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[RUGBYLIST] Chi gà vinto?
Enrico Giorgis
egiorgis a hotmail.com
Mar 11 Mar 2008 02:10:19 CET
In genere non intervengo nella list, mi permetto però di considerare, a livello personale, che la cosa più interessante di domenica non è stata la partita bensì il documentario di Paolini che l'ha preceduta e di cui poco si è parlato. Se mi posso permettere un'osservazione ho apprezzato molto, oltre la nota competenza e passione dell'autore, l'approccio etnografico (deformazione professionale) che caratterizza i momenti in cui si pone le domande e prova a cercare le risposte andando "sul campo" in tutti i sensi: il perchè della geografia "a macchie" che caratterizza il rugby italiano (ma anche mondiale, si pensi solo alle molteplici teorie espresse dagli studiosi francesi sulla diffusione nel "midi"), l'estrazione sociale, la struttura del gruppo, la percezione di un mondo (il rugby amatoriale ed il suo "ethos") in pericolo. Temi certo appena sfiorati, vista la brevità del filmato, ma penso che molti "vecchi" giocatori, quale anch'io sono, in certi momenti abbiano provato un po' di nostalgia. E la list stessa, quando esprime la serie di mail "mi manca il rugby..." è la riprova della sensazione che un certo sistema di relazioni sta svanendo, sostituito da un altro. Soprattutto, il confronto tra il breve documentario di Paolini e le parole di Guazzini che arrivavano pochi istanti dopo da Parigi hanno dato l'dea della frattura, destinata ad allargarsi, tra le due visioni. Per parafrasare i sociologi d'oltremanica, da un lato il "Play", dall'altro il "Display", il gioco e lo spettacolo, il passaggio da "gioco per i giocatori" a "esibizione per gli spettatori". O volessimo usare un registro diverso e più diretto, sicuramente più caro a molti listaroli, la differenza tra l'avere, sulle chiappe, il fango o la cipria. E il titolo (Chi gà vinto?), visto da questa prospettiva, è quantomai pertinente e indovinato.
Domani, di fronte ai laurendi in Antropologia dell'Università di Venezia, riuscirò finalmente a introdurre il tema con un intervento dal titolo "Antropologia dello sport: il rugby", dove esporrò le mie considerazioni sulla presenza del mito di origine (Ellis) nel rugby e sulla sua centralità nella produzione e conservazione del fenomeno amatoriale. Un po' complesso forse, ma è ora che si incominci a parlarne anche a livelli accademici, come da tempo in Francia e Isole britanniche, poichè siamo di fronte ad una trasformazione sociale irreversibile e non indifferente. Se a qualcuno interessa, può contattarmi. Spero di non essere stato eccessivamente noioso in questa mia considerazione (adesso capite perchè è meglio che non intervenga nella list)
Un saluto,
Enrico Giorgis
Paese(TV)
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