[RUGBYLIST] Si divertono?

[bonacina.i a iol.it]

Carissimo Luca, condivido la tua analisi,  non dimentichiamoci che il rugby si chiama "Gioco del rugby", per cui ci si deve divertire,o comunque la parte ludica è una componente importante. Serenità e consapevolezza dei propri mezzi.Sabato i tutti neri ,all'ingresso al campo ,prima del riscaldamento, scherzavano e ridevano................erano molto rilassati,e lo si è visto. Quando ti fai sentire ? Ivano Bonacina---------- Initial Header -----------

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Date      : Thu, 13 Sep 2007 16:24:02 +0200
Subject : [RUGBYLIST] Si divertono?







> Salute a tutti
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> si divertono i nostri, secondo voi? Mi spiego, dopo aver visto Giappone Fiji (solo come esempio), e aver visto come entrambe abbiano sacrificato la logica del risultato per sfruttare pure l'overtime per giocare ancora (e divertirsi, dico io, sennò è follia pura - ma anche quella - la follia - se sperimentata in prima persona, fa star bene...), penso di no. 
> Il professionismo obbliga a fare risultato, non a divertirsi. Se divertendosi si migliora la performance, allora va bene: divertirsi è strumentale al gioco. Restano le priorità, però, che sono i risultati. Ecco allora che mi vien da pensare che il professionismo non sia stato digerito ancora per bene dai nostri; che venga vissuto in modo distorto, angoscioso e stressante. Questi ragazzi si sentono i responsabili del futuro del rugby in Italia, se lo sono sentito dire mille volte; stanno costruendosi una tradizione da squadra di ranking top10 che non c'è mai stata (o quasi). Non hanno la possibilità di sbagliare una sega, e questo glielo ripetiamo costantemente. Poi, tanto, si sbaglia ugualmente, e si finisce dritti in paranoia - finiscono le certezze (vedi Masi cosa ha detto ieri sera), vedi il Bortolami con gli occhi a terra quando eravamo sotto, isolato dai compagni, con un fardellone ciclopico nella testa, vedi un Parisse che è un drago, chinare la testa e bofonchiare di fronte alle rassicurazioni paterne di Giovanelli ecc. ecc. 
> Questione di maturità e di mancanza di uomini guida alla Troncon (che quando è entrato ha fatto la differenza, poche balle)? Nel 2003 la testa la persero belli belli i Tuttineri, che mandarono in vacca quella allegra macchina da guerra che erano - e l'ossatura della squadra era più o meno la stessa di oggi. Non so.
> In fondo, quando vedo gli U11 o gli U13 (sempre troppo di rado, putroppo), di certo non mi aspetto di vedere gesti tecnici di spessore sopraffino (sempre che io riesca a distinguerli...), però se vedo che i ragazzi ci danno l'anima, giocano e ci danno dentro davvero, tutto passa in secondo piano, anche gli errori. Lì mi diverto anch'io, anche se ci sono cento in-avanti.
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> Un saluto
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> Luca Bonisoli
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