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R: Re: [RUGBYLIST] De Rossi

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Gio 6 Mar 2008 15:55:12 CET


Da www.lequipe.fr
Una nazionale con seconde e terze scelte
Jean-Philippe Cariât comincia la sua terza stagione come allenatore dei trequarti della squadra italiana. 
Dopo avere lavorato a fianco di Pierre Berbizier, si ritrova ora con Nick Mallett e, a pochi giorni della partita con la Francia, evoca i punti deboli e forti del rugby italiano.


"Jean-Philippe Cariât, quali sono le differenze di approccio sul gioco tra Pierre Berbizier e Nick Mallett?
Diciamo che Pierre aveva chiaramente un approccio più francese di lavoro, ordine e confusione. Nick ha una visione più sud-africana, un gioco variato, ma nell'ordine. 
Ma i due hanno lo stesso rispetto dei principi di base, la conquista, la difesa ed il gioco al piede. Il desiderio anche giocare un rugby totale, rispettando quello che il limitato sebatoio di giocatori italiani puo’ offrire.

La vostra principale preoccupazione?
Diciamo che noi dobbiamo adottare il nostro gioco alle qualità dei giocatori che abbiamo a diposizione. Nick ha cercato di farlo, ma il materiale umano non é lo stesso di quando allenava gli Springbocks. Il nostro gruppo è eterogeneo : giocatori che giocano titolari all’estero, giocatori che giocano in italia, di seconda e anche di terza scelta (testuale ndr)!

Come giudica la vostra squadra quest’anno?
Abbiamo una bella prima linea, l’unica dove possiamo permetterci dei raddoppi. Ma la conquista per la conquista che non serve a molto. È l'uso che si fa dell’ovale che conta.. A Cardiff non abbiamo avute molti ovali di qualità da giocare. Abbiamo moltiplicato i ruck senza giocare direttamente. Contro la Francia recuperiamo Marco Bortolami ma abbiamo perso uno come Mauro Bergamasco : è una perdita enorme per noi.

E dietro ?
Con Pierre, la scelta era quella di avere dei centri inter-scambiabili capaci di giocare in ogni parte del campo. Nick preferisce piuttosto un primo centro penetrante, capace di giocare al piede, e il secondo capace di conquistare rapidamente spazio sulle ali.
Là ancora bisogna essere pragmatici, non sognare (testuale ndr) : quando vedo gli allenatori francesi che esitano tra Clerc, Malzieu, Rougerie, Floch o Heymans, io ne prenderei uno qualsiasi, uno a caso di questi !

Come venite a Parigi ?
Vogliamo seguire la nostra strada e ce la giochiamo, col desiderio di fare meglio del nostro match precedente. Il nostro gioco sta evolvendo, nonostante gli infortunati e le sospensioni. È necessario continuare a avanzare. Certo, il problema è che la Francia ha perso appena dall’Inghilterra e che vorrà rifarsi : certamente metterà l'accento sulla conquista e l’alternanza. Ma il nostro gruppio é entusiasta e i ragazzi si daranno a fondo. L’unico problema é la mancanza di concorrenza, cosa che non aiuta a migliorare il livello.

Commento personale: ma, visto che lui è da anni l'allenatore dei 3/4, cosa sta facendo per guadagnarsi lo stipendio?
Anche la mia vicina di casa sarebbe capace di allenare una squadra con tutti campioni che sanno benissimo cosa fare.

Succo del discorso: gli italiani sono delle merdacce che non sanno giocare a rugby, quindi se perdiamo noi non c'entriamo nulla.
 
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY



Salvatore Messina



----- Messaggio originale -----
Da: "info a tuscanpeople.com" <info a tuscanpeople.com>
A: Salvatore Messina <totorugby a yahoo.it>
Inviato: Giovedì 6 marzo 2008, 13:15:28
Oggetto: R: Re: [RUGBYLIST] De Rossi

Scusa, ma tutto cio' solo perche' fa giocare Masi all'apeerura? Mi sembri esagerato nella considerazione. Geremia
colombaioni fabrizio

-----Original Message-----
From: Salvatore Messina <totorugby a yahoo.it>

Date: Thu, 6 Mar 2008 11:38:34 
To:Alberto Bertolazzi <a.bertolazzi a whitestar.it>, rugbylist a rugbylist.it
Subject: Re: [RUGBYLIST] De Rossi


Meno male che qualcuno se n'è accorto della buffonata di far crescere Masi come apertura. 
Ci lamentiamo che il nostro S10 non è competitivo e poi vogliamo far fare esperienza al n 10 dell'Italia in solo 5 partite all'anno? 
Lasciando a piedi un giovane per cui queste 5 partite sarebbero le uniche a disposizione per crescere verso l'alto livello internazionale? 
A questo punto facciamo crescere Castrogiovanni come apertura, così gli avversari gli metteranno a marcare 3 uomini invece di 2. Tanto di calciare non se ne parla. 
  
Mi ricorda tanto qualcuno che aveva messo un terza linea all'ala perchè "almeno placca".. Salvo poi prendersi 4 mete all'ala dall'Australia.....  
  
E pensare che c'è anche qualcuno che ha definito NM "Il Coerente".... 
  
E' veramente indisponente la considerazione che ha quest'uomo per il rugby italiano. 
  
Ma mi faccia il piacere!!!!
 PEACE & LOVE & PLAY RUGBY 



Salvatore Messina 



----- Messaggio originale -----
Da: Alberto Bertolazzi <a.bertolazzi a whitestar.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Giovedì 6 marzo 2008, 12:04:59
Oggetto: [RUGBYLIST] De Rossi

Non condivido il tono del giudizio di De Rossi, ma una parte delle  
affermazioni mi sembra condivisibile. Far giocare fuori ruolo i  
giocatori in funzione di un progetto che si concretizzerà tra tre anni  
mi sembra un po' azzardato. Ad esempio: se Masi giocasse anche nei  
club come apertura, si potrebbe pensare di provarlo in nazionale, ma  
se giocherà apertura solo in nazionale come potrà crescere in quel  
ruolo con le poche partite che gli azzurri giocano ogni anno? Non è  
più logico puntare a fare crescere in nazionale un Marcato, che poi  
porterebbe le sue esperienze nel club e magari giocherebbe di più,  
avviando un circolo virtuoso?
Per quanto riguarda il come far crescere il rugby nazionale, posso  
solo far notare che nell'hockey su ghiaccio, dove di fatto il  
campionato nazionale è stato soppiantato da un campionato "alpino", i  
risultati per la crescita del movimento e della nazionale sono stati  
uguali a zero. Bisogna ampliare, prima di tutto, la base praticanti.  
Sennò è come costruire una casa dal tetto. Non sarebbe meglio puntare  
sulla forza educativa del rugby e lavorare perché venga adottato nelle  
scuole? La pallavolo, ad esempio, molto si giova del suo radicamento  
scolastico, sia come base praticanti, sia come diffusione capillare.
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