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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 21 Maggio 2007 16:11:45 CEST


Improntate esclusivamente alla finale di sabato a Monza, riporto le
notizie che il Gazzettino ci fornisce stabilmente ogni settimana.
Da sottolineare, a mio avviso, l'articolo di Antonio Liviero che, da
appassionato analizzatore tecnico, si trasforma in romanziere, tra
realtà e fantasia, per riuscire a descrivere quanto successo sabato
scorso, tra Viadana e Benetton, negli ultimi, concitati minuti.
Ringrazio anche per la puntuale collaborazione Ennio Grosso ed Ivan Malfatto.
Anche gli articoli su Rovigo meriterebbero attenzione.
A risentirci presto.
Franco (TV)

Per il Casinò di Venezia finale promozione col Prato. Wasps regine d'Europa

HEINEKEN CUPIl Leicester non ce l'ha fatta a fare il bis dopo la
conquista della Premiership. A vincere nella finale tutta inglese di
Heineken Cup è stato il London Wasps che ha prevalso 25-9. Se avevano
fatto scalpore i 126 punti subìti in due gare dal Benetton contro i
londinesi, adesso si capirà anche che Treviso è stato battuto da chi
poi ha trionfato. Per il London Wasps due mete di Ibanez e Reddan,
quindi 4 piazzati e un drop di King, per il Leicester 3 piazzati di
Goode.
CHALLENGE CUPSenza Canale e con Troncon rimasto in panchina, il
Clermont Auvergne ha vinto la Challenge Cup battendo nella finale il
Bath 22-16. Tre mete francesi, Marsh, Malzieu e James, quest'ultimo
autore anche di due trasformazioni e un piazzato contro una meta di
Maddock, quindi tre piazzati e una trasformazione di Barkley per il
Bath.

ACCORDO COPPE Le coppe europee sono salve. Dopo un lungo braccio di
ferro con la federazione inglese le squadre francesi e inglesi hanno
firmato ieri un accordo di partecipazione per le coppe europee per i
prossimi 7 anni. Quali indennità per i giocatori messi a disposizione
delle nazionali ai club verrebbero girati 17 milioni di euro
complessivi a stagione. Le società inoltre dovrebbero vedere aumentare
le loro quote azionari fino a prendere il controllo delle coppe. «Una
nuova era è cominciata - ha commentato il presidente della Lega
francese Serge Blanco-. Tutte le nostre richieste sono state
soddisfatte».

SUPER 14Finale thrilling a Durban. I Bulls hanno vinto 20-19 la sfida
decisiva con gli Sharks. Due mete a testa: Spies e Habana per i Bulls
(oltre a due piazzati e due trasformazioni di Hougaard), Pietersen e
Van den Berg per gli Sharks, quindi 3 piazzati di Montgomery.

SERIE A Sarà Casinò di Venezia-Prato la finale promozione. Ieri, nelle
gare di ritorno delle semifinali, il Casinò di Venezia ha ribaltato la
situazione vincendo 30-19 (andata 14-23) contro il MarchiolSanMarco,
il Prato a sua volta ha espugnato Roma 17-15 dopo aver già vinto la
gara di andata.

SERIE BNelle finali promozione entrambe vincenti le venete. Il
Benetton ha vinto a Colleferro 13-8, il Cus Padova ha battuto in casa
l'Accademia Roma 36-12. Domenica il ritorno a campi invertiti.

SEVEN La Nazionale azzurra ha vinto per la prima volta il Torneo di
Amsterdam battendo in finale il Portogallo 26-0, formazione che aveva
trionfato in parecchie occasioni in questo Seven.

OLDRugby e mare. Le Quattro Repubbliche Marinare (Venezia, Pisa,
Amalfi e Genova)da quest'anno si sfideranno anche nel rugby con
squadre Over 35. L'iniziativa si svolgerà al Lido di Venezia il 26
maggio, inizio alle 16, presso il campo comunale delle Quattro
Fontane. L'iniziativa, promosaa dal Venezia Academy e dal Rugby Lido,
sarà agganciata al tradizionale palio remiero.

E.G.
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 L'ex apertura lascia con un'anno di anticipo i Cheetahs e già oggi
sarà a Treviso. Guiderà una squadra dove ritorneranno i big e le
grandi ambizioni
Green-Smith, staffetta per il Benetton stellare
Munari: «Scelto il sudafricano perché è uno di noi, come Craig».
L'addio del tecnico con l'83\% di vittorie: «Orgoglioso dei 4
scudetti»

Craig Green passa la palla a Franco Smith. Il giorno dopo l'eroica
finale di Monza (28-24 dopo i supplementari al Viadana) e la conquista
del 13. scudetto, il Benetton Treviso ufficializza quando già era
nell'aria. In panchina si cambia nella continuità.
«Oggi Smith sarà a Treviso - spiega il dg Vittorio Munari - Avrà un
incontro con la società per impostare un programma simile a quanto
abbiamo fatto con Craig cinque anni fa. Quanto resterà? Non ce lo
siamo ancora detti, ma non è importante. In tribuna a Monza c'era uno
striscione: "Green, 1 di noi". Anche Smith sarà uno di noi, questa è
la cosa importante». Radici. Senso di appartenenza a un club. Orgoglio
di vestirne la maglia, o di guidarne la squadra. Sono i motivi che
hanno portato alla scelta di Smith nel solco di una strategia della
gestione degli uomini che Munari ha imparato dal suo maestro Memo
Geremia. «Lui diceva: tutti utili, nessuno indispensabile. Così è
anche a Treviso». Un credo che fa assomigliare un po' il Benetton di
oggi al Petrarca di un tempo. E non poteva essere diversamente.

Franco Smith, 35enne ex Springboks (9 caps), a Treviso ha già giocato
3 anni, vincendo 2 scudetti ('03, '04). Aveva già iniziato anche ad
affiancare Green nelle analisi tecniche, viste le doti di allenatore
dimostrate. Ne era l'erede naturale. Dal Sudafrica l'hanno chiamato
però i Cheetahs a fare l'assistant. E lui ad agosto di 2 anni fa se
n'è andato. Scombinando un po' i piani al Benetton, ma non intaccando
il legame e la stima reciproca. Tant'è che torna prima del previsto
(in Sudafrica aveva un altro anno di contratto) per guidare una
società che dopo la stagione dei giovani e del basso profilo (dove
però ha vinto ugualmente) riprenderà a pensare in grande. Non a caso
con Kimura, i due Barbieri, Labuschagne, De Jaeger e altri ha già
fatto incetta nel mercato.

Il passaggio di consegne permetterà a Green di partire per la sua
villa di Brisbane in Australia, a godersi la nuova piscina e il rugby
in tivù. «In questo momento non sto cercando una squadra, altrimenti
sarei rimasto a Treviso - spiega Toni - Ho avuto altre offerte
dall'Italia, ma non le ho prese in considerazione. Non andrò neanche
ai Mondiali con il Giappone come assistant di Kirwan. Voglio riposare
un po' e poi vedremo».

Un riposo che viene dopo 4 scudetti in 5 anni al Benetton e un rulino
di marcia impressionante: 105 partite, 88 vittorie, 4 pareggi e 13
sconfitte. Percentuale di successi 83\%. Più di John Mitchell nei suoi
3 anni agli All Blacks (82\%), tanto per capire. Se ci aggiungiamo le
4 finali in 4 stagioni (1988-91) e lo scudetto da giocatore si vede
come Green abbia lasciato un segno al Benetton. «Sono molto orgoglioso
dei 4 titoli - spiega soffermandosi su quelli da allenatore - Ma non
dimentico le 2 finali conquistate nei 3 anni a Calvisano e la
trasformazione di quella realtà da semiprofessionistica a leader del
rugby italiano. Quando incontro Alfredo Gavazzi ancora me ne riconosce
parte del merito, e la cosa mi fa piacere».

Un grande piacere deve fargli anche aver superato proprio Munari
(fermo a 3) negli scudetti da allenatore. «Deve pagare la cena!» lo
punzecchia. Ma il dg replica: «Fra giocatore, tecnico e dirigente io
sono a quota 8, come il presidente Amerino Zatta!». E con Smith in
panchina i due non hanno nessuna intenzione di fermarsi.

Ivan Malfatto
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 Una palla perfetta al termine della notte (A. Liviero)

 Il tredicesimo scudetto del Treviso arriva al termine della notte.
Dopo cento minuti di lotta, di sofferenza, di errori frustranti. Di
dominio territoriale e di possesso sprecato di fronte alla difesa del
Viadana che Love deve aver copiato dagli argini maestosi del Po
durante le piene autunnali. Arriva dopo cento minuti di rincorsa ormai
senza quasi più speranza. Quando a illuminare il gioco sembrano
rimaste solo le luci dei riflettori e la battaglia più importante non
è più con gli avversari ma con i propri muscoli che rispondono sempre
meno. Arriva dalla giocata più facile e dalla mischia più difficile.
Al quinto minuto del secondo tempo supplementare la palla che cambia
definitivamente la finale spingendo per la prima volta il Treviso in
testa è affidata a un confronto tra i due pacchetti dentro l'area dei
22 metri, da posizione centrale. Occasione deliziosa perché la difesa
è spezzata in due. E poi c'è lo schema pronto, provato e riprovato
ossessivamente durante la settimana: inserimento dell'estremo Williams
a impegnare i centri e palla rapida all'ala per il soprannumero
improvviso di Perziano che abbandona il lato chiuso e si materializza
al fianco dell'altra ala Mulieri. Cento volte l'hanno giocata in
allenamento. E mai la palla è caduta. Ma serve una palla linda. E
rapida. Una palla perfetta. E chiedere agli avanti la perfezione a
quel punto della notte nessuno lo può fare con un minimo di decenza.
Perchè gli avanti hanno speso tutto. Già da qualche minuto Costanzo, a
causa dei postumi del suo infortunio, ha esaurito la mezz'ora di
autonomia, gli sono venuti i muscoli di marmo e ha dovuto lasciare il
campo. È tornato dentro Di Santo. Ma Pedro è preso dai crampi. Allori
pure. E i mantovani dopo aver a lungo patito hanno cominciato a girare
il pack biancoverde come una pizza nel forno a legna.

I grossi si guardano negli occhi. Sbaraglini fa un rapido inventario
di quello che è rimasto dentro di sè e dei compagni. Parla con i
piloni. E decide che dentro c'è quel che basta. Cuore e anima.
«Vinciamo questa mischia o è finita» grida. Si flettono: Di Santo
tocca la spalla di Aguero. Il tempo si ferma. Sente il respinto del
pilone sinistro avversario. Capisce che anche lui è stanco. Poi
l'ingaggio comandato dall'arbitro viene sommerso da uno sbuffo
collettivo, dal fragore del contatto. Pedro è perfetto nel timing.
Prende il vantaggio su Aguero, spinge dritto come una ruspa, i piedi
piantati. «L'ho fatto solo col cuore, non con la tecnica» racconta.
Aguero non ha la forza di entrargli all'interno e di spingere su
Sbaraglini. La mischia non trema. Non gira. Spingono in otto, come
sempre, bassi di schiena. Il pack avanza. Conquista la palla sulla
spinta. «L'ho solo tallonata un po'» dirà alla fine stremato
Sbaraglini, i piedi gonfi e scalzi a cercare il refrigerio dell'erba.

La palla esce dritta tra i piedi del numero 8. E fila lieve nella zona
dei centri dove si presenta Williams con una corsa lievemente obliqua
e la faccia di chi vuol giocare a Tom e Jerry con i centri gialloneri.
«Ho accelerato e attaccato il 13 - racconta l'aborigeno-. È venuto
verso di me. Anche il 12 mi puntava. Facile. Ho guardato al largo e
c'era tanto spazio. E c'era Maci».

Perziano ha raccolto la palla senza nemmeno scuotere la chioma. Aveva
all'esterno Mulieri. Non ha sbagliato romanzo Maci. È entrato in area
di meta per il tuffo del suo ottavo scudetto personale. Inesorabile.
Nulla avrebbe più potuto mutare quella trama. Nemmeno Moretti, che
all'ultimo respiro della partita si è visto sfuggire in avanti la
palla del ribaltone. Un altro finale, un'altra finale erano già
scritti.
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FESTA CON I TIFOSI ALLE TRE DI NOTTE ALLA CLUB HOUSE DI MONIGO
Perziano brinda con 148 bottiglie di spumante

Treviso
NOSTRO SERVIZIO

Uno scudetto sofferto al termine di una stagione tirata e difficile.
All'inizio di questa annata erano molti gli scettici sulle decisioni
della società di ringiovanire la rosa con l'inserimento di 13
ragazzini, ma alla fine Zatta e Munari, presidente e direttore
generale della società pluriscudettata, hanno dimostrato di aver avuto
ragione. Ed è stato proprio il successo della linea verde, oltre alla
conquista del titolo in sè, uno dei priciplai motivi di soddisfazione
della festa scudetto. Alle 3 di domenica mattina, all'arrivo a Treviso
e precisamente nella club house di Monigo, provenienti da Monza, i
ragazzi trevigiani hanno trovato un buon gruppo di tifosi ad
attenderli, un gruppo di sostenitori che ha affrontato sonno e tanta
stanchezza per un viaggio incubo.

Una festa soft, comunque, visto che anche i giocatori denotavano una
certa stanchezza per i 110' giocati ma anche per tutto il resto,
tensione, fatica e viaggio. Una festa soft di breve durata, qualche
birra e poco dopo le 4 i ragazzi trevigiani hanno lasciato alla
spicciolata la club house per andare a letto. Ma ieri sera la festa è
ripresa con la cena di addio a Craig Green che dopo 5 stagioni
bellissime nella società biancoverde ha lasciato per andare in
Australia.

PERZIANO E ASTORIA Allo scudetto vinto sabato l'Astoria Vini, che
quest'anno ha legato il suo nome al Benetton Rugby, ha aggiunto un
premio pesante: una scorta di bottiglie pari al numero di mete
realizzate in 10 anni di carriera.

Grazie al successo sul Viadana, Maci Perziano è diventato non solo il
giocatore più scudettato della storia (8 campionati vinti, tutti con
Treviso, dal 1997 al 2007), ma anche il metaman più prolifico in
attività, con 148 passaggi oltre la linea. Per questo l'Astoria Vini
dei fratelli Paolo e Giorgio Polegato, ha deciso di assegnargli un
premio speciale: gli verrà consegnata infatti una bottiglia per ognuna
delle mete realizzate in 10 anni di carriera. In totale 148 tappi da
far saltare, per festeggiare come si deve questo traguardo. «Una
carriera come quella di Maci merita certo più di un brindisi ha
dichiarato Paolo Polegato e lui potrà farlo con 148 bottiglie di Cuvée
Astoria Lounge».

Ennio Grosso
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Premi affrettati e autostrada chiusa

Non sono mancate le gaffe alla finale di Monza. Insolita quella di
assegnare il premio al miglior giocatore a 15' dalla fine del tempo
regolamentare col punteggio ancora in bilico. Senza nulla togliere a
Pilat (premiato) nel finale e nei supplementari è arrivato il meglio
della partita. Ma la gaffe più antipatica è stata con i tifosi:
autostrada chiusa dalle 22 alle 6 sul tratto Milano-Bergamo! E rientri
massacranti a notte fonda lungo le strade intasate dal traffico del
sabato sera o sperduti percorsi alternativi non segnalati.
L'incredibile è che era già successo in occasione della finale a Monza
dello scorso anno. Errare è umano, perseverare...
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LETTERA APERTA ALLA CITTÀ IN MISCHIA DI FRANCESCO ZAMBELLI
Ultimatum dello sponsor Femi-Cz: «O Rovigo lavora per il rilancio o
dopo 18 anni lascio»

La Femi-Cz spa è disponibile ad essere sponsor principale della Rugby
Rovigo anche per la prossima annata sportiva a queste precise
condizioni.
1. Che la società non trascini con sé posizioni insostenibili sul
piano debitorio, ai fini della dovuta pienezza operativa, poiché la
sponsorizzazione vuole segnare un ritorno di Rovigo nei piani alti
della classifica e non un intervento per sistemare situazioni
pregresse, o evitare sviluppi indesiderati. Queste mansioni non
spettano allo sponsor.

2. Che la città e la provincia (nelle loro istituzioni, imprese,
appassionati vecchi e nuovi), mostrino una partecipazione concreta,
attiva nel ruolo organizzativo e di promozione del rugby. La Femi-Cz
va lasciata sola nell'opera di rilancio.

3. Che la prima squadra venga adeguatamente rafforzata sul piano del
tecnico e dei giocatori, con una predilezione per i rodigini emigrati
che vorrei rivedere in maglia rossoblu. Ciò non significa che quanti
si sono fatti apprezzare quest'anno, e non sono stati pochi, non
meritino la riconferma, ma che ad essi si devono affiancare giocatori
che consentano di fare un salto di qualità.

4. Che la Femi-Cz non si trovi a dovere accettare scelte tecniche
senza avere potuto verificare che quanto detto sopra si sia
realizzato. La mia società dovrà poter accertare che i finanziamenti
dello sponsor non serviranno a vivacchiare nel Top Ten, ma a
ricominciare a salire per toccare traguardi consoni alla tradizione,
degni dell'impegno e dell'attese di uno sponsor e di tutti gli altri
sostenitori finanziari.

Non desidero intervenire se non ci sono certezze di ulteriori
sostegni, al fine di realizzare il progetto che ho esposto. Nuovo
impulso passionale ed economico, nuove mete. Se così non sarà, vorrà
dire che il rugby a Rovigo è destinato a infilare una china negativa,
ed io non intendo essere sponsor né di una passione sportiva che non
c'è, né di un tale ulteriore decadimento. Già l'anno scorso dicevo
questo, ma poi ho accettato la sponsorizzazione per l'annata 2006/07
perché non ho saputo resistere al grido di disperazione proveniente
dai nuovi dirigenti, che hanno dovuto e saputo affrontare con coraggio
e determinazione un'annata terribile, dalla quale sono usciti bene,
tenuto conto delle premesse. Inoltre eravamo arrivati alla fine di
luglio, per me fuori tempo massimo per altri progetti. Ma non ripeterò
questa esperienza. Sono disponibile a partecipare solo al rilancio del
rugby a Rovigo e non ad un suo nuovo vivere difficile e senza
prospettive. La decisione è maturata, ed è irrinunciabile.

Mi aspetto quindi che a breve qualche volenteroso, appassionato,
capace e ambizioso prenda l'iniziativa. C'è tempo fino alla fine di
maggio. Secondo me non se ne pentirebbe. Altrimenti dal primo giugno
darò credito ad altre proposte promo-pubblicitarie, che alla Femi-Cz
non mancano.

Francesco Zambelli
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 (im) Dai tempi di gloria dell'ultimo ...

(im) Dai tempi di gloria dell'ultimo scudetto ai tempi di magra
odierni, per 18 anni la Femi-Cz e il suo titolare Francesco Zambelli
sono stati sostegno finanziario della Rugby Rovigo, che fossero
sponsor di maglia o no. Ora è giunto il momento della svolta. O si
torna a un Rovigo protagonista del panorama italiano, o la Femi-Cz
dice addio., Dal 1. giugno destinerà i suoi soldi altrove. Lo dice la
lettera aperta firmata da Zambelli che pubblichiamo qui a fianco. È
rivolta agli appassionati e si colloca in un momento cruciale della
vita del club. Mentre ieri lo "Scanavacca Day" ha celebrato il
campione rodigino (ha annunciato che non smetterà di giocare; quasi
certo il ritorno, avrebbe già rescisso il contratto con Calvisano),
nei prossimi giorni si deciderà infatti, come ogni estate, il destino
della Rugby Rovigo. Ovvero: se modificare o meno ragione sociale al
club per affrontare il nodo dei debiti; se dare fiducia alla compagine
societaria che ha salvato i rossoblu dalla retrocessione, o cambiare
di nuovo; quale guida tecnica scegliere (dopo le ipotesi Brunello,
Ferrari, Etcheto ci sono quelle del clamoroso ritorno di Nelie Smith e
il contatto con la coppia Dotto-Salamon); quali acquisti fare (nel
mirino Estomba, Bocchini e un ritorno di Dal Maso); e soprattutto
quale modello di sviluppo scegliere per affrontare il professionismo
con le risorse limitate di Rovigo. I rossoblu riusciranno finalmente a
rialzare la testa?



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