[RUGBYLIST] articolo del Messagero, vale la pena leggerlo

[paolo.familiari a eninabv.eni.it]

Vi allego l`articolo del Messaggero, come al solito parla bene del ns 
amato sport!!!!!

Ciao
Paolo





Lunedì 12 Novembre 2007 
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di CARLO AZEGLIO CIAMPI 
NON alimentiamo a Roma una spirale di aggressività. Ricordiamoci che lo 
sport è passione, sfogo, sentimenti, anche rabbia. Mai, però, violenza. 
Non si risponde alla violenza con la violenza, guai a cedere a logiche di 
vendetta. Ho appreso della rissa tra tifosi laziali e iuventini e della 
morte di Gabriele Sandri mentre seguivo la partita di calcio del Livorno, 
la squadra della mia città, che stava vincendo a Siena. Ho sentito un 
tuffo al cuore. Un ragazzo di ventisei anni, della Balduina, la passione 
per la musica, i dischi, la vita. E' morto, non c'è più, finito sotto un 
colpo di pistola esploso dalla polizia. Penso allo strazio dei familiari. 
Ho avuto la fortuna di diventare nonno, e anche bisnonno, so quali e 
quanti sono le debolezze e le situazioni di rischio che possono vivere 
oggi i nostri giovani.
Quello che mi sento di affidare a questo giornale, in un momento come 
questo, è un messaggio di calma e di serenità. Roma è una realtà complessa 
dove si intrecciano sentimenti e situazioni contrastanti - la mia passione 
sportiva è per il Livorno, la mia vita è qui, a Roma - e oggi più che mai 
avverto il bisogno di sottolineare la mia passione per lo sport ma anche 
il mio impegno personale per la lotta a ogni forma di violenza. Vivere lo 
sport significa vivere anche i contrasti, fino in fondo, ma sempre nel 
rispetto del prossimo. Bisogna portare agli altri lo stesso rispetto che 
chiediamo per noi stessi. Cosa che, putroppo, ieri sera a Roma non è 
avvenuta con gli assalti alla polizia nei pressi dell'Olimpico.
Mi viene alla mente la faccia di mio padre, il suo sguardo incupito, lui 
viveva come un supplizio, quasi un tormento, quella mia ostinata volontà 
di seguire tutte le partite di calcio del Livorno, doveva accompagnarmi ma 
non ne aveva granché voglia. Credo che il calcio debba essere e restare 
questo. Passione, sentimento, un momento (bellissimo) della vita che 
unisce, piutttosto che dividere o alimentare contrapposizioni. Il calcio è 
anche un'occasione di sfogo. Dentro il campo di calcio, sugli spalti, 
fuori dagli stadi e in casa davanti alla tv, si imprechi tranquillamente 
per novanta minuti. Poi, però, finita la partita, si rinsaldi lo spirito 
di amicizia tra tifoserie, si cementi nei rapporti personali la forza sana 
e gioiosa della competizione sportiva che assomiglia (molto) a quella 
della vita.
Il diritto alla sicurezza, alla serenità, alla vita, di cui tanto oggi a 
ragione si parla, è figlio di valori importanti e condivisi che vanno 
diffusi e difesi. 
Sabato 17 marzo di quest'anno, a Roma, c'è stata una partita molto dura e 
combattuta di rugby tra Italia e Irlanda allo stadio Flaminio. Erano 
presenti più di diecimila tifosi. Vinsero gli irlandesi, come previsto. 
Alla fine della partita, però, tutti i tifosi - erano tanti - andarono 
insieme a farsi una birra. Per me lo sport è questo. E tale deve rimanere. 
Non c'è spazio, tra una birra e l'altra, per coltivare odi e vendette. 
Calma e serenità, questo (non altro) serve. 




Paolo Familiari
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