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R: [RUGBYLIST] Giocatori Italiani all'estero
jxcira a tin.it
jxcira a tin.it
Dom 31 Dic 2006 16:55:26 CET
Come dice Antonio Zibana, i nostri nazionali che giocano all'estero
stanno facendo bene (come spesso documenta 'Le Monde du rugby'), sia
ricoprendo ruoli trainanti nelle loro squadre, sia diffondendo
patrimonio tecnico da assorbire in Italia.
Tuttavia, manca a tutt'oggi
una scuola tecnica italiana internazionalmente riconosciuta. Forse per
questo gli inglesi facevano quelle strane domande ad Antonio Zibana (ma
anche voi giocate a rugby?), anche se oltre-Manica non sempre si
percepisce cio' che esattamente succede nel resto del mondo, e non solo
nel rugby.
Forse il bilancio federale permetterebbe qualcosa di meglio
di cio' che abbiamo a livello tecnico e didattico. Ogni squadra del 6
Nazioni ha uno stile specifico e l'ha sempre avuto, per esempio il
rugby scozzese e' molto classico nel far circolare l'ovale e
nell'attacco ed e' sempre stato diverso dal gioco individuale irlandese
o dalla fantasia difensiva dei francesi o dal tremendo impatto e
velocita' dei gallesi.
Noi invece variamo stile a seconda dei
giocatori che abbiamo: poiche' adesso molti sono in Francia, il nostro
gioco e' diventato quasi transalpino, cioe' difesa pressante e
conquista rapida e conservazione dell'ovale ed azioni improvvise,
finte, cambiamenti di direzione etc...
A seconda del trainer della
Nazionale, tendiamo dunque a spostarci verso l'una o l'altra scuola,
generalmente oscillando tra un'opzione molto fisica e raggruppante di
tipo australiano o neo-zelandese e gli schemi sempre molto razionali e
mentali dei francesi che introducono l'improvvisazione nelle manovre
piu' regolari e monotone del mondo.
Forse, con un trainer realista
come Berbizier ci stiamo definendo piu' chiaramente di fronte agli
altri, ma fatichiamo ancora a precisare un nostro stile definitivo.
Probabilmente il rugby italiano aveva uno stile piu' preciso quando era
tecnicamente inferiore a quello di oggi, e possedeva solo qualche
grande personaggio, come ai tempi in cui giocava Antonio Zibana.
Pero'....inviterei tutti a bussare alla propria memoria e chiedersi:
abbiamo presente come eravamo appena tre-quattro anni fa e quel che
siamo oggi?
Nella storia mondiale della palla ovale, non credo si
possa trovare un esempio di crescita tecnica piu' rapida di quella
italiana degli ultimi anni, che ha proiettato una nazionale al margine
della storia continentale in una squadra competitiva come le altre
grandi. La Francia, quando entro' nel 5 Nazioni, fatico' anni prima di
uscire dalle figure barbine, dalle sconfitte subite a zero punti o
quasi.
Siamo sempre bravi a parlar male di noi stessi, dei nostri
governanti, del nostro futuro e di quant'altro.
Noi italiani siamo
esterofili di natura anche se le nostre donne sono le piu' belle del
mondo ed il nostro patrimonio culturale-artistico rappresenta il 70 per
cento di quello mondiale ed e' questa nostra esterofilia congenita
(anche gli antichi romani l'avevano!) che ci porta a idealizzare
modelli stranieri in tutti i campi o a comprare preferibilmente
automobili di altri paesi spesso chiaramente inferiori ai migliori
modelli del nostro design e meccanica (ricordate cosa diceva Henry Ford
quando vedeva passare un'Alfa? io mi tolgo il cappello!) e cosi' via
dicendo.
Spero che il nuovo anno ponga fine a questa nostra auto-
denigrazione permanente che e' lo sport nazionale preferito, di cui il
calcio con le sue eterne discussioni rappresenta a mio parere solo un
sotto-prodotto.
Spero che il nuovo anno ci porti veramente quel 'self-
respect' e quella 'self-esteem' che, malgrado tutto, meritiamo
ampiamente, e di cui abbiamo tanto tanto bisogno!
Buon 2007!
giovanni
ciraolo
----Messaggio originale----
Da: azibana a tin.it
Data: 31-
dic-2006 10.55 AM
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST]
Giocatori Italiani all'estero
Direi che tutti i nostri giocatori,
quando impiegati, si compotano più che bene. La loro utilizzazione in
campionati più competitivi fa si che la nazionale tragga vantaggi a
discapito però del Super 10 privato dei protagonisti di grido. Se si
aggiunge anche la qualità non brillantissima degli stranieri impiegati
dalle nostre squadre si comprende il non altissimo livello del nostro
Torneo.
Per non incorrere in omissioni cito solo Marco Bertolami che
sta facendosi onore nel suo Club. Per un italiano essere capitano di
una squadra inglese é uno straordinario riconoscimento se si pensa che
non molti anni fà in Inghilterra si pensava che in Italia non si
giocasse a rugby.
Quante volte mi si chiedeva, eravamo nel 1959, " ma
allora giocate anche voi a rugby ?
Questo avveniva durante i terzi
tempi che seguivano le partite da me giocate con gli Wasps.
Tornando a
Bartolami, mi spiace di non averlo avuto con me in Nazionale dove
esordì l'anno dopo io lasciai.
Ma forse ricorda il mio nome per
quell'azione che Brad volle forse dedicarmi.
Citando Bartolami non
dimentico certamente tutti gli altri a cui va il mio piùì fervido
augurio di una positiva carriera professionistica.
Auguri di Buon Anno
a tutti voi
Antonio_______________________________________________
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