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[RUGBYLIST] Notizie del sabato
allrugby
allrugby a gmail.com
Sab 29 Set 2007 13:47:19 CEST
Anche oggi il Gazzettino riporta alcune notizie sul rugby, magari
qualcuna non proprio esatta, ma tant'è. Se tutti i quotidiani italiani
dessero risalto al rugby come fa il quotidiano del Veneto, saremo
tutti molto più "ricchi".
Ah. Per conto mio stasera le buschiamo. Non sono una iettatore, è solo
una sensazione che, spero, sia completamente sbagliata.
Non mi interessano i bookmaker, le statistiche, le scaramanzie, il
colore delle maglie e quant'altro.
Io vado a sensazioni e mi auguro che quella che ho sulla partita sia sbagliata.
Comunque, a casa mia saremo in 11 persone a GRIDARE ed a SPOLMONARCI
per i ns. eroi.
In C..o alla balena!
Ragazzi, che emozione!
Ed ecco l'articolo.
Ciao.
Franco (TV)
MONDIALI DI RUGBY Castrogiovanni: «Aspettiamo questo incontro da due
anni». Troncon: «Abbiamo parlato molto dei nostri errori»
Italia, contro la Scozia tutto in una notte
Stasera a St. Etienne appuntamento con la storia: in palio i quarti di
finale, un risultato mai raggiunto dagli azzurri
Saint-Ètienne
NOSTRO INVIATO
Appuntamento con la storia. Alle 21 allo stadio "Geoffroy-Guichard" di
St. Etienne, caro alle gesta di Michael Platini, Italia e Scozia si
giocano l'accesso ai quarti della Coppa del Mondo. Mai raggiunti in
passato dagli azzurri, mai falliti dagli scozzesi. Più che l'ultima
partita del girone sarà un test-match. Dentro o fuori, detto
all'italiana. "Do or die" (fallo o muori), detto in inglese. Non
conteranno punti di bonus accumulati (tranne in caso di pareggio, si
qualificherebbe la Scozia), classifiche avulse, differenze punti,
precedenti, tradizione o altro. Ci si gioca tutto in una notte, come
alla roulette. Uscirà l'azzurro o il blu?
Per la Nazionale italiana si tratta dell'ennesimo, importante, esame
di maturità. Quello che può moltiplicare la popolarità del fenomeno
rugby fuori dal recinto degli appassionati, com'è avvenuto con i
successi dell'ultimo Sei Nazioni. «Aspettiamo questa partita da due
anni» conferma il pilone Martin Castrogiovanni. Le due stagioni della
gestione di Pierre Berbizier, che chiuderà con il Mondiale. Dopo i
grandi risultati del 2005 (vittoria in Argentina), 2006 (pareggio in
Galles) e primavera 2007 (doppietta al Sei Nazioni), il ct francese
vuole chiudere alla grande superando il nuovo esame. Poi Nick Mallet
dimostri se è in grado far meglio.
In realtà il risultato odierno premierà o punirà il lavoro di un
intero quadriennio. Quello iniziato con l'altro grande esame di
maturità (fallito) il 25 ottobre 2003: Mondiale australiano,
Galles-Italia 27-15. Anche allora era un test-match, avevamo battuto i
gallesi al Sei Nazioni (come stavolta gli scozzesi), avevamo centrato
due vittorie stentate nel girone (Tonga, Canada) e il pronostico era
da 50 a 50. Di diverso c'era solo il calendario massacrante che aveva
costretto l'Italia a 4 match in 14 giorni, stavolta 4 in 21. Al
fischio finale di diverso ci sarà anche il risultato?
Una grossa mano all'Italia per "fare la storia" può darla la
presunzione scozzese. Com'è successo in febbraio a Murrayfield
(37-17). Quando la vittoria fu determinata sì dalle tre mete
d'intercetto, ma soprattutto dalla rinuncia ai piazzati da parte della
Scozia, per cercare testardamente la via della meta. E quando si ha un
cecchino come Chris Paterson (al Mondiale 100\% al piede) è come
evirarsi per far dispetto alla moglie. Ora gli scozzesi arrivano al
match clou da tre incontri in cui hanno fatto più bella figura
dell'Italia. Convinti della propria superiorità. «Siamo rilassati -
spiega il tallonatore Ross Ford - In allenamento non abbiamo fatto
niente di diverso dal solito. L'incontro di oggi è come tutti gli
altri, con la differenza della posta in palio».
Un'ostentazione di sicurezza alla quale risponde con una professione
d'umiltà Alessandro Troncon: «Non abbiamo scuse per come sono andate
le tre partite dei Mondiali. Non eravamo al nostro livello. Abbiamo
parlato molto dei nostri errori. Faremo di tutto per dimostrare che
possiamo giocare un rugby migliore». Berbizier, dal canto suo, cerca
di stemperare la tensione. Palpalbile. Visto che dal presidente
Giancarlo Dondi in giù in casa azzurra si parla da tempo di «partita
della vita». Il ct smentisce: «Non sarà la partita della vita. La vita
è una cosa più importante». E facendo una battuta sulla pioggia e il
cattivo tempo di St. Etienne svela: «Noi il sole ce l'abbiamo dentro
in squadra». Speriamo sia vero.
Sta di fatto che la chiave del corretto approccio psicologico sarà una
delle più importanti sul fronte italiano. Spiegando come aveva scelto
i suoi 30 giocatori, il ct dell'Inghilterra Brian Ashton ha detto:
«Per affrontare la Coppa del Mondo devi avere uomini mentalmente
forti. Capaci di far fronte alle pressioni di un evento così
importante». Un criterio che ha ispirato anche Berbizier. Tanto da
fargli bocciare uno dei "eroi di Murrayfieled", Andrea Scanavacca,
perchè fragile mentalmente e deleterio per il gruppo. Oggi che
l'Italia gioca l'unico match che conta del Mondiale deve dimostrare
che la solidità mentale e la forza del gruppo ci sono. Smentendo i
dubbi tecnici, tattici, caratteriali e di fragilità nel reggere la
pressione emersi contro Nuova Zelanda, Romania e Portogallo. Dovrà
farlo senza il suo capitano Marco Bortolami infortunato (fascia a
Troncon), ma la forza di un gruppo si vede dalla capacità di sopperire
alle assenze. E la forza di una squadra dalla capacità di non fallire
gli appuntamenti decisivi. L'Italia saprà cogliere l'appuntamento con
la storia?
Ivan Malfatto
IERI Inghilterra-Tonga 36-20.
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Saint-Ètienne
NOSTRO INVIATO
Non ...
Saint-Ètienne
NOSTRO INVIATO
Non sarà una serata da pizza e mandolino. Non aspettiamoci azioni
luminose e incantamenti. Anche la Scozia sarà prudente rispetto a
quella che abbiamo punito a Edimburgo per le avventate aperture alla
mano nella sua metacampo. Certo andrà all'attacco con il suono delle
cornamuse nelle orecchie, baldanzosa e desiderosa di dare ritmo alla
partita, di mettere sotto l'Italia nelle ruck, loro tradizionale punto
forte assieme alla touche. Ma l'impressione è che la paura di
sbagliare la farà da padrona ed esalterà il combattimento. Berbizier
ha insistito molto in settimana sull'importanza di concentrarsi sui
fondamentali. Di fare bene le cose semplici. Di giocare per la
squadra, con generosità e compattezza. Con la formula delle tre P:
pressione, pressione e ancora pressione. A cominciare dalla difesa in
linea. Gli azzurri devono ritrovare l'organizzazione e il timing di
salita che hanno fatto vedere nel Sei Nazioni se vogliono riprodurre
il cortocircuito che ha bruciato energie e idee a Galles e Scozia. Con
gli All Blacks la difesa è stata la grande assente, con Romania e
Portogallo ha accusato pause allarmanti. L'Italia farà un'opposizione
"rovesciata", cioè con gli esterni che salgono tagliando i
collegamenti con l'ala, in modo da orientare l'azione nel mezzo.
I placcaggi non saranno alti, a fermare uomo e palla, ma alle gambe,
vecchia maniera, per mettere a terra il portatore. Come hanno fatto i
Pumas contro la Francia. I sostegni difensivi avranno il compito di
piazzarsi per intercettare i passaggi o intervenire tempestivamente
sul punto d'impatto e ottenere calci di punizione. Il rischio di
questo tipo di opposizione è legato ai calci tattici alle spalle dei
difensori che salgono. Gli All Blacks hanno messo a nudo grosse
difficoltà di copertura. Ed è probabile che Parks vada a testare
proprio questa zona del campo. Spetterà all'estremo Bortolussi
anticipare la difesa al largo formando una seconda barriera di difesa
con Troncon e Parisse. Mentre l'ala sul lato chiuso dovrà ripiegare
più indietro di tutti. Un automatismo che in Francia ha funzionato
male.
La pressione della linea sarà decisiva anche per provocare passaggi in
avanti e avere a disposizione il maggior numero possibile di mischie.
Il pack azzurro, infatti, è tra i più temuti del mondiale e Berbizier
ha voluto renderlo ancora più duro schierando in prima linea Perugini
e Festuccia accanto al cardine Castrogiovanni. La mischia è chiamata
non solo a inquinare la conquista avversaria e a dare qualità ai
propri attacchi su spazi praticabili, ma anche a trasmettere subito
certezze e a usurare gli scozzesi.
La grossa incognita riguarda la touche. L'assenza di capitan
Bortolami, che ne dirige le operazioni, potrebbe creare qualche
problema di lanci. È prevedibile che la presenza di lunghi come Sole e
Parisse in fondo allo schieramento porti l'Italia a variare
maggiormente le zone di salto e a sorprendere con i maul. Proprio la
carenza i potenza fisica da parte della squadra di Hadden, spingerà
gli azzurri a cercare di sfondare con i raggruppamenti penetranti
sotto la sicura guida di Troncon. Negli ultimi due anni le grandi
vittorie della nostra Nazionale sono partite proprio da lì, dalla
difesa e dall'avanzamento inesorabile del pacchetto, uniti a un gioco
al piede sistematico nell'occupazione del campo e puntuale negli
assist per la meta. La costruzione di una squadra di rugby è un
processo lungo e complesso, che richiede basi solide. La ricerca di un
gioco di movimento più seducente non appartiene alla fase attuale
dell'Italia e, per quel che si è visto finora, nemmeno alla Coppa del
mondo. A dominare è il pragmatismo. E l'Italia stasera non potrà
ignorarlo.
Antonio Liviero
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