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<div class=Section1>
<p class=MsoNormal><span style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";
color:#1F497D'>Apprezzo la tua prudenza, che suppongo essere anche suffragata
dalla tua esperienza dello specifico ambiente italiano; vorrei però notare che
il Montessori, dopo molte difficoltà incontrate prima della seconda guerra
mondiale, è oggi utilizzato da decine di migliaia di scuole in tutto il mondo. Senza
grossi ostacoli. Da molto tempo non è più roba di élite, perché ci sono state
delle conversioni del metodo originario. In ordine alla cosiddetta fusione tra metodo
Montessori e metodo Villepreux non è detto che essa debba riguardare direttamente
l’insegnamento di base: si può largamente collocare questo tipo di formazione nell’ambito
di stages estivi e poi di training avanzato (con una specie di “master” del rugby).
Da diverso tempo Villepreux fa il pensionato (con un piccolo incarico politico
locale credo nel Limousin), ma continua a ricevere inviti tecnici sul territorio
in Francia ed altrove. Se lo chiamano diversi gruppi di allenatori regionali vuol
dire che un ritorno da queste presenze c’è sempre! <o:p></o:p></span></p>
<p class=MsoNormal><span style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";
color:#1F497D'><o:p> </o:p></span></p>
<div>
<div style='border:none;border-top:solid #B5C4DF 1.0pt;padding:3.0pt 0cm 0cm 0cm'>
<p class=MsoNormal><b><span style='font-size:10.0pt;font-family:"Segoe UI","sans-serif"'>Da:</span></b><span
style='font-size:10.0pt;font-family:"Segoe UI","sans-serif"'>
rugbylist-bounces@rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces@rugbylist.it] <b>Per
conto di </b>Totorugby<br>
<b>Inviato:</b> sabato 31 ottobre 2015 19:42<br>
<b>A:</b> rugbylist@rugbylist.it<br>
<b>Oggetto:</b> [RUGBYLIST] I: R: I: rugby situazionale: il pensiero di
Villepreux!<o:p></o:p></span></p>
</div>
</div>
<p class=MsoNormal><o:p> </o:p></p>
<div>
<p class=MsoNormal>Purtroppo il metodo globale non è applicabile su larga scala
in quanto presuppone insegnanti di altissima competenza. Villepreux ha fatto un
po' come Silvan che spiega due o tre trucchi semplici e fa credere che tutti
possano fare il mago sapendo solo quelli.<o:p></o:p></p>
</div>
<div>
<p class=MsoNormal>Per saper insegnare proficuamente con il metodo globale
servono profonde conoscenze di psicologia e basi tecniche. Pensare che un
ragioniere dopo un paio di ore di corsi nel tempo libero possa insegnare il
rugby ai ragazzi con quel metodo è un'assurdità.<o:p></o:p></p>
</div>
<div>
<p class=MsoNormal><o:p> </o:p></p>
</div>
<div>
<p class=MsoNormal><o:p> </o:p></p>
</div>
<div>
<div>
<p class=MsoNormal><span style='font-size:10.5pt'>Inviato da Samsung Mobile<o:p></o:p></span></p>
</div>
</div>
<p class=MsoNormal style='margin-bottom:12.0pt'><br>
<br>
<br>
-------- Original message --------<br>
Subject: [RUGBYLIST] R: I: rugby situazionale: il pensiero di Villepreux! <br>
From: Giovanni Ciraolo <jxcira@tin.it> <br>
To: 'Rugbylist Rugbylist' <rugbylist@rugbylist.it> <br>
CC: <br>
<br>
<o:p></o:p></p>
<div>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto'><span
style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";color:#1F497D'>Il
metodo Montessori ha i suoi sostenitori e i suoi avversari: non lo considero
però un contenitore universale capace di incubare, sostituire o accelerare
qualsiasi processo di insegnamento! Villepreux sarà pure creativo nei metodi,
anche se il concetto di creatività non è univoco, ma non è certo lassista negli
obiettivi! Quello che trovo interessante in lui è il fatto di porsi delle
domande in apparenza quasi banali (perché una squadra non riesce ad utilizzare
degli uomini, perché l’avversario riesce a posizionarsi in anticipo, perché non
si cambiano scelte di attacco già concordate, come esplorare la parte più
aperta del campo, vedi seconda linea di attacco)… ebbene aldilà delle facili
battute le risposte a queste domande non sono mai del tutto semplici. Un conto
è dire: questa cosa è così (metodo vecchie suore/righello: che pure ha dato
nella storia i suoi risultati, ma attualmente non abbiamo bisogno di nuovi
leader autoritari); altro conto è chiedersi perché la cosa è così, e quali
potrebbero essere le conseguenze del fatto che la cosa cessi di essere così in
particolari situazioni. In pratica: Villepreux applica il “se-allora” degli
informatici e matematici (se e solo se!). Talvolta, in un insegnamento, si
possono dimenticare 2 cose importanti: degli obiettivi misurabili da dare agli
allievi, e una comprensibilità testata del proprio linguaggio di formatore.
Talvolta gli allievi imparano molte cose ma sono incapaci di un feedback che li
posizioni consapevolmente sulla curva di apprendimento. In Italia questo fatto
viene peggiorato dalla minore attenzione dei bambini/ragazzi osservati in
lezione rispetto agli altri paesi. Si agitano, cominciano a scherzare,
diventano superficiali etc … insomma il maestro comincia toscanamente a
ribollire! Sia Villepreux che (a maggior ragione) Montessori sono partiti da
una conoscenza profonda della pedagogia e da come qualcosa inizi ad essere
interessante o diventi presto insopportabile. Di loro si parla diffusamente
anche nel management (l’universale pianificazione per obiettivi di Peter
Drucker ha trovato forti sorgenti proprio in Maria Montessori). Davvero
pensiamo di conoscere i bambini e lo sviluppo cognitivo meglio di loro? Ma
perbacco, chi è in questa posizione merita almeno un doppio Premio Nobel!!
Certi aspetti della pedagogia sono talmente sorprendenti che a volte mi fanno
esclamare: ma come è possibile non averci pensato prima!? Talvolta un formatore
può non accorgersi che sta complicando l’economia del suo linguaggio oppure non
sta sviluppando le capacità critiche (sue comprese).</span><o:p></o:p></p>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto'><span
style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";color:#1F497D'>g.ciraolo
</span><o:p></o:p></p>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto'><span
style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";color:#1F497D'> </span><o:p></o:p></p>
<div>
<div style='border:none;border-top:solid #B5C4DF 1.0pt;padding:3.0pt 0cm 0cm 0cm'>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto'><b><span
style='font-size:10.0pt;font-family:"Segoe UI","sans-serif"'>Da:</span></b><span
style='font-size:10.0pt;font-family:"Segoe UI","sans-serif"'>
rugbylist-bounces@rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces@rugbylist.it] <b>Per
conto di </b>Salvatore Messina<br>
<b>Inviato:</b> giovedì 29 ottobre 2015 12:20<br>
<b>A:</b> Rugbylist Rugbylist<br>
<b>Oggetto:</b> [RUGBYLIST] I: rugby situazionale: il pensiero di Villepreux!</span><o:p></o:p></p>
</div>
</div>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto'> <o:p></o:p></p>
<div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6730">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>Finalmente qualcuno ha detto come stanno le cose!!!!!!</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6730">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'> </span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>Come ho già avuto modo di dire, Villepreux portò il metodo
Montessori nell'insegnamento del rugby contribuendo gettare le fondamenta del
rugby moderno, che non aveva praticamente nulla a che vedere con quello
praticato fino a quel momento. Un rugby, per intenderci, molto più vicino al
XIII e VII come impostazione di gioco e formazione dei giocatori.</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>In quegli anni non solo lui ma tutta una corrente spingeva in
tutti i campi il metodo di insegnamento che era innovativo, basato sulla
libertà e creatività.</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>L'unico rischio del metodo sta nella preparazione del formatore.
L'alunno cerca la strada da solo ma il formatore la conosce benissimo e stimola
le correzioni di rotta.</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>In Italia il "metodo globale" (=Montessori) ha permesso
nel rugby di far avviare allo sport molti più praticanti perché non prevedeva
una particolare esperienza e base culturale ai formatori e non attuava una
drastica selezione nei bambini meno "svegli".</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>Il sistema ha permesso anche l'ingresso nel percorso scolastico in
quanto ausiliario del metodo educativo.</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>Una volta lanciato il metodo la federazione ha imposto gli
obblighi delle giovanili dato che per allenarle bastava un corso di un paio di
giorni in quanto il metodo funzionava da solo.</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'> </span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>Cosa è successo? A parte i primi anni in cui i tecnici erano già
competenti o avevano un bagaglio di esperienza di gioco di tutto rispetto, con
il passare del tempo, per l'ovvia necessità di garantire tecnici per le
giovanili, sono stati diplomati sempre più educatori che non avevano una
visione chiara dell'obbiettivo finale del percorso tecnico ed applicavano il
metodo globale fine a se stesso. Generando un circolo vizioso in cui tecnici
"incompetenti" formavano giocatori "incompetenti" che a
loro volta diventavano tecnici "incompetenti". Per incompetenza
intendo la non conoscenza dell'essenza del gioco. Addirittura in Francia, dove
il rugby è insegnato dai professori di educazione fisica, la competenza degli
istruttori è di altissimo livello a livello di scienze motorie ma molti di essi
non hanno un vissuto specifico per il rugby.</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>A questo punto un metodo per insegnare si è trasformato nel gioco
stesso. Un gioco in cui saper passare bene, calciare o placcare non è
fondamentale rispetto ai valori ed alla capacità di analisi delle situazioni.
Siamo cioè efficienti ma non efficaci.</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'> </span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>In soldoni... I nostri ragazzi a 13/14 anni sanno benissimo che
risposta dare ad ogni situazione di gioco ma non sanno metterla in pratica
perché primo non gli è stato insegnato e spesso perché non gli interessa. Per
fare un paragone e come se io dicessi che a tutti piace andare in piscina a
fare il bagno ma quando l'allenatore fischia e dice "adesso fate 10 vasche
per ogni stile" è tutta un'altra minestra... </span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'> </span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>Villepreux ha un bagaglio di esperienza di gioco e sa dove andare
a parare, chi invece segue la formazione in Italia magari meno.</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>In ogni caso anche i francesi hanno capito che se il vertice
rimane professionistico ad un certo punto il rugby educativo deve scindersi da
quello agonistico. Se sia un bene o un male non mi esprimo ma rimane il dato di
fatto....</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_6731">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'> </span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_7242">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'>Salvatore Messina</span><o:p></o:p></p>
</div>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:10.5pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'> </span><o:p></o:p></p>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_7151">
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_7150">
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_7187">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-family:"Helvetica","sans-serif";color:black'>-----
Messaggio inoltrato -----<br>
</span><b><span style='font-size:10.0pt;font-family:"Arial","sans-serif";
color:black'>Da:</span></b><span style='font-size:10.0pt;font-family:"Arial","sans-serif";
color:black'> Luca Oliva <lucaoliver63@gmail.com><br>
<b>A:</b> rugbylist@rugbylist.it <br>
<b>Inviato:</b> Domenica 25 Ottobre 2015 12:08<br>
<b>Oggetto:</b> Re: [RUGBYLIST] rugby situazionale: il pensiero di Villepreux!</span><o:p></o:p></p>
</div>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_7149">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-family:"Helvetica","sans-serif";color:black'> </span><o:p></o:p></p>
<div id=yiv6647441437>
<div id="yui_3_16_0_1_1446112982065_7148">
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;margin-bottom:12.0pt;
background:white'><span style='font-family:"Arial","sans-serif";color:black'>Mi
spiace rispondere solo ora, ma non riesco a farlo in "tempo reale".<br>
Il concetto di rugby situazionale è qualcosa che Villepreux aveva ben chiaro in
testa, fin dal suo esordio alla guida della nazionale italiana (fine anni '70)
e poi da coach di Treviso, come ben ricordato da Gian Domenico Mazzocato.<br>
Nessuno qui svuole sminuire i concetti di Villepreux, e me ne guarderei bene,
non vedo che titoli avrei per farlo, nè sottovalutare l'importanza che questi
concetti hanno avuto nello sviluppo del rugby italiano e non solo.<br>
Quasi tutti questi concetti sono stati interiorizzati dal rugby moderno, e
basta guardare una qualsiasi partita di questo mondiale per rendersene conto.<br>
Però, si faccia una riflessione: <br>
- se è vero che un pilone deve partecipare al gioco aperto, non dovrà forse
avere nel proprio patrimonio tecnico un minimo di quegli skills necessari a
garantire un gioco di movimento, quali: linee di corsa, visione laterale,
passaggio dx/sx, capacità di giocare 2 vs 1, ecc. senza arrivare a delineare
skills di maggiore specializzazione, quali movimento in seconda linea
dì'attacco, ecc. ?<br>
- se un trequarti centro deve entrare nei raggruppamenti, non dovrà forse avere
una tecnica corretta di approccio al punto d'incontro (entrata dal gate,
posizione delle spalle e del bacino, posizione di spinta, ecc.) ?<br>
- dire che oggi il rugby non è un gioco specializzato è una falsità, e basta
sempre guardare un pò di rugby internazionale per rendersene conto: oggi tutti
i ruoli del rugby sono ad "alta specializzazione", dal pilone
all'estremo<br>
E quindi ?<br>
Probabilmente è solo questione di interpretazione. Qualcuno, non so chi, non mi
interessa, ed è certamente difficile andare a ripercorrerne le tracce, ad un
certo punto ha preso una strada traversa, ha sbagliato indicazione al bivio, e
si è impantanato in una strada senza uscita, con un bella sequoia crollata al
suolo a impedire il cammino ...<br>
Ha pensato che "gioco situazionale" volesse dire "no
skills", e in tal senso ha improntato tutto il proprio cammino e la
propria immpostazione teorica, con i risultati, mi peremtto di dirlo, che sono
sotto gli occhi di tutti ...<br>
Se poi continuiamo a produrre "gym monkeys", come argutamente detto
da Vittorio Munari in un intervento in un noto blog rugbystico italiano,
anzichè giocatori di rugby, che cosa ci aspettiamo ?<br>
Il tempo per rettificare il tiro c'è sicuramente, basta rendersene conto e
provvedere rapidamente ...<br>
<br>
Ciao a tutti.<br>
Luca Oliva </span><o:p></o:p></p>
<div>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-family:"Helvetica","sans-serif";color:black'>Il
23/10/2015 16:29, Giovanni Ciraolo ha scritto:</span><o:p></o:p></p>
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<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;margin-bottom:12.0pt;
background:white'><span style='font-family:"Helvetica","sans-serif";color:black'> </span><o:p></o:p></p>
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<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:whitesmoke;vertical-align:top'><span style='font-size:11.0pt;
font-family:"Helvetica","sans-serif";color:black'>Il termine “rugby
situazionale”, o per dirla linguisticamente più corretta “rugby di situazione”,
è stata anche una elaborazione sviluppata da Pierre Villepreux; data
l’influenza che questo rugbista ha esercitato sulla nostra scuola tecnica
italiana, credo che il suo pensiero sull’argomento (scritto da ultimo nel 2007
in prossimità della coppa del mondo in Francia) sia interessante e lo cito qui
di seguito:</span><o:p></o:p></p>
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<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:whitesmoke;vertical-align:top'><span style='font-size:11.0pt;
font-family:"Helvetica","sans-serif";color:black'>“Improvvisamente (n.d.r.: nei
primi anni novanta) il rugby è cambiato. Cronologicamente, i primi frutti di
queste innovazioni sono del 1995, durante la Coppa del Mondo in Sud Africa:
gioco in movimento con sostituzioni di compiti tra avanti e 3/4. Mi ricordo che
nel 1998, durante un allenamento a Narbonne con il quindici di Francia, abbiamo
integrato con Jean-Claude Skrela questi giocatori distribuendo i cambiamenti.
Di’ a un pilone di non incollarsi sistematicamente alla palla, ma anche di
partecipare al gioco, e di’ anche agli estremi di raggiungere i raggruppamenti
…. beh durante questa formazione i giocatori sono rimasti sorpresi. Ciò ha
richiesto di modificare tutti i loro automatismi, le loro concezioni del gioco
ed il loro ruolo. Tutti i sistemi offensivi e difensivi sono stati messi in discussione.
Alcuni si chiedevano se fossero davvero fatti per questa nuova forma di rugby
(n.d.r. : senza regole rigide e prefissate).<br>
Durante la fase di competizione, l'attuazione del nuovo rugby non si
perfezionava per il francese come per gli altri. Si avanzava a tentoni prima di
ottenere uno progresso significativo. Due disegni di gioco si sono andati
delineando. Nella prima versione, i lanci del gioco sono programmati, il che
rende le cose più facili. Questo approccio è stato quello degli australiani, che
avevano in testa fino a tre tempi di gioco con ruoli definiti per ogni
giocatore. La seconda concezione lascia invece al giocatore l’abilità di
posizionarsi sul terreno di gioco e di adattarsi all’andamento del match: si
può parlare in questo caso di “<u>intelligenza situazionale</u>” cioè di una
lettura di gioco superiore a quella tradizionale, e che richiede più
riflessione. E 'stata questa la nostra condotta tattica (n.d.r.: della
nazionale francese). Ma non iniziò nel 1998 o 1999. Lo Stade Toulousain l’aveva
già sperimentata in precedenza. Questo rugby ha comportato una forte difesa
capace di recuperare palla ma poi … con la palla in mano occorre fare anche le
scelte giuste!… (n.d.r.: è forse quello che i francesi non sanno più fare
adesso!). In Francia, penso che siamo sempre stati avanti nello sviluppo di
questa capacità (n.d.r.: mai sopravvalutarsi!), che gli anglosassoni chiamano
"stile francese". Secondo me, è qui che sono avvenuti i principali
cambiamenti. La semifinale Francia-Nuova Zelanda (WRC 1999) è stata aneddotica
al riguardo”.</span><o:p></o:p></p>
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<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:whitesmoke;vertical-align:top'><span style='font-size:11.0pt;
font-family:"Helvetica","sans-serif";color:black'>g.ciraolo</span><o:p></o:p></p>
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<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-size:11.0pt;font-family:"Helvetica","sans-serif";
color:black'> </span><o:p></o:p></p>
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<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-family:"Helvetica","sans-serif";color:black'><br>
<br>
<br>
</span><o:p></o:p></p>
<pre style='background:white'><span style='color:black'>__________________________________________</span><o:p></o:p></pre><pre
style='background:white'><span style='color:black'>Gestisci la tua iscrizione</span><o:p></o:p></pre><pre
style='background:white'><span style='color:black'><a
href="http://www.rugbylist.it/mailman/options/rugbylist" target="_blank">http://www.rugbylist.it/mailman/options/rugbylist</a> </span><o:p></o:p></pre>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
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<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-family:"Helvetica","sans-serif";color:black'> </span><o:p></o:p></p>
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<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:white'><span style='font-family:"Helvetica","sans-serif";color:black'>__________________________________________<br>
Gestisci la tua iscrizione<br>
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