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[RUGBYLIST] Considerazioni "europee"
allrugby
allrugby a gmail.com
Lun 23 Ott 2006 22:06:59 CEST
Sono stati scritti fiumi di parole in relazione all'atteggiamento dei
club italiani nell'ambito delle coppe europee.
In quell'ambito, non ci può essere paragone.
Troppa la differenza di cultura, passione, pubblico, budget, per
reggere il confronto con club di provata solidità, anche se, ogni
tanto, il colpaccio di un'italiana si avvera e fa notizia.
L'esodo dei ns. campioni all'estero è la conferma di un campionato
orfano di "schei", che, volente o nolente, sono la benzina del
movimento.
E' il cane che si morde la coda.
I campioni se ne vanno, il campionato svilisce, per far rivivere il
campionato c'è bisogno di quei campioni che, invece, ci lasciano, gli
sponsor svicolano constatando il mancato affare, i soldi mancano e ci
si arrangia come si può.
All'estero si riempiono gli stadi, non solo con la nazionale: in
Italia siamo ancora al pionierismo!
L'esodo dei ns. talenti va arginato.
La federazione, di concerto con i club, deve trovare una politica che
immetta nuova linfa nel movimento lasciando stare "la carega".
Ci vogliono scelte coraggiose, che premino le società che più
s'impegnano nella crescita e formazione di talenti; ci vuole una
promozione d'immagine, prima di tutto, dello sport in sè stesso, che
non prescinda solo dai soliti discorsi di "valori" - indubbiamente
sacrosanti - ma, molte volte retorici.
Marketing, studi di settore, accoglienza, disponibilità e possibilità
per far crescere i giovani garantendo loro tutte quelle necessità
imprescindibili da qualsiasi attività: lo studio ed il lavoro.
Organizzazione di campionati o tornei in linea con le aspettative dei
club e della nazionale.
E' dal 1989 che si continua con una formula di campionato ormai
logora, asfittica e flebile: perchè nessuno, in federazione, si è mai
fatto carico di studiare il fenomeno per cambiarne disposizioni e
regole, mentre continuiamo a documentare, tristemente, l'esodo in
massa dei ns. ragazzi migliori.
Certo, all'estero impareranno molto di più dandoci il modo di
sfruttare la loro esperienza a livello di nazionale. Ma siamo,
comunque, anche in questo caso, lontani dall'elite.
Facciamo in modo che si parli del ns. campionato, non solo per
ribadirne la pochezza.
Ai piani alti del palazzo del rugby italiano è tempo di svegliarsi, di
agire con coerenza seguendo serie pianificazioni pluriennali. Basta
con le avventure estemporanee e le dichiarazioni che, tanto, "tutto va
bene". Non è vero niente! Non va bene un bel niente.
Ricordiamocelo!
Vincere con la Scozia non significa nulla, se non c'è un serio,
sistematico e concreto piano per la ricrescita di tutto il movimento
rugbistico italiano.
Gli altri corrono: noi siamo ancora fermi al bar a bere lo spritz! In
attesa di ... di ...
Ciao.
Franco (TV)
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