[RUGBYLIST] romanticismo?

[ruggero rizzi]

....radio 24, oggi pomeriggio, verso le ore 15.30, in viaggio-
Parlava un tizio dalla voce simile a Bollesan, a proposito di straneri....di
scuola italiana....ecc.ecc. ed attira la mia attenzione.
Il discorso filava così interessante che ho pensato parlassero di rugby.
Invece era un coach (non ricordo il nome) di A2 di pallacanestro.
Il problema degli stranieri lo viveva  -e spiegava - anche lui nel suo
sport.
Se n'è uscito con una proposta che mi ha ulteriormente incuriosito:
Una specie di A2 (o under 21 non ho capito bene) con team di soli atleti
italiani.
Pare che la cosa sia presa in considerasione nell'ambiente federale-
Chi ne sa di più?....tra Asti e Torino, la frequenza di radio24 cambia e io
mi sono perso il resto.....
E, se le cose stessero così e  romanticismi a parte, non è ipotizzabile per
altre discipline
una "rechèrche de l'ècole perdu...?"
Rugby, per esempio?

Saluti dalla bassa Valle Scrivia
Ruggero Rizzi


Il 11/01/08, colombaioni <info a tuscanpeople.com> ha scritto:
>
> Ma! Romanticismo? Io credo che utilizzare le proprie forze forzando in
> uno o due punti (non 8-9) sia una questione di onestà concettuale. Tu
> parli di Inghilterra, Sudafrica, Nuova Zelanda che attingono a serbatoi
> di stranieri, ovviando però al fatto che la loro storia e la loro
> identità culturale rugbistica si è consolidata nel passato.
> Noi (Oddio proprio noi non direi) con la fregola del risultato ad ogni
> costo ci siamo conquistati un posticino nella considerazione
> internazionale con una squadra di semi-dilettanti, con un passato di
> volontariato sportivo (il più sincero e genuino) per poi passare alla
> massa di equiparati, stranieri, e quant'altro (anche con la vergogna dei
> cartellini falsi) ed eccoci con squadre di club che sono zeppe di tutti
> fuorché di Italiani, con la nazionale che li imita. Risultati in 10
> anni? Meglio tacere. Coppe di club, manifestazioni internazionali ci
> hanno dato solo dispiaceri. Poche vittorie e palliativi di successi sono
> state subito reintegrate da amarezze e delusioni cocenti.
> Un settore giovanile sacrificato al presunto bisogno di vittorie che poi
> non arrivano, una perdita di identità nazionale sono un prezzo un poco
> troppo alto per quello che poi si è ottenuto. Chiedere di cambiare
> drasticamente I parametri adesso,subito e fare l'opposto di quel che si
> è fatto sino adesso è romanticismo? Non convocare mai più Pez e provare
> 100 aperture nuove è Romanticismo? Utilizzare I soldi meglio e
> costringere le squadre a far giocare I prodotti dei propri vivai è
> romanticismo? Ma!
> Geremia
>
> -----Messaggio originale-----
> Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it
> [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di
> gaetano.palmiotto a fastwebnet.it
> Inviato: giovedì 10 gennaio 2008 11.51
> A: a.bertolazzi a whitestar.it; rugbylist a rugbylist.it
> Oggetto: Reply: RI: [RUGBYLIST] i convocati del 6Nazioni
>
> Alberto,
>
> il romanticismo non possiamo permettercelo noi Italiani, visto che i
> Vice-Campioni del Mondo hanno convocato un Tongano che ha imparato a
> giocare a rugby (a 13 peraltro) in Nuova Zelanda....
>
> Non se lo permettono gli All Blacks che "saccheggiano" Fiji, Samoa e
> Tonga (18 i non neo-zelandesi in rosa), credi che certe remore se le
> possa fare l'Italia? Da un punto di vista romantico posso essere
> d'accordo con te, ma poi ci confrontiamo con la dura realtà che è ben
> altra cosa.
>
>
>
> <----Messaggio originale:---->
> Da:     Alberto Bertolazzi <rugbylist-bounces a rugbylist.it>
> Inviato:        giovedì 10 gennaio 2008 11.45
> A:      <rugbylist a rugbylist.it>
> Oggetto: [RUGBYLIST] i convocati del 6Nazioni
>
> Ho letto e apprezzato tutti gli interventi e l'articolo del
> Gazzettino. Naturalmente non sottovaluto la buona tendenza introdotta
> da Mallet; sono solo un po' scettico sull'ottimismo verso la "scuola
> italiana", visto che tra gente che ha imparato a giocare fuori
> dall'Italia e gente che sta diventando tosta nei campionati esteri, mi
> sembra che l'Italia come movimento e scuola sia ancora poco
> rappresentata. E in caso di cattivi risultati temo - ma confesso che è
> anche scaramanzia - che Mallet faccia come i suoi predecessori: marcia
> indietro e più naturalizzati. Sull'equivalenza passaporto italiano =
> italiano a tutti gli effetti non sono del tutto d'accordo. Se per la
> legge e i regolamenti sportivi è così, dal punto di vista
> dell'orgoglio verso la nostra scuola rugbystica non lo è. Non
> dimentichiamo che l'Australia e l'Argentina sono piene di "italiani":
> Campese non aveva un nonno italiano? Dominguez non aveva un passaporto
> italiano? Ma rugbysticamente entrambi sono tutto meno che italiani.
> Lo so, è un discorso un po' fuori dai tempi. Ma il rugby non è un
> sport fuori dal tempo?
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