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[RUGBYLIST] Mallett al Manifesto
rafmorani a libero.it
rafmorani a libero.it
Ven 16 Nov 2007 09:46:51 CET
intervista a Mallett tratta dal Manifesto di ieri:
ciao
raf.
Mallett, il trilaureato
Intervista col sudafricano Nick Mallett, 51 anni, neoallenatore della nazionale italiana di rugby, 3 figlie e 3 lauree
Peter Freeman
Roma Con Pierre Berbizier si vedrà nelle prossime settimane, un pranzo a quattrocchi, a Parigi, per saperne un po' di più sullo stato delle cose del rugby in Italia. Nell'occasione Pierre, il pirenaico fumantino, avrà forse modo di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, visti gli esiti non felici di France 2007. Per il momento Nick Mallett si accinge ad una full immersion nel suo nuovo incarico di commissario tecnico della nazionale italiana. Ha 51 anni, è sudafricano di genitori inglesi, ha tre figlie (come Berbizier) e altrettante lauree. Due, in storia e lettere, le ha prese a Cape Town, una terza l'ha conseguita a Oxford in scienze sociali: forse è l'allenatore con più lauree in circolazione. Da giocatore è stato giramondo: terza linea centro in Sudafrica, Inghilterra e Francia - «C'era l'apartheid, il Sudafrica era escluso da tutte le competizioni e io volevo potermi misurare con i campioni degli altri paesi». In mezzo anche un passaggio a Rovigo nel 1982: si narra che, giunto in città, gli chiesero che macchina volesse e che lui abbia risposto «preferisco due biciclette». Da allenatore è stato sulla panchina degli Springboks (17 partite consecutive vinte, un record) e su quella dello Stade Francais (due scudetti consecutivi). Le credenziali sono più che buone.
Il contratto è di quattro anni, di qui al prossimo mondiale: «Con possibile svincolo dopo due anni, qualora noi o lui non fossimo soddisfatti di come procedono le cose», puntualizza il presidente della federazione, Giancarlo Dondi durante la conferenza stampa di presentazione di Mallett. Domenica il primo raduno degli azzurri, 36 giocatori e un solo volto nuovo, Paolo Buso, 21 anni, trequarti di Calvisano. Ed è proprio la trequarti uno dei primi problemi da risolvere per il nuovo allenatore. Il punctum dolens riguarda i ruoli di apertura (Ramiro Pez non ha brillato ai mondiali e attualmente è senza contratto), di estremo (Bortolussi ha deluso assai), e di mediano di mischia (Troncon ha lasciato e Griffen non è esattamente una garanzia per il futuro).
Le domande a Mallett partono proprio da qui: pensi di ricorrere ai soliti equiparati o di lavorare sui giovani? «Sì, quelli sono ruoli fondamentali, e non a caso le quattro semifinaliste dei mondiali vi schieravano ottimi giocatori. Lavoreremo certamente sui giovani, l'ideale sarebbe individuarne alcuni sui 20 anni e farli migliorare sia fisicamente che tecnicamente, in modo da poterli avere in vista dei mondiali del 2011. Ma il Sei Nazioni è tra soli tre mesi e abbiamo bisogno di soluzioni immediate, quindi lavoreremo su due fasi distinte. Quanto agli equiparati, penso che abbia senso impiegarli solo se il loro apporto è tale da far compiere un vero salto di qualità a tutta la squadra». Il nodo è tutt'altro che sciolto, e non è da escludere da qui a febbraio l'arrivo di qualche volto nuovo tra gli stranieri attualmente in forza nel campionato italiano: il più papabile è probabilmente Gerard Fraser, neozelandese di Calvisano che ha sposato un'italiana e acquisirà la cittadinanza di qui a breve.
Di stile di gioco (latino? sudafricano? anglosassone?) non vuole sentire parlare. «La prima cosa è formare il gruppo, e se ci sono tensioni dovute all'esito del mondiale, bisogna metterle da parte». Vuole una squadra, insomma, e su quello lavorerà, assieme allo staff che rimane quello dell'epoca Berbizier. Avesse potuto, qualcuno dei suoi collaboratori lo avrebbe chiamato, ma la federazione era di diverso parere. Gli toccherà imparare l'italiano, ma farà in fretta: uno con tre lauree non si fa di questi problemi.
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