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[RUGBYLIST] Il Gazzettino

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 14 Apr 2008 15:36:17 CEST


Non credo sia il fatto di accusare o difendere qualcuno. Ognuno,
semplicemente, dice lla sua.
Le prime pagine (giornali e TV) si conquistano con la celebrità, vuoi
quella volgare del grande fratello, vuoi con quella mistica di un Papa
nuovo, vuoi con quella commemorativa della scomparsa di un grande
personaggio. Come il grande fratello ha la sua (immeritata) popolarità
per qualche settimana in cui molti ne parlano, così il rugby vive il
suo miglior momento al VI Nazioni o ai mondiali: per il resto
vivacchia.
D'altronde, anche la list, che penso sia una tra le espressioni più
evolute del rugby in Italia, se hai notato anche tu, adesso langue:
esplosa durante il VI Nazioni, ora è quasi muta.
Pur essendo d'accordo con te sui valori, sulla loro trasmissione, e
sulla "pacchianità" della legge della domanda e dell'offerta, come
ogni entità commerciale che si prefigge di realizzare un utile, il
Gazzettino, per non chiudere la testata deve vendere. Per vendere deve
dare continuità alla linea editoriale che si è data e che più si
avvicina al suo pubblico. Lo "spirito rugbystico" è un'altra cosa,
troppo profonda e seria per essere commercializzata.
Ma se il Gazzettino si attenesse solo ad essa, non avremmo più neanche
"quel" quotidiano che, tanto o poco, parlava di rugby.
La musica è sempre la stessa, trita e ritrita: solo coi valori non si campa.
Ciao.
Franco (TV)

2008/4/14, Alberto Bertolazzi <a.bertolazzi a whitestar.it>:
> Difendo in parte Nino perché credo di aver capito che sotto il suo sfogo c'è
> la frustrazione anche mia (e credo di molti altri) nel vedere come il rugby
> riesca a conquistare le prime pagine solo facendo i salti mortali e poi
> sparisca in pochi trafiletti in ventiquattresima per il resto dell'anno.
> Tutti i giornalisti che cavalcano l'entusiasmo di un mondiale, di un
> 6Nazioni o di un'esibizione televisiva di qualche rugbysta (ooooh... hai
> visto che fisico...!), scendono con una velocità impressionante dal cavallo
> per saltare su un altro. Forse il Gazzettino non era l'obiettivo giusto
> dello sfogo, o magari non ho interpretato bene le intenzioni di Nino. Colgo
> l'occasione però per ribadire che i giornali italiani - sportivi e non - in
> genere non fanno un gran servizio al rugby. La legge della domanda e
> dell'offerta è quanto di più deprecabile e meno rugbystico io conosca: si
> basa su presupposti pacchianamente commerciali e non su valori. La legge
> della domanda sta decretando il successo di trasmissioni maniacalmente
> voyeristiche come il Grande Fratello, mentre relega i cosiddetti sport
> minori su RaiSat a mezzanotte. E a me, francamente, non sta bene.
>



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