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R: [RUGBYLIST] Re: Notizie del lunedì (Zatta/Dondi)
Melegari Riccardo
riccardo.melegari a arix.it
Mar 31 Ott 2006 12:44:15 CET
Era lo stesso proposito che mi ero ripromesso la settimana scorsa scrivendo
in List piu’ o meno sullo stesso argomento: uscire da questo immobilismo
strategico angosciante.
Il tema e’ riproposto dal Presidente Dondi, anche se con argomentazioni
riguardanti aspetti solo formali della questione e anche poco condivisibili
dal sottoscritto; mi auguro abbia un seguito operativo durante tutta la
stagione in modo da giungere ad una formulazione di proposta ad ERC o Celtic
o perche’ no a tutte due nei tempi necessari per iniziare dopo la WRC 2007!
Riccardo Melegari
Arix spa
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Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
Per conto di Angelo.Volpe
Inviato: lunedì 30 ottobre 2006 17.45
A: allrugby; rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] Re: Notizie del lunedì (Zatta/Dondi)
Anch'io ieri ho ascoltato il servizio di Pacitti su Radio1. Ero in macchina
e stavo seguendo la gara di Valentino Rossi. Ohibò, ho pensato, rugby sulla
Rai?? Che succede? Meraviglia delle meraviglie. E devo dire che sono rimasto
molto perplesso nel sentire l'intervista a Dondi. Il quale dice, quasi con
candore, che le squadre italiane per quanto riguarda le partite di coppa non
sono tenute a rispettare la regola dei 12 giocatori di formazioneitaliana.
La Fir lascia libere le squadre di immetterne di più, se lo vogliono. Il che
mi porta a pensare a due soluzioni:
1- è possibile tesserare più giocatori stranieri e farli giocare a
piacimento solo nelle coppe europee
2- è possibile tesserare più giocatori stranieri e farli giocare a rotazione
in campionato a patto di non superare la famosa quota dei 12 italiani a
referto.
Se non ho preso lucciole per lanterne, questa sarebbe la soluzione proposta
da Dondi alle società che devono attrezzarsi per le coppe europee.
Come dire che un club dovrebbe avere risorse economiche tali da potersi
permettere di tesserare un certo numero di giocatori ma di tenerne in
tribuna una parte.
Lo spirito dei 12 italiani a referto mi pare sia quella di salvaguardare i
giocatori italiani che si vedrebbero portare via il posto in formazione
dagli stranieri (di qualunque tipo). Bene, ok. Ha un senso e potrebbe
portare a qualcosa di buono se non fosse che di solito parte di quei 12 sono
i titolari fissi della panchina e generalmente non entrano mai. Ma
evidentemente fatta la legge, trovato l'imbroglio. E a suggerire il modo di
aggirare la regola è il presidente federale in persona. Fenomenale. Certo,
formalmente la regola dei 12 a referto è rispettata, ma in pratica si
suggerisce ai club come aggirarla. A parte la valutazione etica che ognuno è
libero di fare in proposito, viene da chiedersi quanti e quali sarebbero i
club italiani in grado di mettere a contratto un giocatore, pagarlo
regolarmente, e farlo giocare solo saltuariamente, ossia in coppa o a
rotazione nelle partite di campionato. Follia pura.
A questo punto mi pare sarebbe più serio e più saggio abbandonare la strada
delle regole dettate e poi aggirate. Mi sembrerebbe il caso di intraprendere
seriamente e concretamente la strada delle selezioni (Nord ovest, nord est,
centro, ecc.... o semplicemente selezione Bianca, Rossa o Verde...) da
iscrivere alla Heineken e alla Challenge Cup. Due, tre o quattro da
suddividere tra le due manifestazioni europee. L'ostacolo attuale è quello
di mettere d'accordo i club nella suddivisione della parte economica
spettante alle squadre partecipanti. E allora perchè non creare le selezioni
direttamente da parte della Fir, saltando l'accordo impossibile tra i club?
La Fir, individuato uno specifico per le coppe selezionatore alla stregua
della nazionale, come per la nazionale paga una quota per ogni giocatore
selezionato. Forse non tutti lo sanno, ma attualmente la convocazione di un
proprio tesserato frutta al club di appartenenza un gettone di 5.000 euro
per ogni convocazione. Un club che arriva ad avere 7-8-10 convocati mette in
tasca 35-40-50 mila euro ad ogni impegno della nazionale. Fate un po' i
conti di cosa significa alla fine della stagione per le casse di quel
club..... Significa, credo, ripagarsi buona parte degli ingaggi ai
giocatori....
E allora sull'esempio della nazionale, perchè non creare 3 o 4 selezioni,
iscriverle alle Coppe, per esempio due (o una) in Heineken e due in
Challenge, e reclutare i 100 giocatori necessari con lo stesso criterio
adottato per la nazionale? 25 giocatori X 4 selezioni = 100 (italiani e
stranieri). I club che forniscono i giocatori ci guadagnano una cifra quale
rimborso da parte FIR e non potranno di certo lamentarsi e noi, come Italia,
potremo finalmente esprimere quattro formazioni di vertice formate da
giocatori provenienti potenzialmente da tutte le squadre italiane, senza
limitazioni di stranieri e italiani.
Il budget della federazione credo non abbia problemi ad affrontare un
investimento del genere perchè pingue come non mai a causa dei diritti del 6
nazioni. In più non dimentichiamoci delle sovvenzioni che arrivano dall'ERC
(?) che potrebbero finire sempre alle società in ragione e proporzione ai
giocatori forniti.
Vi sembra impossibile (a parte la difficoltà nell'esporre il progetto)? Io
credo di no, laddove ci sia davvero la volontà di uscire dall'imbuto che
vede i club italiani non in grado di competere con quelli stranieri.
Certamente mi sembra molto più serio che suggerire di tesserare più
giocatori e di farli giocare solo per le Coppe o tenerli a rotazione in
tribuna.
Certo come proposta è semplicemente buttata lì e sicuramente presenta falle
o punti oscuri, ma è solo una proposta per avviare la discussione, non
pretendo certo di avere la soluzione in tasca.
angelo
(scusate la lunghezza)
From: allrugby <mailto:allrugby a gmail.com>
To: rugbylist a rugbylist.it
Sent: Monday, October 30, 2006 2:46 PM
Subject: [RUGBYLIST] Notizie del lunedì
Copio id incollo dal Gazzettino di oggi.
Mi sembra che l'intervista al presidente della Benetton Amerino Zatta
capiti a fagiolo, anche in relazione ai turni di coppa disputati, per
una discussione in list.
Ciao.
Franco (TV)
Ma che emozioni con Mulieri e Perziano
Il Treviso soffre molto nella conquista. La mischia difetta di
potenza: è stata maltrattata sia dal Perpignan che dal Castres. E deve
ancora arrivare, nel doppio confronto di dicembre, la più potente del
girone: quella del London Wasps. La touche balbetta, e la lunga
squalifica di Tejeda aggrava i problemi nel lancio. Con la pressione
addosso, ovvio che le cose si complichino per la cerniera. Il gioco al
piede è il grande assente e sembra più facile sbarcare sulla luna che
occupare il campo. Regge invece la linea difensiva, capace di pressare
e di recuperare palloni interessanti. E non difetta la qualità nella
circolazione della palla. Peccato che le occasioni di sfruttarla siano
così rare e di bassa qualità.
***
Due delle tre mete segnate (tutte in prima fase) a Castres dimostrano
che la classe e l'ispirazione della linea arretrata è intatta. Azioni
pregevoli. La prima, quella di Maci Perziano, è nata da uno strepitoso
rilancio di Mulieri. Sul calcio di Lassucq sopra i pack riuniti per un
maul, ha raccolto Semenzato a metacampo e ha passato all'indietro per
l'ala all'altezza della linea dei 15 metri. Mulieri ha innescato una
corsa trasversale fatta di soffici appoggi che ha debordato l'intera
barriera difensiva transalpina che saliva da lontano: superato in
orizzontale anche il secondo centro Carballo, ha scartato raddrizzando
la corsa con una sorprendente accelerazione dopo aver fintato un
passaggio a Sartoretto. Una volta guadagnata la linea dei 10 metri ha
saltato Goosen per imboccare direttamente all'esterno Maci piè
veloce.Si sa che Perziano come respira l'aria della Francia si
galvanizza. Sembra che si diverta da matti. Specie se gli servono una
palla veloce. Quando riceve ha davanti a sè 40 metri di campo. Si
allarga leggermente verso la linea di touche, stampa sul prato sette
falcate perentorie, alza la testa. Cerca con lo sguardo Jean-Baptiste
Peyras. Lo fissa negli occhi. E quando lo affronta sulla linea dei 22
metri: sorpresa. Maci raddrizza il tronco, calcia l'aria col destro,
un po' alla Campese. E contemporaneamente esegue un buffo saltello
sull'altro appoggio. Una sberleffo. Perchè quando ricade sulla
caviglia sinistra orienta il corpo verso l'interno, ma con un cambio
di passo fulminante se la fila dalla parte opposta. L'estremo del
Castres abbranca l'aria, finisce con la faccia sull'erba, tenta una
disperata manata sulla caviglia della lepre trevigiana che però si è
già tolta dalla traiettoria, affonda i bulloni a un paio di centimetri
dalla linea di touche e conclude la sua corsa con un tuffo trionfale.
«Terrible» ripetono in tribuna i telecronisti francesi. Seigne in
panchina osserva con calma: «Bella meta, il Treviso ha molta velocità
all'esterno».
***
Non aveva ancora visto la terza meta. Quella di Legg. Nata da un
pallone bonificato dagli avanti con una ruck a fondo touche dopo un
lancio maldestro. Picone dà ad Ansell rimasto fuori dallo schieramento
della rimessa laterale, in posizione di primo attaccante. Passaggio a
Goosen sui 40 metri, Legg si inserisce a vuoto fissando i centri
francesi mentre il sudafricano serve alle sue spalle Mulieri. Ma si
pronuncia Muliaina. L'ala trevigiana si esibisce in un gioco di
appoggi interno-esterno degno dell'all black. Prende l'intervallo e
accelera. Sfugge alla francesina di Peyras, poi piazza un frontino su
Marticorena che arriva a chiudere dall'interno. Sulla linea di meta
gli si para infine davanti Christophers. Ma a questo punto
Mulieri-Muliaina non può più sbagliare: è il vertice di un rombo con
Perziano a destra, Goosen sull'asse e Legg all'interno. Deve solo dare
la palla. La mesce, facile, all'inglese che trotterella in mezzo ai
pali: quattro passaggi, meta in prima fase. Un sorso di champagne dopo
tanta acqua. A Treviso il palato non si guasta mai, nemmeno nelle
giornate peggiori.
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COPPE - 2. TURNO Il presidente del Benetton spiega perchè dal 2004/05
Treviso ha perso 9 match consecutivi in Heineken. Ultimatum a Dondi
«La regola dei 12 italiani ci affossa in Europa»
Zatta: «Se la Fir non ci pone alle stesse condizioni degli altri sarà
sempre peggio. Loro corrono in Ferrari, noi su una Fiat»
Due stagioni fa il Benetton Treviso vinceva 3 partite su 6 del suo
girone, battendo Bath e Bourgoin (2 volte), e sfiorava lo storico
passaggio ai quarti in Heineken Cup. Da allora non ha più vinto in
coppa (9 sconfitte consecutive) e venerdì sera ha beccato 41 punti a
Castres. «Una vera umiliazione - confessa il presidente trevigiano
Amerino Zatta - se penso che fino al 2004/05 questa era un'avversaria
che potevamo battere...».
Come mai questo crollo? Perchè la squadra italiana leader in Europa,
per un periodo ha avuto quasi il 50\% di successi, non è più
competitiva? E con essa l'intero movimento, visti i risultati anche di
questo 2. turno di Eurocoppe dove solo l'Arix Viadana (in Challenge)
ha sconfitto la neopromossa Albi, mentre tutte le altre hanno preso
batoste?
«Perchè con la regola dei 12 atleti di formazione italiana, di cui un
under 21, obbligatori a referto non è possibile essere competitivi in
Europa - continua Zatta - La prossima stagione quando diventeranno 13
sarà ancora peggio. Due anni fa, quando il Benetton batteva il Bath e
il Bourgoin, giocava con 5 stranieri e il resto di atleti con
passaporto italiano. Venerdì a Castres noi avevamo i 12 italiani
previsti, loro 15 non francesi su una rosa di 35 della rosa. Già
facevamo fatica a competere quando avevamo le stesse regole degli
altri, adesso è impossibile».
L'attacco alle nuove regole volute dalla Fir è esplicito. Come quello
alle risposte date dal presidente federale Giancarlo Dondi su
RadioRai, a una domanda fatta dal sempre attento Paolo Pacitti sui
risultati delle italiane. «Dondi ha risposto - continua Zatta - che
nessuno vieta ai club italiani di organizzarsi per le coppe come fanno
i club europei. Vero. Ma non dice che gli inglesi, i francesi e gli
altri hanno le stesse regole sia in coppa che nei loro campionati, non
due regole diverse. Se dovessi seguire il consiglio di Dondi, dovrei
allestire e pagare due rose distinte. Una per il campionato con i 12
italiani, una per le sole 6 partite di coppa con gli stranieri.
Assurdo! Sia dal punto di vista organizzativo che degli investimenti.
Sarebbe come correre su una Ferrari in Europa e su una Fiat nel
campionato, mentre gli altri corrono sempre in Ferrari».
Zatta è amareggiato da tutto ciò. Afferma con rabbia che che «è da
masochisti fare l'Heineken Cup a queste condizioni». Si dice convinto
che «fino a quando la federazione non prenderà adeguati provvedimenti
saremo sempre penalizzati in Europa». Paventa una fuga degli ultimi
sponsor innamorati del rugby (compresi i Benetton?) se le cose non
cambieranno: «I club devono costruire i giocatori fino ai vent'anni
per poi vedere che se ne vanno all'estero, come fanno ormai tutti i
migliori italiani, e scoprire che ciò va a beneficio della Nazionale,
la quale se li trova belli e pronti per l'alto livello. A cosa serve
allora continuare a investire?».
Il numero uno trevigiano non ha dubbi, andando avanti di questo passo
«i club spariranno, o si limiteranno a svolgere attività amatoriale».
Bisogna quindi scegliere: o si costruisce un movimento forte,
competitivo (anche in Europa), con un campionato credibile che riporti
indietro i migliori italiani e si cambia rotta; oppure no e in coppa
andrà sempre peggio. «Qualunque delle due strade Dondi voglia
imboccare, deve dirci qual è il suo progetto - chiude Zatta - Vuole
sostituire i club con le selezioni? Ce lo dica chiaramente. Poi
potremo non sposare la sua linea, ma almeno sapremo dove vuole portare
il rugby. E ci comporteremo di conseguenza».
Ivan Malfatto
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Il Galles vuole escluderci dal barrage
(im) Colpo di mano del Galles nell'ultima riunione dell'Erc, tenuta
martedì a Dublino. Al momento di discutere l'aumento dei soldi da far
affluire nelle casse delle italiane che partecipano alle coppe europee
(dall'attuale 9\% degli introiti complessivi si vuole arrivare nel
giro di due anni al 12,5\% parificando l'Italia alle tre celtiche) il
rappresentante gallese si è detto favorevole solo a una condizione:
eliminare il barrage di accesso all'Heineken Cup fra un'italiano e una
gallese dando quel posto al Galles. Evidentemente il ko subito dai
Dragons in casa con il l'Overmach Parma brucia ancora. Il colpo di
mano sembra sia fallito, ma dimostra l'ostilità dei gallesi (anche in
chiave Celtic Legaue) nei confronti dell'Italia.
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GLI ALTRI GIRONI. IN HEINEKEN LE FRANCESI GUIDANO 4 GIRONI SU 6
Drop di Parisse, quattro azzurri in meta
Un solo successo per le squadre italiane nel secondo turno delle coppe
europee.
L'Arix Viadana ha vinto in casa contro l'Albi 26-13. A non essere
travolto nonostante il ko, come al solito, il Benetton, uscito
sconfitto da Castres 41-22. Quasi 70 punti subìti, invece, da Ghial
Calvisano e Skg Gran Parma, 50 quelli al passivo per l'Overmach Parma
(debutto da titolare per il pilone di San Donà Alberto De Marchi), 53
per il Carrera Petrarca. Anche in questo secondo turno drammatica la
differenza tra i punti segnati e quelli subiti. In Heineken Cup le
italiane hanno segnato 40 punti e ne hanno subiti 158, in Challenge
Cup i punti fatti sono stati 38 contro 135 al passivo, per un totale
di 78 all'attivo e 293 al passivo.
E' stata poi la giornata del clamoroso drop segnato da Sergio Parisse
in Stade Français-Ospreys. Anche in questo turno non sono mancate le
sorprese. Ha tirato un po' su la testa il Tolosa. In Heineken Cup a
guidare i 6 gironi sono 4 francesi, una gallese e una irlandese; in
Challenge Cup comandano 3 inglesi e due francesi.
HEINEKEN CUP Poule 1:Partita intera e una meta per l'azzurro Pablo
Canavosio in forza al Castres nel match vinto contro Treviso
41-22.Poule 2:Gloucester-Agen 26-32 (Bortolami, capitano degli
inglesi, uscito ad un quarto d'ora dalla fine), Edinburgo-Leinster
25-24; Agen 9, Leinster 6, Edinburgh 5, Gloucester 1.Poule 3:Stade
Français-Ospreys 27-14 (gara intera per i fratelli Bergamasco e
Parisse, Mirco autore di una meta e Parisse di un drop (!) da 25
metri), Sale-Calvisano 67-11; Stade Français 9, Sale 6, Ospreys 4,
Calvisano 0.Poule 4:Munster-Bourgoin 41-23 (Pucciariello entrato a
sostituire temporaneamente Horan negli irlandesi, Del Fava 80' nel XV
francese), Cardiff-Leicester 17-21 (negli inglesi Castrogiovanni
uscito a metà ripresa); Munster 9, Cardiff, Leicester 5, Bourgoin
0.Poule 5:Llanelli-Ulster 21-15, Tolosa-London Irish 37-17 (nel Tolosa
80' per Perugini); Llanelli 9, Tolosa, Ulster 5, London Irish 1.Poule
6:Overmach Parma-Biarritz 7-50 (per Dellapè gara intera),
Northampton-Border Reivers 37-13; Biarritz 10, Border Reivers,
Northampton 5, Overmach Parma 0.
Il prossimo turno nel weekend dell'8-10 dicembre: sabato 9 Ghial
Calvisano-Ospreys, Overmach Parma-Northampton (entrambe alle 14),
domenica 10 London Wasps-Benetton (ore 15 locali).
CHALLENGE CUP Poule 1:Bristol-Dragons 11-7 (80' per Stanojevic nel
Bristol), Bucuresti-Bayonne 32-27; Bristol 9, Dragons 6, Bucuresti 5,
Bayonne 2.Poule 2:Narbonne-Saracens 20-37 (76' giocati per Ongaro, al
rientro nei Saracens), Glasgow-Gran Parma 69-7; Saracens 9, Glasgow 6,
Narbonne 4, Gran Parma 1.Poule 3:Nel Brive, che ha battuto il
Newcastle 41-12, 80' di gioco per Orquera autore anche di una meta e
due trasformazioni.Poule 4:Harlequins-Montpellier 57-10, Bath-Connacht
21-19; Harlequins 9, Bath 8, Connacht 2, Montpellier 1.Poule
5:Clermont Auvergne-Worcester 29-23 (nei francesi Troncon ha giocato
77' da capitano e ha segnato pure una meta, tribuna invece per
Canale), Arix Viadana-Albi 26-13; Clermont Auvergne 9, Worcester 6,
Arix Viadana 4, Albi 0.
Prossimo turno: sabato 9 dicembre Brive-Carrera (ore 15), domenica 10
Arix Viadana-Clermont Auvergne (ore 14) e Saracens-Gran Parma (ore 15
locali).
Ennio Grosso
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