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I: [RUGBYLIST] nazionali
Salvatore Messina
totorugby a yahoo.it
Ven 13 Giu 2008 13:11:43 CEST
Non fai male.
Ripeto, il problema non è la nazionalità dell'allenatore ma su quali basi si poggia il movimento rugby.
Se io e te fossimo chiamati ad allenare il Sudafrica probabilmente avremmo più risultati dello stesso Gatland (o Woodward) alla guida dell'Italia.
E non è nemmeno vero che in Italia non ci siano stati allenatori italiani. Nemmeno che questa sia una moda del momento, visto che praticamente il rugby in Italia è nato parlando straniero.
Il fatto è che: come un giocatore deve avere esperienza prima di salire di grado così anche i tecnici.
Se poi vogliamo essere polemici non è che le giovanili italiane guidate da tecnici italiani facciano meglio. Sintomo che il problema è alla base, non tanto al vertice.
Adesso qualcuno comincia anche a parlare di risultati, quando per anni si predicava solo l'aspetto formativo.
Nella vita, se uno è in gamba, deve anche metterlo in pratica. Non serve a nulla essere bravi ed intelligenti se si muore di fame sotto i ponti....
A meno che non sia una scelta di vita. In questo caso però non mi devo lamentare.
In Argentina hanno detto di no al professionismo. Non si lamentino poi se i professionisti li escludono dal rugby che conta. Se si entra in un gioco si rispettano le regole in vigore, non si usano regole diverse. L'Inghilterra deve "pagare" i suoi nazionali, come pure la Francia ecc. Non mi sembra giusto che l'Argentina abbia a disposizione i giocatori a gratis (magari mantenuti da Francia ed Inghilterra...).
Che poi il nuovo sistema dello sport professionistico sia giusto o migliore è assolutamente un altro problema. Un problema che investe tutto lo sport, come attività o come spettacolo, e non solo il rugby.
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Alberto Bertolazzi <a.bertolazzi a whitestar.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Venerdì 13 giugno 2008, 11:49:00
Oggetto: [RUGBYLIST] nazionali
Non metto in dubbio che esistano difficoltà oggettive per il nostro
movimento, se confrontato con quelli inglese, francese, irlandese,
sudafricano, australiano e neozelandese. Ma io mi rapporto con gli
altri movimenti, più simili a quello italiano, come numeri di
praticanti e denaro che circola: quelli argentino, fijano, samoano,
scozzese, gallese... E parlo di nazionale, cioè di una squadra che
rappresenta una scuola e una nazione. Quanti naturalizzati giocano
nella nazionale argentina? E in quella scozzese? Eppure i problemi
economici sono gli stessi o anche peggiori. Certo, loro hanno altre
ricette e altre culture: ognuno fa caso a sé. Faccio male a
rivendicare la ricerca di una ricetta più italiana, studiando il modo
per incentivare l'utilizzo e la crescita dei giovani più promettenti?
Faccio male a rimarcare che comunque scegliere un buon allenatore
straniero non sempre vuol dire scegliere un buon selezionatore? Faccio
male a notare che comunque i migliori giovani italiani sono stati
dirottati verso la nazionale A, a giocare con la Russia, invece di
essere portati in tourné a confrontarsi con il Sudafrica?
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