Questo sito è dedicato alla rugbylist, un ritrovo "virtuale" dove si incontrano centinaia di appassionati di rugby.
R: [RUGBYLIST] "Non siamo icone gay"
Pier Luigi Maciocia
plmaciocia a mclink.it
Gio 6 Set 2007 12:00:44 CEST
....scusatemi tanto, ma io sono "arcaico", mo sta a vede che è colpa
mia!!!!!!
plm
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Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
Per conto di Longhi Massimo
Inviato: giovedì 6 settembre 2007 11.46
A: Rugbylist (E-mail)
Oggetto: I: [RUGBYLIST] "Non siamo icone gay"
D'accordo che la stampa cerca il gossip per risvegliare la morbosità umana
ma che l'ufficio
del turismo di Parigi esca con questo manifesto mi sembra del tutto
fuorviante nel presentare
il gioco del rugby all'attenzione mondiale .
Spero che l'IRB richiami la federazione francese ad una maggior serietà nel
permettere questa immagine
che lede anche gli stessi interessi dei gay.
SalutiI
Longhi Massimo
-----Messaggio originale-----
Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it
[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]Per conto di Pasquale Zambuto
Inviato: giovedì 6 settembre 2007 11.10
A: Angelo.Volpe
Cc: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: R: [RUGBYLIST] "Non siamo icone gay"
Esatto proprio così grande Angelo. Il rugby è ben altro. Ma la spazzatura
dei giornali deve pur essere segnalata...
Pasquale Zambuto
-----Messaggio originale-----
Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it
[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]Per conto di Angelo.Volpe
Inviato: giovedì 6 settembre 2007 10.16
A: Longhi Massimo; Rugbylist (E-mail)
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] "Non siamo icone gay"
Con l'aumentare dell'interesse intorno al rugby, si parla di tutto e di più.
Anche del fenomeno gay nel mondo del rugby. I giornali devono pur riempire
le loro pagine....
angelo
----- Original Message -----
From: HYPERLINK "mailto:m.longhi a eurotecnica.it"Longhi Massimo
To: HYPERLINK "mailto:rugbylist a rugbylist.it"Rugbylist (E-mail)
Sent: Thursday, September 06, 2007 9:46 AM
Subject: [RUGBYLIST] "Non siamo icone gay"
Riporto dal quotidiano "LA STAMPA " odierno
Saluti
Massimo Longhi
Il rugby si sente macho
"Non siamo icone gay"
HYPERLINK "http://www.lastampa.it/common/images/pixel.gif"
HYPERLINK
"http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/rugby/200709articoli/10561girata.as
p#"HYPERLINK
"http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/rugby/200709articoli/10561girata.as
p#"HYPERLINK "http://www.lastampa.it/_web/_servizi/piuvisti/default.asp"
HYPERLINK
"http://adv.ilsole24ore.it/5c/www.lastampa.it/06/stampa2/news_giornale/17686
21183/SpotLight_01/OasDefault/default/empty.gif/6435643766373432343664666165
3930"
Polemiche alla vigilia dei Mondiali
Bortolami: «Tutto è nato con
il calendario dello Stade Français,
mai sentito di colleghi omosex»
STEFANO SEMERARO
L'ufficio del turismo di Parigi ci ha montato un'intera campagna nel Regno
Unito. Occasione: la Coppa del Mondo di rugby che debutta venerdì nella
capitale francese. Target: i turisti inglesi. Slogan: godetevi il rugby
nella capitale dell'amore. Immagine: una mischia, fatta di avances più che
di avanti, dove due coppie di piloni si baciano (alla francese), una seconda
linea birichina infila la mano sotto i pantaloncini del compagno e un
flanker spinge a palmo aperto su un gluteo aggettante. Sì, perché da quando
Max Guazzini, il patron dello Stade Français, si è inventato il calendario
dei rugbisti nudi, nel quale hanno esibito i loro fisicacci anche i fratelli
Bergamasco e Sergio Parisse, pare che la comunità gay si sia ovalizzata. Di
più, estremi, mediani e terze linee (meno i piloni) sono stati promossi
«icone gay».
Una definizione che non piace al capitano della nostra nazionale, Marco
Bortolami. «Sono contrario al fatto che il rugby venga associato a queste
cose - ha dichiarato Bortolami in un'intervista che comparirà nel numero del
6 settembre della nuova rivista Riders Italian Magazine -. Vederci come gay
è eccessivo. Tutto è nato dal calendario dello Stade Français, che viene
acquistato per il 90 per cento da uomini. Ma bisogna stare attenti in che
modo stimoliamo l'attenzione della gente». Non è una guerra contro il
diverso: «Che male ci sarebbe, se fosse accettato da tutti? Invece si
continua a trattarlo come qualcosa di scandaloso e folcloristico. Non ho mai
sentito di colleghi gay, comunque anche questo ci fa capire quanto il modo
di trattare il rugby in Italia sia ancora immaturo». Un azzurro del recente
passato, oggi commentatore per Sky, Andrea De Rossi, sdrammatizza: «Siamo
nel 2007, suvvia. Io di rugbisty gay non ne ho incontrati, anche se qualche
voce circola. A ingolosire la stampa è l'immagine di uno sport macho, ma il
calendario dello Stade lo possono comprare uomini e donne. Diciamo che io
non lo guardo con la lente d'ingrandimento...». Per Pierre Berbizier, il
nostro ct, «Nel rugby deve esserci posto per tutti, perché il rugby è
rispetto». Serge Simon, ex giocatore di livello internazionale e autore di
un saggio sull'omofobia in Francia pensa invece che i preconcetti siano
ancora ben radicati. «Il rugby è un ambiente basato su valori arcaici, e
sulla rimozione di ogni traccia di femminilità. I rugbisti sono obbligati a
mostrare costantemente di essere i più virili». Tranne quelli che, come i
componenti dei Sydney Convicts, i reclusi di Sydney, dell'omosessualità
fanno una bandiera e prossimamente organizzeranno una serata «Full Monty»
per finanziare la squadra.
Omosessuale e rugbista, d'altro canto, era sicuramente Mark Bingham. Un
eroe, il mediano di mischia dei Fogs, la squadra gay di San Francisco, che
morì l'11 settembre 2001 tentando di ribellarsi ai dirottatori di uno degli
aerei della strage, e a cui è intolata la Bingham Cup, il mondiale di rugby
per squadre gay. E il prossimo 11 settembre, per Argentina-Georgia ai
Mondiali etero di Francia, sarà in campo un rugbista che ha fatto outing:
l'arbitro gallese Nigel Owens. Accadde nello scorso maggio, «ed è stato
difficile, ho anche pensato al suicidio», dichiarò nell'occasione Owens, 35
anni, di Pontyberem, l'unico referee gallese che fischierà alla Coppa del
Mondo. «L'omosessualità è un tabù in questo ambiente. Non volevo mettere a
repentaglio la mia carriera, ma sentivo di non potermi più nascondere».
Certo, gli arbitri non sono popolari in nessuno sport. Il rugby però è
disciplina per gentiluomini. «Ogni tanto qualcuno in campo mi dà del "bent
ref" (arbitro con la schiena non diritta, ndr), ma poi subito si scusa: Oh,
perdona Nigel, non intendevo in quel senso...».
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