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[RUGBYLIST] Notizie del giovedì

allrugby allrugby a gmail.com
Gio 17 Lug 2008 14:03:53 CEST


Manzoni, Presidente della LIRE (ma non c'è l'EURO?), intervistato da
Ivan Malfatto dice la sua prendendosela, con i (mediocri, a suo dire),
dirigenti italiani in seno al rugby.
Ecco l'intervista.
Ciao.
Franco (TV)

«Nel rugby italiano mancano i trequarti? No, mancano i dirigenti, lo
dico da anni. Per questo sono abbastanza pessimista sul destino della
Lire. Ma se domani il consiglio federale deciderà di darle la
possibilità di sopravvivere, noi siamo pronti. Le "7 sorelle" rimaste
in seno alla lega dei club non sono mai state così compatte e decise
ad andare avanti».
Sandro Manzoni si dichiara sereno a fatalista. Stati d'animo che
accompagnano la vigilia di quello che sarà il giorno del giudizio per
l'ente che presiede, la Lega italiana rugby d'eccellenza (Lire), che
organizza il massimo campionato. Con l'uscita della Capitolina, dopo
quella l'anno scorso di Calvisano e Treviso, la Lire non ha più il
numero regolamentare previsto dallo statuto: solo 7 club su 10. E
secondo un'interpretazione estensiva a questo punto nemmeno più la
vera rappresentanza del rugby di vertice italiano. Domani il consiglio
della Fir a Bologna deciderà se concedere la deroga e continuare a 7
club o decretarne la morte.

- Manzoni, che decisione si aspetta?

«Non ho nessuna aspettativa. Il presidente della Fir Giancarlo Dondi
ha una patata bollente in mano. Qualsiasi scelta faccia può essere
criticato. Quindi qualsiasi cosa venga l'accetterò con serenità. Ma mi
sembra assurdo che tre persone possano far chiudere la lega».

- Come si spiega l'uscita improvvisa della Capitolina?

«Non me la spiego, se non con una mossa fatta ad arte per far saltare la Lire».

- Se la Fir deciderà di farvi chiudere cosa succederà?

«Vivrò bene anche senza Lire. A 70 e passa anni sono troppo vecchio
per farmi prendere da smanie. Mi dispiacerà solo una cosa: che il
rugby avrà dimostrato ancora una volta i suoi limiti storici, ovvero
la mancanza di dirigenti con la d maiuscola».

- Se la Fir vi darà la deroga e sopravviverete?

«C'è la volontà fra i 7 club rimasti di portare avanti uniti
campionato e attività. Nel Super 10 appena finito anche se Calvisano e
Treviso erano fuori dalla Lire avete visto defaillances? No, tutto si
è svolto regolarmente. A inizio stagione mi sono seduto a un tavolo,
ho promesso cambio 25mila euro a testa se avessero rispettato certe
decisioni e ho mantenuto l'impegno. Di più, la Lire ha distribuito lo
stesso utile fra tutte e 10 le società (250 mila euro complessivi). Il
modello si può ripetere la prossima stagione».

- E le decisioni prese prima del 30 giugno? Soprattutto quella che ha
prodotto il terremoto: dividere i soldi delle coppe europee (3
milioni) in 6 parti uguali, e non più dando il 50\% alle 2 squadre di
Heineken (Treviso, Calvisano) e il 50\% alle 4 di Challenge?

«Secondo l'avvocato Fulvio Lorigiola, presidente del Petrarca e membro
della Lire, sono decisioni che non possono esse cambiate. La
ripartizione rimarrà tale. Se qualcuno vorrà metterla in discussione,
ho già visto fra i rappresentanti degli altri 7 club gente decisa a
far valere le proprie ragioni».

Ivan Malfatto



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