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R: [RUGBYLIST] IL FISICO E LE NUOVE REGOLE
Piero Filotico
pierofilotico a alice.it
Gio 1 Nov 2007 12:17:55 CET
D’accordo, ma rincorrere soltanto tecnica e fisicita’ esasperata
(soprattutto quest’ultima), ci porta ad essere gli eterni inseguitori e non
accelera il salto, ne’ di qualita’ e tantomeno nel ranking. Perche’ nel
frattempo gli altri fanno lo stesso. Per non parlare poi delle sorprese
(Argentina, Fiji) e delle emergenti (Romania, Canada, Georgia, Portogallo),
che stanno facendo le stesse cose. E non sono invasi da questa
incomprensibile febbre degli stranieri a tutti i costi.
Anche forzare i giovani talenti fino al punto di snaturarne le naturali
tendenze, invece di assecondarle e farle diventare i punti di forza del
singolo, l’elemento di distinzione, non mi sembra il massimo: puo’ valere
per la massa, per l’atleta di medio livello, ma per il vero talento puo’
solo essere negativo. Faccio una domanda: se oggi si presentasse sul campo
un giovane Ivan Francescato, quale sarebbe il percorso che gli verrebbe
preparato ?
Il punto esiziale circa il futuro del rugby italiano, giocato da italiani,
consiste nella tua splendida conclusione, che condivido totalmente e riporto
per intero:
“A noi non manca certo la fantasia per crearci un nostro rugby”.
Piero
_____
Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
Per conto di A Zibana
Inviato: giovedì 1 novembre 2007 11.16
A: cavallopazzo; rugbylist
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] IL FISICO E LE NUOVE REGOLE
Il Rugby Italiano per non perdere le posizioni conquistate a livello
mondiale e sperare di migliorare il Ranking deve adeguarsi alle esigenze del
rugby moderno che richiede fisicità esasperata e tecnica adeguata.
Penso non sia facile coniugare le due cose e quindi trovo giusto gli sforzi
della Federazione per migliorare il livello dei giocatori secondo le
esigenze del rugby attuale.
Certamente la presenza di tanti stranieri nel nostro campionato non facilita
la cosa. Tanti giovani decidono di smettere quando non trovano spazio nei
club di appartenenza. Ero a Parma sabato scorso e fra i 44 giocatori scesi
in campo vi era un solo parmigiano.
Bisogna saper adeguere le esigenze del rugby moderno al materiale a
disposizione.
Pretendere da giovanissimi un comportamento da professionisti é, a mio
avviso, sbagliato e si corre il rischio di perdere per strada tanti talenti.
Dovremmo avere un rugby all'italiana come esiste quello tipico del Sud
Africa, della Nuova Zelanda, della Francia e della Australia.
Pretebdere che un italiano abbia la mentalità di un Neo Zelandese é a dir
poco assurdo.
Nick Mallet ha esperienza per trovare un giusto equilibrio sempre che lo si
lasci lavorare..
A noi non manca certo la fantasia per crearci un nostro rugby.
Antonio
----- Original Message -----
From: cavallopazzo <mailto:14cavallopazzo a libero.it>
To: rugbylist <mailto:rugbylist a rugbylist.it>
Sent: Wednesday, October 31, 2007 9:06 AM
Subject: [RUGBYLIST] IL FISICO E LE NUOVE REGOLE
Leggo con preoccupazione condivisa la direzione presa anche dal rugby
italiano che giocoforza si deve mettere in scia alle tendenze mondiali per
quanto riguarda il progetto altezza e di conseguenza la stazza fisica dei
giocatori. Se a ciò si aggiunge il discorso dei tecnici federali che sembra
snaturino le tendenze naturali dei giovani per imporre principi omologati di
gioco chiuso, debbo dire che tutto ciò si allontana di gran lunga
all'essenza del rugby educativo come io l'ho sempre concepito. Ma posso
anche essermi sempre sbagliato: non ho la presunzione di imporre un
qualunque modello.
Leggo ed ascolto nel panorama internazionale di una commissione
dell'international Board che ha il compito di studiare la situazione attuale
del rugby e quindi di proporre regole nuove e/o modifiche alle attuali per
rendere il nostro sport maggiormente spettacolare e con situazioni che
favoriscano il gioco aperto e quindi la possibilità di segnare più mete.
Questo in parole povere. Su questo argomento, che credo molto importante, a
parte qualche battuta non ho letto granchè in list: sarebbe interessante
sentire l'opinione della list stessa, che sovente è pronta a portare
critiche ben poche volte costruttive ed a tutto raggio. Per primo scaglio
una pietruzza nello stagno:
Se si rendesse obbligatorio il placcaggio dell'avversario solo dalla cintola
in giù, vietando ovviamente il placcaggio al petto che oggi va per la
maggiore perchè consente di chiudere l'azione avversaria, che effetto
potrebbe avere sul gioco?
Bene, l'ho detta! Era tanto che mi frullava per il capo. Mi piacerebbe
tornare a vedere le partite degli anni "70, quando nel 5 nazioni imperava il
Galles di Wlilliams ( il mitico estremo che inventò l'inserimento dopo il 1°
centro) e Garreth Edward ed anche di Barry John ( che apertura favolosa!).
Solo per citarne alcuni di quella meravigliosa squadra.
Un caro saluto da Cavallo Pazzo.
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