Carlos Spencer – Il funambolo degli All Blacks
Le giocate sfrontate, la velocità, i lampi di genio, sono queste le caratteristiche che hanno fatto di Carlos Spencer uno dei giocatori più amati del nostro tempo.
Le giocate sfrontate, la velocità, i lampi di genio, sono queste le caratteristiche che hanno fatto di Carlos Spencer uno dei giocatori più amati del nostro tempo.
Il tallonatore John Pullin ha giocato 42 volte in nazionale tra il 1966 e il 1975, in quello che può essere definito il periodo più buio del rugby inglese. Eppure, grazie ad una forza enorme e alla continua ricerca della perfezione nell’arte della mischia e del gioco degli avanti, il giocatore del Bristol è diventato uno dei tallonatori tecnicamente più abili del suo tempo.
Dean Richards, o “Deano”, come lo chiamavano i tifosi, era facile da individuare sul campo, in quanto ha sempre giocato con i calzettoni abbassati alle caviglie. Questo aspetto leggermente trasandato non avrebbe potuto essere più ingannevole, perché il poliziotto di Leicester, in realtà, aveva una grinta e una forza enorme.
L’apertura Malcolm Dacey non spicca certo nell’elenco dei leggendari numeri 10 suoi connazionali, come Barry John, Phil Bennett e Jonathan Davies, ma è stato comunque un giocatore di grande intelligenza tattica e notevole coraggio, che ha soltanto avuto la sfortuna di giocare in uno dei periodi più oscuri del rugby gallese.
L’ala degli All Blacks Jeff Wilson è stato un giocatore completo: sapeva correre, calciare, difendere e ha fatto il tutto con notevole precisione e abilità. Aveva anche un grande fiuto per andare in meta, come dimostrano le 44 segnature in 60 partite, tutte festeggiate con il suo “tuffo del cigno”.
Nonostante le poche vittorie conseguite e la scarsa vena dei Dragoni nel periodo buio che va dal 1989 al 1994, le volate di Arthur Emyr sulla fascia sono state tra i pochi sprazzi di luce sotto il cielo dell’Arms Park.
Il pilone del Gloucester Mike Burton ha guadagnato 17 caps per la nazionale inglese tra il 1972 e il 1978, ma è stato più volte escluso dalla rosa a causa delle stravaganze del sistema di selezione di quel periodo.
Considerato il migliore estremo d’attacco dell’era moderna, lo scozzese Andy Irvine è stato un giocatore leggendario, un vero e proprio genio che ha cambiato il modo di concepire il ruolo del numero 15.
L’estremo del Bath Jon Callard ha guadagnato soltanto cinque caps con la nazionale inglese nell’arco di tre stagioni, ma la sua carriera internazionale è stata lo stesso estremamente ricca di eventi.
Nato a Londra da genitori irlandesi, questo estremo di grande talento avrebbe potuto giocare per l’Inghilterra o per l’Irlanda, ma lui è emigrato in Nuova Zelanda dove ha indossato la maglia degli All Blacks.