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[RUGBYLIST] il "Vangelo" della "Gazzetta"
Giovanni Sonego
g.sonego a pianeta.it
Ven 7 Mar 2008 11:13:02 CET
allrugby ha scritto:
> Riporto un trafiletto (trascritto a mano per poterlo mettere in list)
> dalla Gazzetta, l'unico quotidiano sportivo italiano a sfondo
> scandalistico e pieno di pettegolezzi da barbiere.
> Ricordo solo il nome dell'autore - Michele - perchè il cognome non me
> lo sono, colpevolmente, annotato. A seguire i miei personalissimi
> commenti.
> La punteggiatura è invariata rispetto all'articolo originale, quindi,
> non prendetevela con il sottoscritto, che ha solamente riportato
> l'articolo. Eccolo:
>
> Il rugby non sarà il mondo delle fiabe ma non può diventare un "calcio
> qualsiasi".
>
> Il rugby forse non è il regno incantato che troppe volte si tende a
> raccontare, ma in esso permangono ben saldi determinati valori etici
> che affondano nella tradizione, trasmettendo quel senso di purezza che
> ha fatto centro nel cuore della gente. E allora restiamo un po'
> stupiti se in pochi giorni un ns. giocatore Mauro Bergamasco si becca
> 13 settimane di squalifica per un dito nell'occhio ad un avversario e,
> soprattutto, se viene inoltrata una protesta (anche se non
> strombazzata) contro gli arbitraggi. COME UNA QUALSIASI SQUADRA DI
> CALCIO.
>
Innanzitutto due premesse. In primo luogo sono d'accordo con la
prostesta della federazione. In seconda battuta, ammetto di essermi
posto la stessa domanda del giornalista della gazzetta: "non stiamo
facendo come nel calcio? Dove sta la differenza?"
Purtroppo, pero', mi spiace dover constatare che in rugbylist capita
troppo spesso che quando una persona, magari anche poco competente,
arriva un'osservazione che non ci piace (ma tutto sommato educata), c'e'
sempre qualcuno che insorge per "lesa maesta' rugbyistica". Ma non e'
che siamo un po' permalosetti?
Non sarrebbe piu' utile prendere spunto da questa notiziola della
gazzetta, per approfondire e cercare di capire quale differenza di stile
c'e' tra una reclamo fatto nelle forme e nei modi della nostra
federazione e un qualsiasi "reclamo calcistico"?
Intanto comincio a riportare qui l'unico articolo che ho trovato in rete
sull'argomento (e il fatto che sia l'unico la dice lunga sulla
differnenza di stile).
http://www.corrieredellosport.it/notizie/SeiNazioni/79/notizia_20979.shtml
Giovanni Sonego
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Ecco l'articolo:
http://www.corrieredellosport.it/notizie/SeiNazioni/79/notizia_20979.shtml
Sei Nazioni, l'Italia chiede rispetto
Dopo la lunga squalifica di Bergamasco, lo staff azzurro passa al
contrattacco. Mallett: «Non giustifico Mauro, ma lo capisco. Vorrei che
gli arbitri ci trattassero come le nazionali più titolate»
*ROMA, 5 marzo* - Citazioni, squalifiche, provocazioni e torti
arbitrali. L'Italia alza la voce, con toni pacati ma comunque decisi. È
il team manager Carlo Checchinato a farsi portavoce del malcontento
azzurro: «Vogliamo dei chiarimenti, e li abbiamo chiesti per vie
ufficiali senza alzare un polverone, senza rivolgersi alla stampa come
ha fatto Warren Gatland prima del match contro di noi». Tutto messo nero
su bianco da Checchinato in una lettera indirizzata a Paddy O'Brian,
dell'Irb, la Federazione internazionale rugby, con allegato un Dvd dove
sono raccolte le immagini dei torti arbitrali subiti dagli azzurri. «/Il
nostro atteggiamento non c'entra niente con la squalifica di Mauro /
/Bergamasco/ - precisa il ct Nick Mallett - /per lui abbiamo già fatto
il possibile recandoci a Londra con gli avvocati e facendo presente alla
commissione disciplinare tutte le attenuanti del caso, come il
placcaggio alto e il conseguente infortunio subito da Bergamasco pochi
secondi prima. Sia ben chiaro non lo giustifico per quello che ha fatto,
ma lo capisco, avrebbero potuto dargli 2 anni di squalifica, stando al
regolamento/».
*RISPETTO* - Il rispetto che l'Italia di Mallett chiede è lo stesso di
cui parlò Pierre Berbizier in due occasioni, durante il Sei nazioni
2006, e dopo il test match dell'agosto scorso contro l'Irlanda. Ancora
una volta le interpretazioni arbitrali sono il cuore del problema:
«/Vorrei che gli arbitri ci trattassero come le nazionali più titolate:
quando allenavo il Sud Africa e giocavo contro la Nuova Zelanda, mi
aspettavo lo stesso metro di giudizio, e così era: se un giocatore
tratteneva la palla a terra, l'arbitro fischiava, per entrambi, con
l'Italia invece non capisco perché debba essere diverso/».
/Daniele Piervincenzi/
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