[RUGBYLIST] Italia - Galles

[Giovanni Ciraolo]

Approfitto della sobrieta' di commento di Antonio Zibana per dire due parole su Italia-Galles.
I veri successi si costruiscono piano piano, anno per anno, attraverso tanti miglioramenti invisibili. 
Ero a Parigi nei giorni scorsi, e posso dire che la stampa francese ha accolto e commentato con grande favore i risultati dell'Italia.
Tuttavia, affermare che oggi l'Italia sia stabilmente posizionata tra le grandi del rugby europeo sarebbe un po' azzardato. 
La nostra nazionale e' cresciuta con un sistema prevalentemente di élite, che sfrutta allo stesso tempo ottimi preparatori,
eccellenti tecnici di ruolo, ritiri studiati fin nei minimi particolari, giocatori cresciuti in pochissime grandi squadre (in gran parte estere),
miglioramenti incrementali ottenuti in ambienti chiusi e con tests di varia natura.
Non ci possiamo dunque illudere, la strada da percorrere e' ancora lunga per creare un movimento non dico paragonabile
ad altri paesi anglosassoni, ma anche comparabile a quello di altri sport 'minori' italiani, che tesserano cinque o sei volte di piu'
degli attuali effettivi FIR. 
Ricordiamoci come in nessuna edicola di grande citta' italiana siano visibili al passante delle pubblicazioni nazionali
sul rugby (che pure ci sono), mentre qui a Roma sono sempre in bella mostra le varie pubblicazioni straniere del settore
a beneficio del turista (Le Monde du Rugby, Rugby World etc..).
Non c'e' dunque ancora una cultura del rugby in Italia. Lo provano anche certi commenti giornalistici piu' o meno moviolistici,
oppure certe dichiarazioni di personaggi pubblici che stanno al rugby grossomodo come il crodino sta alla vodka.
Rimaniamo con i piedi per terra. Ho sempre apprezzato molto Berbizier. Sono ed ero (fin dall'inizio) convinto della sua serieta'
e della sua capacita' di unire e di comunicare l'unita' dello sforzo alla squadra e all'esterno. Quando un tecnico straniero,
come Pierre Berbizier, che guadagna moltissimo in una grande multinazionale della comunicazione decide di licenziarsi, 
di trasferire famiglia e bagagli in un altro paese e di predisporre un programma a lungo termine per un sistema-rugby nazionale,
ebbene io dico che quest'uomo e' veramente una persona seria ed allo stesso tempo si tratta di un vero rugbista. 
Tuttavia, la crescita del rugby in Italia e' insidiata da un rischio simile a quello che minaccia la palla ovale oltralpe:il DIVISMO.
I nostri rugbisti non possono diventare dei divi che vivono fuori della realta', o che subiscono ritiri tecnici di due mesi. 
Non e' questo il vero rugby, credo non lo sia mai stato. Abbiamo visto cos'e' successo alla Francia, cosa e' accaduto a Michalak
ed altri grandi giocatori malamente ripagati dal divismo. Evitiamo il divismo. Cerchiamo di spingere, insieme ad altre Federazioni
che potrebbero aiutarci (tra cui proprio l'Irlanda che affronteremo sabato), verso un miglioramento delle attuali regole di gioco
che negli ultimi anni hanno troppo favorito le difese, e trasformato il rugby a 15 in un gioco a 13....       
I successi della nostra nazionale possono (a mio parere) favorire una rinascita del vero rugby oppure iscriversi in uno sviluppo
disumanizzante basato sull'ipertrofia della tattica, delle regole e dell'anti-gioco  
giovanni 
  ----- Original Message ----- 
  From: A Zibana 
  To: rugbylist a rugbylist.it 
  Sent: Saturday, March 10, 2007 9:42 PM
  Subject: [RUGBYLIST] Italia - Galles


  La seconda vittoria consecutiva nel Torneo ci ripaga di molte amarezze.
  Ci manca ancora il passaggio ai quarti della RWC ma con questa squadra non mi sembra un traguardo irraggiungibile.
  Vorrei che si riconoscesse pieno merito a giocatori, allenatori, staff e dirigenti che hanno fatto parte della squadra fin dal suo esordio nel 2000.
  Sono orgoglioso di averne fatto parte.
  Ora l'Irlanda. Affrontandola con la giusta mentalità,e sono certo che ai giocatori non manca, si può vincere.

  Antonio



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