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[RUGBYLIST] Articolo di Marco Pastonesi
Giovanni Sonego
g.sonego a pianeta.it
Lun 19 Mar 2007 18:01:57 CET
ettore1789 a virgilio.it ha scritto:
> O lista tacita, riaccenditi di luce al ricordo dello splendido articolo
> di Pastonesi pubblicato ieri sulla Gazzetta sportiva. Nonostante la
> sconfitta, non abbiamo perso la prima pagina, ed anzi le intere pagine
> 2 e 3 erano dedicate al rugby. Mi sono venuti i brividi a leggere
> l'articolo di Pastonesi, me lo voglio incorniciare (l'articolo). Bravo,
> Marco!
> Con l'occasione vi comunico che il sito scrum.com ritiene che
> Troncon sia stato il miglior giocatore del torneo, e nel XV ideale
> dell'intero Six Nations figurano Troncon, Castrogiovanni e Nieto.
> Saluti a tutti
> Ettore
>
Con il permesso dell'autore, riporto l'articolo di Marco Pastonesi
citato da Ettore
Ciao
Giovanni Sonego
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Quello che unisce i gallesi, ama ripetere Gareth Edwards, scherzando, è
che sono tutti concepiti su un campo da rugby. Magari sul sedile di una
macchina o sul lettino dei massaggi o sull' erba dell' area di meta.
Tutti, in qualche modo, se non proprio fratelli, comunque affratellati.
C'è molto di vero nelle parole del mitico mediano di mischia
gallese:basta guardare i nomi e cognomi dei giocatori. Dinastie di tre
quarti, generazioni di avanti, alberi di famiglie ovali, parentele di
uomini e donne che al rugby hanno regalato legamenti e zigomi, garretti
e craponi in cambio di partite, storie, sentimenti, legami. Una
ragnatela umana. Perché è così. Fra chi gioca rincorrendo un pallone
ubriaco di vita, di amicizia o birra, si instaura un codice che non ha
bisogno di regolamenti o tribunali. C' è, vige, funziona, dura, si
trasmette, si eredita. Tanto che, alla fine, comunque vada, non esiste
più l' Inghilterra o la Francia, non esistono più gli All Blacks o gli
Springboks. Esiste solo il rugby. Esistono solo i rugbisti. È una magia.
Ditelo in giro, a chi ancora non ci crede. Portate i bambini,
convincente lemamme, accompagnate i nonni. Accendete un «Italia-Irlanda»
in un ospedale: per due ore la gente respira, resuscita, risorge. 80' di
battaglia, poi la pace più bella del mondo. Lo sport ricomincia da qui.E
il bello è che da qui non torna più indietro.
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