R: [RUGBYLIST] Craig Green, addio all'Italia?

[Salvatore Messina]

Ognuno tira acqua al proprio mulino...

Il problema è molto semplice:
la FIR deve assolutamente "sponsorizzare" i giocatori italiani di livello ed i clubs che li fanno giocare;
i Clubs, però, devono spendere molti soldi per creare i giocatori italiani di alto livello internazionale e accorciare i tempi non rivolgendosi al mercato dei saldi degli stranieri.
Soprattutto bisogna mettersi nell'ordine di idee che per fare attività giovanile per l'alto livello bisogna tirare fuori dal borsellino ben più di quello che si spende per un club di S10 e questo se lo possono permettere solo 3 o 4 realtà in Italia. Ribadisco realtà e non clubs, concordando in pieno con la proposta di Gianni (e non solo).
 
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY

Salvatore Messina



----- Messaggio originale -----
Da: Angelo.Volpe <angelo.volpe a poste.it>
A: "rugylist@" <rugbylist a rugbylist.it>
Inviato: Mercoledì 13 dicembre 2006, 11:09:43
Oggetto: [RUGBYLIST] Craig Green, addio all'Italia?


Il Corriere della Sera di oggi, ed. del Veneto, fa lo scoop del mese ( o 
dell'anno?) in una intervista realizzata da Elvis Lucchese. Green, 
allenatore del Benetton Treviso, a fine maggio lascia Treviso e l'Italia. E' 
la scadenza naturale del contratto e non pare avere intenzione di 
rinnovarlo, sebbene si dica in pieno accordo con la società. Dunque non 
problemi interni, ma esterni. E Green lo dice chiaramente senza peli sulla 
lingua. Il problema sta nella delusione patita da parte della Federerazione 
che da il massimo per la nazionale, ma fa poco o nulla per i club. E' chiaro 
che la scintilla che ha dato fuoco alle polveri è stata la sconfitta pesante 
contro Wasps (55-0). La domanda di Lucchese era: perchè ad un certo punto il 
Treviso è passato dal vincere il 50% dei match di coppa fino a due anni fa 
alle sconfitte a raffica degli ultimi tempi?
La risposta di Green: il problema sta nei regolamenti imposti dalla 
federazione che non ci permettono di competere alla pari con le formazioni 
francesi e inglesi. Oltre al gap "storico" ci troviamo a combattere anche 
quello formale-regolamentare.

Ormai è un coro altissimo quello intonato un po' da tutti contro le norme 
imposte da Dondi. Non certo più un sommesso mormorio come fino a poco tempo 
fa. Certo che le batoste nelle coppe diventano ad ogni turno più pesanti e 
parallelamente i commenti e gli umori degli appassionati si fanno 
altrettanto pesanti. Ne abbiamo un esempio anche noi in rugbylist proprio in 
questi giorni. Ma al di là dei lamenti fini a se stessi urge sempre di più 
andare a fondo delle analisi e certamente Craig Green ha tutte le carte in 
regola per poter autorevolmente intervenire sull'argomento.


Angelo
 
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