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<div class=Section1>
<p class=MsoNormal><span style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";
color:#1F497D'>Non mi sembra esatto interpretare Villepreux come sostenitore
del “no skills”! Per chi volesse approfondire sul web credo vi siano anche gli
ultimi stage fatti in Italia se non sbaglio del 2011 ed in ambiente molto
under. La critica di Villepreux negli ultimi anni si è rivolta soprattutto
verso il modello australiano di rugby totale. Villepreux non accetta il gioco
programmato, non accetta un modello tecnico che riduce enormemente la capacità
discrezionale del giocatore. Prigioniero della sua storia personale? In effetti,
chi è oggi colui che fa quel che Villepreux estremo eseguiva flirtando con le
linee di campo e accelerando su corridoi impossibili? Forse in parte ha ragione
lui, forse una porzione della testa del rugbista dopo il professionismo è stata
veramente neutralizzata e addormentata. Ma perché? Per correre meno rischi! Pochissimi
dirigenti nel rugby attuale vogliono correre rischi. La mancanza di rischio nel
gioco, è questo che il francese contesta. Non per nulla Villepreux cita il
rugby femminile come esempio tecnico da seguire perché nella sua intuizione
originaria è ancora simile al rugby maschile ante-professionismo! <o:p></o:p></span></p>
<p class=MsoNormal><span style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";
color:#1F497D'>Gli skills sono fondamentali (scusatemi, ma gli skills non sono
stati sempre, per esempio, un punto forte dei centri d’oltralpe?) perché tra
l’altro risolvono dei match che sembrano pendere da una parte che non è quella
vera. Il match SA-NZD di sabato scorso è sembrato rientrare in questo caso.
Troppo duri gli AB, troppi passaggi multipli per una grande ma dispendiosa
difesa come quella dei Boks. Nel caso degli australiani prevale invece proprio
il gioco che Villepreux critica.<o:p></o:p></span></p>
<p class=MsoNormal><span style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";
color:#1F497D'>Siamo in un mondo pieno di low-cost e Villepreux romanticamente
si chiede (n.b. il personaggio è di sinistra gauche gauche!): ma è questo il
rugby che mi ha fatto innamorare? Ho praticato io un rugby low-cost? Aggiungo
che le tesi dei tecnici francesi vanno sempre spogliate di qualche eccesso: che
di solito è la troppa analisi. Una squadra è come un orologio, se guardi troppo
agli ingranaggi, perdi il senso delle lancette.<o:p></o:p></span></p>
<p class=MsoNormal><span style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";
color:#1F497D'>g.ciraolo <o:p></o:p></span></p>
<p class=MsoNormal><span style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";
color:#1F497D'><o:p> </o:p></span></p>
<div style='border:none;border-top:solid #B5C4DF 1.0pt;padding:3.0pt 0cm 0cm 0cm'>
<p class=MsoNormal><b><span style='font-size:10.0pt;font-family:"Segoe UI","sans-serif"'>Da:</span></b><span
style='font-size:10.0pt;font-family:"Segoe UI","sans-serif"'>
rugbylist-bounces@rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces@rugbylist.it] <b>Per
conto di </b>paolo.valbusa@libero.it<br>
<b>Inviato:</b> domenica 25 ottobre 2015 15:09<br>
<b>A:</b> rugbylist@rugbylist.it<br>
<b>Oggetto:</b> [RUGBYLIST] R: Re: rugby situazionale: il pensiero di
Villepreux!<o:p></o:p></span></p>
</div>
<p class=MsoNormal><o:p> </o:p></p>
<div>
<p class=MsoNormal><br>
<em><b><span style='font-size:10.0pt'>Ha pensa</span></b></em><em><b><span
style='font-size:10.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"'>to che "gioco
situazionale" volesse </span></b></em><em><b><span style='font-size:10.0pt'>dire
"no s</span></b></em><em><b><span style='font-size:10.0pt;font-family:
"Arial","sans-serif"'>kills", </span></b></em><em><b><span
style='font-size:10.0pt'>e in tal senso ha improntato t</span></b></em><em><b><span
style='font-size:10.0pt;font-family:"Arial","sans-serif"'>utto il proprio
cammino e la propria impostazione teorica, con i risultati, mi peremtto di
dirlo, che sono sotto gli occhi di tutti ...</span></b></em><o:p></o:p></p>
</div>
<div>
<p class=MsoNormal><o:p> </o:p></p>
</div>
<div>
<p class=MsoNormal>Quoto Luca Oliva. Anzi "quotissimo".<o:p></o:p></p>
</div>
<div>
<p class=MsoNormal>Cari saluti a tutti,<o:p></o:p></p>
</div>
<div>
<p class=MsoNormal>Paolo Valbusa<o:p></o:p></p>
</div>
<div>
<p class=MsoNormal><o:p> </o:p></p>
</div>
<div>
<p class=MsoNormal><o:p> </o:p></p>
</div>
<div>
<p class=MsoNormal style='margin-bottom:12.0pt'><o:p> </o:p></p>
</div>
<p><o:p> </o:p></p>
<p class=MsoNormal><em>Questo messaggio non impegna in alcun caso il mittente e
contiene informazioni appartenenti allo stesso, che potrebbero</em><em><span
style='font-size:8.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif"'> </span></em><br>
<em>essere di natura confidenziale e/o riservata, esclusivamente diretta al</em><em><span
style='font-size:8.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif"'> </span>destinatario
sopra indicato.</em><em><span style='font-size:8.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif"'>
</span>Qualora Lei non sia il destinatario indicato, Le comunichiamo con la</em><em><span
style='font-size:8.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif"'> </span></em><br>
<em>presente che sono severamente proibite la revisione, divulgazione,</em><em><span
style='font-size:8.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif"'> </span></em><br>
<em>rivelazione, copia, ritrasmissione di questo messaggio nonché ogni azione</em><em><span
style='font-size:8.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif"'> </span></em><br>
<em>correlata al contenuto dello stesso. <b>E' in qualsiasi caso vietata la
divulgazione di questo messaggio, senza la previa autorizzazione del mittente,
anche da parte del destinatario.</b></em><o:p></o:p></p>
<p class=MsoNormal><em>Se ha ricevuto questo messaggio per</em><em><span
style='font-size:8.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif"'> </span>errore,
Voglia cortesemente eliminarlo dal suo archivio e darcene</em><em><span
style='font-size:8.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif"'> </span>comunicazione
via e-mail. Grazie</em><o:p></o:p></p>
<p><o:p> </o:p></p>
<div>
<div id="_mcePaste">
<p class=MsoNormal> <o:p></o:p></p>
</div>
</div>
<blockquote style='margin-top:5.0pt;margin-bottom:5.0pt'>
<p class=MsoNormal style='margin-bottom:12.0pt'><o:p> </o:p></p>
<p class=MsoNormal style='margin-bottom:12.0pt'>----Messaggio originale----<br>
Da: lucaoliver63@gmail.com<br>
Data: 25/10/2015 12.08<br>
A: <rugbylist@rugbylist.it><br>
Ogg: Re: [RUGBYLIST] rugby situazionale: il pensiero di Villepreux!<br>
<br>
<span style='font-family:"Arial","sans-serif"'>Mi spiace rispondere solo ora,
ma non riesco a farlo in "tempo reale".<br>
Il concetto di rugby situazionale è qualcosa che Villepreux aveva ben chiaro in
testa, fin dal suo esordio alla guida della nazionale italiana (fine anni '70)
e poi da coach di Treviso, come ben ricordato da Gian Domenico Mazzocato.<br>
Nessuno qui svuole sminuire i concetti di Villepreux, e me ne guarderei bene,
non vedo che titoli avrei per farlo, nè sottovalutare l'importanza che questi
concetti hanno avuto nello sviluppo del rugby italiano e non solo.<br>
Quasi tutti questi concetti sono stati interiorizzati dal rugby moderno, e
basta guardare una qualsiasi partita di questo mondiale per rendersene conto.<br>
Però, si faccia una riflessione: <br>
- se è vero che un pilone deve partecipare al gioco aperto, non dovrà forse
avere nel proprio patrimonio tecnico un minimo di quegli skills necessari a
garantire un gioco di movimento, quali: linee di corsa, visione laterale,
passaggio dx/sx, capacità di giocare 2 vs 1, ecc. senza arrivare a delineare
skills di maggiore specializzazione, quali movimento in seconda linea
dì'attacco, ecc. ?<br>
- se un trequarti centro deve entrare nei raggruppamenti, non dovrà forse avere
una tecnica corretta di approccio al punto d'incontro (entrata dal gate,
posizione delle spalle e del bacino, posizione di spinta, ecc.) ?<br>
- dire che oggi il rugby non è un gioco specializzato è una falsità, e basta
sempre guardare un pò di rugby internazionale per rendersene conto: oggi tutti
i ruoli del rugby sono ad "alta specializzazione", dal pilone
all'estremo<br>
E quindi ?<br>
Probabilmente è solo questione di interpretazione. Qualcuno, non so chi, non mi
interessa, ed è certamente difficile andare a ripercorrerne le tracce, ad un
certo punto ha preso una strada traversa, ha sbagliato indicazione al bivio, e
si è impantanato in una strada senza uscita, con un bella sequoia crollata al
suolo a impedire il cammino ...<br>
Ha pensato che "gioco situazionale" volesse dire "no
skills", e in tal senso ha improntato tutto il proprio cammino e la
propria immpostazione teorica, con i risultati, mi peremtto di dirlo, che sono
sotto gli occhi di tutti ...<br>
Se poi continuiamo a produrre "gym monkeys", come argutamente detto
da Vittorio Munari in un intervento in un noto blog rugbystico italiano,
anzichè giocatori di rugby, che cosa ci aspettiamo ?<br>
Il tempo per rettificare il tiro c'è sicuramente, basta rendersene conto e
provvedere rapidamente ...<br>
<br>
Ciao a tutti.<br>
Luca Oliva </span><o:p></o:p></p>
<div>
<p class=MsoNormal>Il 23/10/2015 16:29, Giovanni Ciraolo ha scritto:<o:p></o:p></p>
</div>
<blockquote style='margin-top:5.0pt;margin-bottom:5.0pt'>
<div>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:whitesmoke;vertical-align:top'><span style='font-size:11.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";color:#1F497D'>Il termine “rugby situazionale”,
o per dirla linguisticamente più corretta “rugby di situazione”, è stata anche
una elaborazione sviluppata da Pierre Villepreux; data l’influenza che questo
rugbista ha esercitato sulla nostra scuola tecnica italiana, credo che il suo
pensiero sull’argomento (scritto da ultimo nel 2007 in prossimità della coppa
del mondo in Francia) sia interessante e lo cito qui di seguito:</span><o:p></o:p></p>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:whitesmoke;vertical-align:top'><span style='font-size:11.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";color:#1F497D'>“Improvvisamente (n.d.r.: nei
primi anni novanta) il rugby è cambiato. Cronologicamente, i primi frutti di
queste innovazioni sono del 1995, durante la Coppa del Mondo in Sud Africa:
gioco in movimento con sostituzioni di compiti tra avanti e 3/4. Mi ricordo che
nel 1998, durante un allenamento a Narbonne con il quindici di Francia, abbiamo
integrato con Jean-Claude Skrela questi giocatori distribuendo i cambiamenti.
Di’ a un pilone di non incollarsi sistematicamente alla palla, ma anche di
partecipare al gioco, e di’ anche agli estremi di raggiungere i raggruppamenti
…. beh durante questa formazione i giocatori sono rimasti sorpresi. Ciò ha
richiesto di modificare tutti i loro automatismi, le loro concezioni del gioco
ed il loro ruolo. Tutti i sistemi offensivi e difensivi sono stati messi in
discussione. Alcuni si chiedevano se fossero davvero fatti per questa nuova
forma di rugby (n.d.r. : senza regole rigide e prefissate).<br>
Durante la fase di competizione, l'attuazione del nuovo rugby non si
perfezionava per il francese come per gli altri. Si avanzava a tentoni prima di
ottenere uno progresso significativo. Due disegni di gioco si sono andati
delineando. Nella prima versione, i lanci del gioco sono programmati, il che
rende le cose più facili. Questo approccio è stato quello degli australiani,
che avevano in testa fino a tre tempi di gioco con ruoli definiti per ogni
giocatore. La seconda concezione lascia invece al giocatore l’abilità di
posizionarsi sul terreno di gioco e di adattarsi all’andamento del match: si
può parlare in questo caso di “<u>intelligenza situazionale</u>” cioè di una lettura
di gioco superiore a quella tradizionale, e che richiede più riflessione. E
'stata questa la nostra condotta tattica (n.d.r.: della nazionale francese). Ma
non iniziò nel 1998 o 1999. Lo Stade Toulousain l’aveva già sperimentata in
precedenza. Questo rugby ha comportato una forte difesa capace di recuperare
palla ma poi … con la palla in mano occorre fare anche le scelte giuste!…
(n.d.r.: è forse quello che i francesi non sanno più fare adesso!). In Francia,
penso che siamo sempre stati avanti nello sviluppo di questa capacità (n.d.r.:
mai sopravvalutarsi!), che gli anglosassoni chiamano "stile
francese". Secondo me, è qui che sono avvenuti i principali cambiamenti.
La semifinale Francia-Nuova Zelanda (WRC 1999) è stata aneddotica al riguardo”.</span><o:p></o:p></p>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto;
background:whitesmoke;vertical-align:top'><span style='font-size:11.0pt;
font-family:"Calibri","sans-serif";color:#1F497D'>g.ciraolo</span><o:p></o:p></p>
<p class=MsoNormal style='mso-margin-top-alt:auto;mso-margin-bottom-alt:auto'><span
style='font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";color:#1F497D'> </span><o:p></o:p></p>
</div>
<p class=MsoNormal><br>
<br>
<br>
<o:p></o:p></p>
<pre>__________________________________________<o:p></o:p></pre><pre>Gestisci la tua iscrizione<o:p></o:p></pre><pre><a
href="http://www.rugbylist.it/mailman/options/rugbylist">http://www.rugbylist.it/mailman/options/rugbylist</a> <o:p></o:p></pre></blockquote>
<p class=MsoNormal style='margin-bottom:12.0pt'><o:p> </o:p></p>
</blockquote>
<p class=MsoNormal><o:p> </o:p></p>
</div>
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</html>