R: [RUGBYLIST] Dov'è la diversità di valori del rugby?

[Riccardo Melegari]

Assolutamente d'accordo.
Anche sull'intervento di Dario Massimi.
Inserirei pero' un paio/tre di ulteriori riflessioni su questo spinoso tema.
La prima. Quanta gente abbiamo sentito "professarsi" onesta in contesti non
sempre opportuni; sono del parere che debba essere sempre il prossimo a
pensarlo tanto e dirlo poco, saranno i ns. atti a parlare per noi.
La seconda. Provando a fare mente locale ed invito tutti a fare lo stesso,
gli episodi raccontati dagli amici sopra in fondo sono sempre riconducibili,
fatte le debite proporzioni per ognuno nei propri Comitati Regionali, alle
stesse benedette Societa'
sempre uguali nel repertorio delle proprie Giovanili: mani e piedi nelle
Ruck, antigioco sistematico, affossamenti vari, intimidazioni verbali ecc
ecc.
Quindi vi e' qualcuno all'interno di queste Siocieta' che gli insegna un
rugby che non e' rugby.
La terza. Il rugby e' e deve essere fatto di sana e forte aggressivita', ma
quando passeremo da un'aggressivita' oltremodo diffusa semplicemente "di
testa" e di "trance agonistica" ed invece ad una sorta di aggressivita' piu'
professionale, fatta cioe' di meno urla disperate in campo e fuori, di
comunicazionale razionale e normale, di placcaggi duri ma non cattivi(cioe'
solo fatti per rabbia o sotto la tribuna), di passaggi ben fatti(cura della
tecnica individuale).
In buona sostanza meno parole urlate da dirigenti ed allenatori, si leggano
anche le sorta di "arringhe" prepartita di molti allenatori per aumentare la
carica agonistica
e magari in settimana si e' lavorato scarsamente sulla crescita tecnica dei
ragazzi per compensarla con le parole dell'ultimo minuto.
Solo un'ulteriore contributo ad un'argomento quanto mai spinoso e che
coinvolge certamente anche altre problematiche sulla questione, ma che pone
anche seri interrogativi sul fatto, ormai cronico per l'Italia, del
passaggio dalle giovanili al professionismo di ben pochi ragazzi.
Riccardo Melegari
Arix spa

-----Messaggio originale-----
Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
Per conto di solorugby a libero.it
Inviato: lunedì 5 marzo 2007 10.01
A: d.massimi
Cc: rugbylist
Oggetto: Re:[RUGBYLIST] Dov'è la diversità di valori del rugby?

Ci vuole l'intervento della federazione che punisca fino a far sparire
queste squadre. Inibire l'accesso ai campi a quegli allenatori che
continuamente inveiscono contro gli arbitri. Punire le squadre che hanno un
pubblico che incita alla violenza. Gli arbitri devono sempre segnalare le
intemperanze dei tifosi ostili, e se riconoscono dei tesserati tra il
pubblico segnalarli. Il cancro va reciso alla radice essere sempre
intolleranti verso quelle societa che non fanno prevenzione.
Anch'io qualche giorno fa ho scritto qualcosa sull'educazione sportiva degli
addetti ai lavori
I dirigenti (quelli con la D maiuscola) dovrebbero loro fare prevenzione,
spiegare ai genitori dal tifo calciofilo che con il loro comportamento non
fanno altro che danno alla società, che stare sugli spalti non li autorizza
a screditare il buon nome della società, ma come dicevo prima dovrebbero
essere dirigenti con la " D " maiuscola.
Se incrementare il numero dei tesserati e delle società bisogna arruolare
"cani e porci" ,  allora dico meglio pochi ma buoni.
Questo è il mio pensiero.

Gianni Amore


---------- Initial Header -----------

>From      : rugbylist-bounces a rugbylist.it
To          : "rugbylist" rugbylist a rugbylist.it
Cc          : 
Date      : Sun, 04 Mar 2007 22:54:34 +0100
Subject : [RUGBYLIST] Dov'è la diversità di valori del rugby?







> Buonasera,
> scusatemi tutti, ma ho bisogno di condividere con chi vuole capire un 
> momento di particolare tristezza per il nostro sport. Oggi ho assistito 
> a una partita Under 17 del girone d'élite Centro-Sud che si è conclusa 
> con una rissa generalizzata. Ometterò di scrivere i nomi delle squadre. 
> L'arbitro scriverà il suo referto, il giudice sportivo prenderà le sue 
> decisioni, e chi vorrà le potrà vedere sul sito del Comitato regionale 
> laziale (www.rici.it) tra qualche giorno. Io voglio solo mettervi a 
> parte di quello che ho visto io e poi porre anche a voi il quesito se 
> questo è rugby, se questo è sport e se basta giocare in un campo con le 
> porte ad acca per definirsi rugbisti. Io oggi ho visto giocatori 
> esultare per l'uscita di un avversario infortunato alla spalla dopo una 
> carica di spalla molto, ma molto al limite del regolamento; ho visto, 
> durante la rissa, tre o forse più giocatori colpire ripetutamente con 
> calci e con pugni alla testa un avversario a terra, non ho visto ancora 
> il referto del medico, ma il ragazzo ha perso i sensi; ho visto ragazzi 
> di quindici e sedici che prima di gettarsi nella rissa si sono tolti la 
> maglia per non essere identificati; ho sentito genitori minacciare che 
> nessuno sarebbe uscito vivo da lì se suo figlio si fosse fatto male; ho 
> sentito solo il segnalinee della società di quei ragazzi scusarsi per 
> quanto successo. Sono convinto, e lo dico soprattutto ai dirigenti e 
> agli allenatori di quella società, che forse con questo "stile" si può 
> anche vincere una partita, ma sicuramente non si arriverà più a vincere 
> un campionato di categoria, sicuramente non si costruiscono dei 
> rugbisti, ma soprattutto non si costruiscono degli uomini. E mi 
> piacerebbe non sentire più certa gente riempirsi la bocca con 
> l'ipocrisia dei "Valori" del rugby.
> Buonanotte,
> Dario Massimi
> 


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