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[RUGBYLIST] Re: Galles e tradizione rugbystica
Luca Oliva
luca.oliva a katamail.com
Lun 25 Feb 2008 08:47:23 CET
Nel primo tempo, seguendo le indicazioni dell'allenatore dei gallesi Warren
Gatland, Pearson ha fatto molta attenzione alla posizione degli italiani nei
placcaggi, ad evitare che si trattenessero a terra nel tentativo di
ostacolare l'uscita del pallone. Non altrettanta attenzione ha però posto ai
fuotigioco dei gallesi nelle ruck o nelle maul: su tutte le miniruck tentate
dagli italiani, i gallesi si piazzavano ben oltre l'ultimo piede del
raggruppamento, impedendo così agli italiani il loro gioco fatto di
miniavanzamenti attorno al pacchetto e poi di aperture al largo. Altrettanto
ha consentito o ha fatto finta di non vedere le numerose entrate laterali
degli avanti gallesi sempre nei raggruppamenti a terra.
Diciamo che la "rush defence" gallese è molto australe, nel senso che gioca
spesso al limite del fuorigioco, non solo sui trequarti, ma anche attorno ai
raggruppamenti.
Provvedimenti disciplinari: clamoroso il mancato sanzionamento della seconda
linea gallese che entra di spalla su Mirco Bergamasco: dangerous play e
placcaggio sul giocatore senza palla, doppio fallo, meritava il giallo.
Discutibili i 10 minuti a Mirco Bergamasco beccato in fallo di ostruzione a
terra nel primo tempo e poi, nel secondo in posizione molto dubbia.
Comica la richiesta del TMO sulla meta di Castro (vi ricordate la rapidità
con cui ha concesso le due mete dubbie all'Irlanda senza chiedere il TMO
nella partita al Lansdowne due anni fa ?).
Ciliegina sulla torta: visto che la partita tanto era finita, ha fatto finta
di non vedere il placcaggio alto su Mauro nell'ultima azione della partita.
Mi è sembrato di vedere che Mauro l'ha spintonato: comportamento da
esecrare, ma sicuramente comprensibile vista la strafottenza con cui ha
arbitrato per tutta la partita.
Con ciò non volgio negare le carenze mostrate dalla nostra formazione nel
primo e (soprattutto) nel secondo tempo della partita.
Anche se prendersela così con Canale per un errore - magari grave ... - mi
sembra eccessivo.
Ciao.
Luca Oliva
----- Original Message -----
From: <Psycho a wupsite.com>
To: "Luca Oliva" <luca.oliva a katamail.com>
Cc: "allrugby" <allrugby a gmail.com>; <rugbylist a rugbylist.it>
Sent: Monday, February 25, 2008 12:26 AM
Subject: Re: Galles e tradizione rugbystica
> Luca sinceramente non capisco di che parli. Io non hi visto niente di
> vergognoso, a parte il nostro secondo tempo e il portoghese con la maglia
> azzurra numero 13, la cui prestazione secondo me ha pesato almeno per il
> 70% sul risultato.
> Di che ci lamentiamo? Della mischia a cinque metri per noi che diventa una
> meta per loro perchè un nostro giocatore, lontano venti metri da una
> scaramuccia, iniziata per un inutile guerra del nostro numero 13 per la
> conquista di un pallone già "inutlizzabile", fa uno scatto e colpisce a
> gioco fermo una vversario?
> Ieri abbiamo messo il cartello chiuso per ferie alla fine del primo tempo.
> Peccato, perchè era stato un signor primo tempo, che potevamo chiudere in
> vantaggio, con un pizzico di fortuna in più e con Canale in meno.
> Lui si che è stato scandaloso.
> Ma ovviamente questa è la mia opinione, scusa se l'ho espressa con foga,
> ma rode da morire anche a me quello che è successo ieri!
> Luca Oliva Scrive:
>> Scusa, condicido in molto la descrizione che fai dell'ambiente rugbystico
>> gallese, ma dov'è che noi dovremmo ancora imparare le "buone maniere" ?
>> Credo che dovremmo pretendere più rispetto, invece, soprattutto da un
>> arbitro come Pearson cui faceva bene Mauro Bergamasco a mettere le mani
>> addosso a fine partita perchè è stato veramente ver-go-gno-so, oltre che
>> indisponente ... Ha scientificamente distrutto il gioco degli avanti
>> italiani ... Guarda, lasciamo stare che ce ne sarebbero miliardi da dire
>> ... e non è vittimismo ... ----- Original Message ----- From: "allrugby"
>> <allrugby a gmail.com>
>> To: <rugbylist a rugbylist.it>
>> Sent: Sunday, February 24, 2008 8:25 AM
>> Subject: [RUGBYLIST] Galles e tradizione rugbystica Siamo stati gli
>> ultimi a bussare alle porte della galassia rugbystica,
>> ma, probabilmente, dobbiamo ancora "imparare" le buone maniere per
>> rimanervi all'interno stabilmente. Ogni tanto, infatti, qualcuno tenta
>> di sbatterci fuori con la solita frase: "impara l'educazione". Ma poi
>> succede sempre qualcosa che fa ricredere l'educatore di turno perchè
>> vede che, un po' alla volta stiamo imparando.
>> Galles, in antica lingua anglosassone, vuol dire straniero, a
>> significare, se ricordo bene, quel popolo che si era lì rifugiato a
>> causa delle conquiste romane.
>> I Gallesi hanno combattuto, e difeso il loro territorio.
>> Oggi, dentro di loro, quello spirito è rimasto, seppur sotto sembianze
>> diverse.
>> Fino a qualche tempo fa, i lavoratori delle miniere uscivano dai loro
>> buchi ed andavano ad allenarsi per giocare a rugby. Sacrificio è
>> tradizione.
>> Il professionismo ha cambiato questo sacrificarsi per il rugby, ma la
>> tradizione che accompagna storia e leggenda del popolo gallese è
>> consolidata.
>> Nei pub, nei ristoranti, nelle scuole, negli uffici e forse anche
>> nelle chiese. si parla della "partita" già molti giorni prima che essa
>> venga giocata: c'è uin clima particolare nelle strade e l'aria profuma
>> di quell'essenza che solo in Galles sanno essere "odore di rugby".
>> Anche chi non segue il rugby con passione, pur anche straniero, si
>> accorge di questo "qualcosa" che c'è nell'aria e lo fiuta, lo gusta
>> fino a capirlo.
>> Non ci dobbiamo spaventare di questi "cappotti" che ogni tanto ci
>> arrivano sul groppone: saranno sempre più radi, ma continueranno ad
>> esserci.
>> Infatti, per non beccare più la tariffa, dobbiamo crearci una storia,
>> una tradizione, un solido piedistallo dal quale nessuno potrà più
>> cacciarci via perchè non conosciamo le buone maniere.
>> "Veterani si nasce" diceva un buontempone: beh, forse noi abbiamo
>> creduto di diventare "grandi" senza essere cresciuti, ma ci stiamo
>> accorgendo che per riuscire ad arrivare, da soli, a prendere il vaso
>> della marmellata che stà in alto, bisogna cadere, prima, molte volte
>> dalla sedia facendosi qualche livido.
>> Ciao.
>> Franco (TV)
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