Andando a Dublino per il debutto
del suo Andrea, nel primo match del Sei Nazioni, sognava ad occhi
aperti e a voce alta con i compagni di viaggio: "Magari Andrea entra
dalla panchina e segna il drop decisivo, all'ultimo minuto. Sai che
bello. Se succede, gli chiedo l'anello!".
Diletta, 23 anni, è la fidanzata di Andrea Marcato. L'eroe del giorno.
Il Jonny Wilkinson azzurro che, fedele al carattere da ragazzo con i
piedi per terra, ammette: "Per paragonarsi a Wilkinson serve ben
altro".
Lei non ha doti divinatorie. La spinge solo la forza dell'entusiasmo e
dell'amore, ma quel vaticinio l'ha fatto davvero. Un po' per scherzo,
un po' per scaramanzia, un po' forse credendoci. Alla fine si è
avverato. Il suo Andrea ha "matato" la Scozia come Jonny il divino ha
fatto nella finale di Coppa del Mondo 2003 con l'Australia. E il primo
pensiero dopo l'impresa è andato proprio a lei. Marcato in campo si è
girato verso la tribuna, indicando con la mano un punto(nella foto).
"Dove c'erano Diletta e le mie sorelle" conferma l'apertura padovana
del Benetton. Il gesto l'ha ripetuto a fine partita. In modo naturale,
come quel calcio nel momento decisivo. "Eravamo là davanti - racconta
- Mancava poco alla fine. Era l'unica cosa da fare. Era giusto
provarci. Ho urlato a Travagli di darmi la palla. Non so se ha
sentito. In campo era difficile comunicare. Quando mi è arrivata ho
calciato, ho visto che passava e sono corso verso la tribuna". Verso
Diletta. Verso quella previsione mai così azzeccata. Verso una
richiesta da piazzare ora in mezzo ai pali come quel drop.
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LE ALTRE GARE Inglesi a raffica sull'Irlanda mentre a Cardiff Francia ko
Grande Slam del Galles
Partita a senso unico tra Inghilterra ed Irlanda ieri a Twickenham.
Dopo una partenza fulminante degli ospiti (0-10 dopo soli undici
minuti con meta di Kearney e piazzato di O'Gara), i padroni di casa
sono andati progressivamente prendendo la supremazia contro un'Irlanda
che ha continuato ad evidenziare le palesi pecche già messe in mostra
dal Mondiale francese in poi. A questo si aggiunga una netta superiore
mobilità degli avanti inglesi che hanno macinato una grande quantità
di palloni per i propri trequarti ben orchestrati da Danny Cipriani, 7
su 7 per lui dalla piazzola. Le mete di Tait e Noon nella ripresa
hanno chiuso il conto per il 33-10 finale che ora pone serissimi
interrogativi sulla permanenza di O'Sullivan alla guida del Xv del
Trifoglio.Al Millennium di Cardiff il Galles del nuovo "corso Gatland"
non ha fallito la ghiotta occasione di realizzare il Grande Slam. Al
termine di una partita condotta tatticamente in maniera perfetta i Red
Dragons hanno superato la Francia per 29-12 (pt 9-6) grazie ai
piazzati di Hook e Stephen Jones nonché a due mete nell'ultimo quarto
di gioco realizzate dai due Williams. Una difesa gallese impenetrabile
ha frustrato l'atteso gioco volitivo dei Bleus a cui è stata imposta
una superiore fisicità sia nei punti di incontro che nel recupero
dell'ovale in campo aperto.Al rientro dall'intervallo la Francia con
la punizione di Yachvili ha riportato in parità le sorti del match
(9-9 al 60') ma negli ultimi venti minuti la maggiore freschezza del
Galles si è rivelata decisiva. Un'errata trasmissione dell'ovale tra
l'apertura Skrèla ed il centro Jauzion ha permesso al folletto Shane
Williams di sprintare per la prima meta casalinga mentre a tre minuti
dal termine, in seguito ad una ruck dentro ai ventidue metri ospiti,
il flanker Marty Williams ha raccolto l'ovale volando intoccato dentro
all'area di meta per il definitivo 29-12, punteggio che punisce
comunque oltre misura un Xv transalpino apparso all'altezza del
probante appuntamento.
Giampaolo Tassinari
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Lo striscione copyright Paolini: "Chi ga vinto?"
Roma
NOSTRO INVIATO
ITALIA DEL '73 -Prima del match passerella e consegna delle medaglie
agli azzurri della tournée 1973 in Sudafrica, quello che ci ha aperto
le porte del mondo. Unici assenti Cossara e Puppo. Grande commozione,
ha organizzato Ambrogio Bona.
PARACADUTISTI- Sul terreno sono piovuti dal cielo i paracadutisti
della Folgore tra gli applausi. Poi hanno ascoltato gli inni
sull'attenti: "Fratelli d'Italia" della banda dell'Esercito, "Flowers
of Scotland" con le cornamuse della banda di Roma.
CHI GA VINTO? - Fra gli striscioni in tribuna campeggiava "Chi ga
vinto?", segno che lo spettacolo di Marco Paolini su la7 ha fatto
centro. Due new entry su Martin Castrogiovanni, giocatore azzurro del
torneo insieme a Parisse. Un ispirato "Castro man of the meta" (in
omaggio alle sue 3 marcature) e un minaccioso "Vincete o vi Castro".
Puntualmente rispettato dai giocatori italiani.
TIFOSI - Migliaia di persone al Peroni village dopo il match,
maxischermo per vedere la partita a Milano, tribune aggiuntive piene.
Il Sei Nazioni del pubblico è stato vinto.
FILASTROCCA - Giunta via sms in tribuna stampa da un tifoso: "Con Masi
apertura la vita è dura, con Marcato estremo me sento più sereno, con
Picone così non se s-ciodemo da lì". Alla fine però vedendo le lacrime
di Mallett tv: "Piango anch'io...".
CIFRE - Del Fava re dei placcatori del match (13), seguito da
Bortolami e Strokosch (10). Parisse re delle corse palla in mano (10).
Di Parks il maggior numero di errori (7).
I.M.
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RUGBY Per i ragazzi di Mallett scongiurata l'onta della quinta
sconfitta: evitato il "cucchiaio di legno", ma chiudono ultimi in
classifica
L'Italia ringrazia Marcato, l'onore è salvo
Sei Nazioni col brivido: gli azzurri battono la Scozia grazie a un
drop dell'apertura padovana all'ultimo minuto
(Segue dalla prima pagina)
A questo punto passa in secondo piano il fatto che l'Italia sia finita
ultima nel torneo per differenza punti. Ieri doveva vincere e l'ha
fatto. Pur fra mille patemi e non disputano la miglior partita. L'ha
aiutata anche l'arbitro che ha fatto infuriare in tribuna il citì
scozzese Hadden, c'è un sospetto di avanti nel passaggio vincente di
Parisse a Canale, ma questo non conta. Fa parte del bilancio
dare-avere sempre in pareggio nello sport. «Abbiamo perso altre
partite che meritavamo di vincere, abbiamo vinto questa dove forse
meritavamo meno» chiosa il presidente della Fir Giancarlo Dondi. Che
si porta a casa il terzo Rbs Sei Nazioni consecutivo senza cucchiaio
di legno. Mai successo prima. Un segnale di crescita. Ottenuto con una
squadra priva di big come Troncon e la coperta corta in molti ruoli.
È stata una partita emozionante ed equilibrata. Giocata in un catino
ribollente di tifo («Stavolta 28mila italiani su 30mila al Flaminio»
tiene a sottolineare ancora Dondi). Capace di dare la spinta agli
azzurri nell'ultimo quarto di gioco. Quando hanno capovolto una
situazione pericolosamente congelata dal possesso attorno al pack e
dall'ottimo gioco tattico scozzese. È stato ancora una volta un
intercetto (di Parisse) a tagliare le gambe ai rivali (27' st) e
propiziare il pareggio (17-17). E con l'intercetto sempre di Parisse
su Parks al 3' è iniziato il match. Sembrava la replica del film visto
l'anno scorso a Murrayfield. Invece il capitano azzurro è stato
fermato e nella seguente mischia scozzese rubata da Picone, Masi è
stato bloccato a un metro dalla gloria.
Niente meta-lampo come a Edimburgo, ma Italia padrona. Per 20'
costringe nella metà campo i rivali. La mischia scozzese vacilla e su
crollo in chiusa concede il primo calcio (7'), da 30 metri laterali,
sbagliato da Marcato. Tre minuti dopo, su azione seguente ad altro
intercetto, crolla definitivamente su mischia a 5 regalando agli
azzurri la meta tecnica: 7-0 e Italia per la prima volta in 5 partite
in vantaggio nel torneo. Sembra un match in discesa. Con gli scozzesi
bersagliati dalla sfortuna per il ko a Danielli. Ma al 20' la
situazione si capovolge. La Scozia va in meta appena mette il naso nei
22 con Hogg, finalizzatore di un 2 contro 1 creato dall'uomo del match
Strokosch, dopo che Picone aveva salvato su Henderson un 1 contro 1 a
pochi metri dalla linea.
Gli scozzesi insistono. Trovano il vantaggio al piede per fallo in
raggruppamento presto pareggiato da Marcato. Dominano conquista e
occupazione. Iniziano un proficuo gioco di ruck e ricicli agevolato
«da una carenza di copertura delle guardie ai lati del pacchetto»
ammette Simon Picone. Fino a quando proprio il suo diretto avversario
Blair buca a metà campo dopo una serie di ruck (l'ultima
dell'infaticabile Strokosch, "l'assassino" per i compagni del
Gloucester) e vola in mezzo ai pali. Il tempo si chiude 10-17 con
l'impressione di un'Italia fisicamente sulle gambe.
La ripresa conferma il trend. Marcato sbaglia un altro calcio. Ma il
suo slittamento all'apertura (Masi fuori per colpo allo zigomo),
l'ingresso della prima linea fresca e l'intercetto di Parisse nel
momento di massima pressione scozzese girano il match. Canale, bravo
nel sostegno al capitano e miglior amico, segna la meta del riscatto
personale, cancellando il brutto ricordo delle due gettate al vento
con Galles e Francia. L'Italia torna a galla e, dopo un botta e
risposta fra i pali Marcato-Paterson, s'installa nei 22 rivali. E qui
il novello Wilkinson azzurro s'inventa dai 25-30 metri centrali il
drop della vittoria dopo l'immenso lavoro della mischia. Lo stadio
esplode, il pubblico gode, al citì Nick Mallett scende una lacrima di
commozione e l'Italia spezza il cucchiaio di legno (Mauro Bergamasco
lo farà materialmente fra i tifosi al Peroni village nel terzo tempo).
Miglior finale di torneo non poteva esserci. Appuntamento al 2009, il
Sei Nazioni del decennale.
Ivan Malfatto
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LA FESTA AZZURRA
Mallett in lacrime: «Mai pianto per una vittoria del Sudafrica»
Roma
NOSTRO INVIATO
È uscito dal campo in lacrime e in conferenza stampa ha ammesso: «No,
non avevo mai pianto prima per una vittoria con gli Springboks. Ma
questa con l'Italia è stata davvero emozionante».
Dal 23-20 con la Scozia emerge il ritratto di un Nick Mallett dal
volto umano. Non il super tecnico del Sudafrica capace di dare lezioni
al mondo (record di 17 successi consecutivi). Ma l'allenatore in certi
aspetti più mediterraneo che anglosassone, felice di aver portato al
successo un'outsider come l'Italia. «Abbiamo avuto un po' di fortuna
negli intercetti - commenta già in un buon italiano - ma nelle
precedenti partite avevamo sempre fatto bene, a parte il disastroso 2°
tempo in Galles. Non è importante solo la vittoria con la Scozia, ma
l'atteggiamento complessivo nel torneo nel corso del quale siamo
costantemente migliorati».
Sul calo fisico della squadra il tecnico ammette: «I primi 5 uomini
erano molto stanchi, abbiamo avuto un giorno di recupero in meno
rispetto ai rivali. Ma abbiamo giocato un 2° tempo buono, siamo stati
disciplinati e i 3' di pressione finale che hanno propiziato il drop
di Marcato sono stati fra le cose migliori del match».
Andrea Marcato, appunto. Quale sarà il suo destino, dopo che i suoi
20' all'apertura hanno fatto vincere l'incontro? A caldo il citì non
sembra concedergli chance: «È un buon giocatore, ma pesando 82 chili è
difficile giocare in quel ruolo 5 partite consecutive». Ma quando
passa a parlare di Andrea Masi apre indirettamente uno spiraglio: «Con
la Scozia non ha disputato la miglior partita del torneo. Imparare a
ricoprire questa posizione è difficile, richiede tempo. Dovrà giocare
numero 10 anche nel suo club se vuole a farlo». È da escludere che il
Biarritz glielo consenta. Quindi la palla torna a Marcato. Potrebbe
essere lui l'apertura del futuro. Magari alternato al ruolo di
estremo, se il gap fisico è davvero ritenuto incolmabile. Una
benedizione arriva anche dal presidente della Fir Giancarlo Dondi: «Ha
dimostrato notevole personalità per il grande intuito avuto
nell'azione decisiva del drop».
Capitan Sergio Parisse, che meritava il premio di uomo del match
quanto Strokosch, torna sull'intercetto decisivo e sull'assist
all'amico fraterno Gonzalo Canale per la meta del riscatto: «Ne avevo
già fatto uno nel primo tempo, era andata male. Sono contento che a
segnare sia stato Gonzalo. Per lui le ultime due settimane erano state
molto dure». Tanto che i tifosi gli avevano dedicato in tribuna uno
striscione, prosecuzione di quello in stile Obama-veltroniano visto
contro l'Inghilterra: «Yes, we can! Basta sintonizzare il Canale».
L'Italia c'è riuscita. Grazie anche al pubblico, che Mallett e Parisse
ringraziano all'unisono: «Il suo sostegno è stato determinante nei
momenti delicati. Ed è stato bello sentirlo a noi vicino anche quando
abbiamo perso».
Chiude il "leader maximo" Dondi tirando un bilancio complessivo. «Sono
soddisfatto - afferma - A inizio torneo avevo detto: vinciamo la
partita che riusciamo a vincere, non importa quale. Ci siamo riusciti.
A pare la sconfitta in Galles, determinata da episodi, tutto il resto
non è andato male. Ora puntiamo ad allargare e qualificare la rosa,
per avere anche noi come i rivali 30 giocatori di pari valore a
disposizione nel prossimo Sei Nazioni».
I. M.
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