Questo sito è dedicato alla rugbylist, un ritrovo "virtuale" dove si incontrano centinaia di appassionati di rugby.
[RUGBYLIST] Punti d'incontro
Massimo Gallo
gallomassimo a iol.it
Lun 20 Nov 2006 10:18:57 CET
Io propongo un'altra chiave di lettura per spiegare la sconfitta che sottopongo a chi tecnicamente ne capisce qualcosa. A mio avviso abbiamo peccato sui punti d'incontro. Premesso che l'Argentina giovaca al limite del fuori gioco come già detto, è fuori discussione che non abbiamo saputo far fronte alla troppa pressione, ma sopratutto abbiamo risolto i punti d'incontro con estrema difficoltà cosa che con l'Australia non si è verificata. Troppi palloni sportchi, pochi in avanzamento, troppi uomini impiegati per recuperare l'ovale.
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> Buongiorno a tutti,
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> a me è sembrato che fosse solo una questione di una diversa "tara" tra Ita e Arg. La loro, è sicuramente maggiore della nostra; per fare meglio di loro l'Ita deve superarsi, loro devono giocare "normalmente".
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> P.S. Griffen è stato "letto" egregiamente dalle loro terze, Picone no. Pez, pòr crist, sembra abbia addosso la maledizione sfigosa di Paperino quando se la deve vedere con Gastone. A me fa tenerezza. Avete visto quando è stato asfaltato nel primo tempo dopo un calcio? Bortolussi il "Cigno" è di un'eleganza innaturale, sembra quasi che giochi a pallavolo! Ma ieri il suo uppenunder si è trasformato in un boomerang!
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> Luca
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> > Biancaneve dev'essere ancora baciata dal Principe Azzurro.
> > La Bella Addormentata deve ancora svegliarsi completamente.
> > Cenerentola non ha ancora trovato la sua scarpina.
> > Facendo il verso alle favole della mia infanzia (e a quella di tutti,
> > credo), ecco, in sintesi, che cosa ne penso della ns. Bella Italia del
> > rugby.
> > Un qualcosa che non si completa, che non si definisce, che esita.
> > Arriverà, sicuramente, il colpaccio (con la solita Scozia di turno?
> > Non sarebbe un colpaccio, ma un'evento prevedibile), forse con
> > l'Irlanda che oggi ha strapazzato l'Australia anche tramite un O'Gara
> > ispirato, tecnicamente ineccepibile e sempre lucido?
> > O con il Galles, che si è divertito al pallottoliere con il Canada?
> > Con l'Inghilterra, che supera a fatica un Sudafrica abbastanza spento?
> > Oppure con la Francia, vista con la NZ, nel giro di sette giorni,
> > recuperare un po' di credibilità ma non il gioco?
> > Nelle due partite giocate con Australia (sicuramente la migliore) ed
> > Argentina, si è consolidata la frattura esistente tra avanti e
> > trequarti.
> > Un collegamento tenuto in piedi con il nastro adesivo, la cui
> > scollatura si è evidenziata decisamente ieri con i Pumas (ah, solo 5 i
> > reduci di Twikenham in campo!).
> > Scelte di gioco poco coerenti, fors'anche giustificate da un sempre
> > latente fuorigioco avversario, mai abbastanza punito dall'arbitro, ma
> > anche dettate, credo, dal "non saper bene cosa fare".
> > Incertezza, insicurezza dei propri mezzi e banalità a volte
> > inguardabili, sono segno anche di logorio fisico e mentale: Griffen e
> > Pez hanno dimostrato di saper fare meglio.
> > L'entrata dei sostituti ha velocizzato una manovra che, comunque,
> > offende con armi spuntate.
> > Raramente i 3/4 prendono e sfruttano la linea del vantaggio, i
> > sostegni al largo sono quasi sempre in ritardo di quel mezzo secondo
> > che permette all'avversario di ripiazzarsi.
> > Non abbiamo quel cambio di passo e di velocità necessari a scoordinare
> > le difese, andiamo sull'uomo a testa alta e di petto, senza mai
> > puntare, invece, sul suo lato debole.
> > La touche, pur migliorata rispetto ad un a settimana fa, lascia sempre
> > con il fiato sospeso: l'ansia prende il tifoso italiano ad ogni
> > lancio, perchè non c'è ancora la (quasi) matematica certezza di
> > prendere almeno i propri: i mezzi per migliorare, comunque, ci sono.
> > La mischia continua a confermarsi partita dopo partita. Raramente è in
> > difficoltà e tutti la temono, indistintamente. Ma trovano anche
> > adeguate contromisure.
> > A mio avviso, per fare qualche altro passettino in avanti, bisogna
> > rendere più fluido il collegamento tra i reparti, fare scelte di gioco
> > semplici ed efficaci, consolidare la touche ed avere anche un po' di
> > fortuna, che non guasta mai.
> > Scusate la disamina frettolosa, sicuramente carente ed incompleta, ma
> > è quello che mi sentivo di scrivere.
> > Buona notte a tutti.
> > Franco (TV)
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Il rugby è sempre una storia di vita, perché è lo sport più aderente alla esigenza di ogni giorno: lavoro, impegno, sofferenze, gioie, timori, esaltazioni. Non è uno sport da protagonisti, ma una somma di sacrifici. Luciano Ravagnani
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