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<div class="moz-cite-prefix">Giovanni Ciraolo ha scritto il
07/02/2015 alle 21:50:<br>
</div>
<blockquote cite="mid:002b01d04317$bdc09c90$3941d5b0$@it"
type="cite">
<p class="MsoNormal"><span
style="font-size:11.0pt;font-family:"Calibri","sans-serif";color:#1F497D">Chi
potrebbe lavorare sul dettaglio a mio parere è l’ex-superiore
di
Brunel, cioè Bernard Laporte. Più si va avanti e più mi
convinco che uno come
lui potrebbe riorganizzare il nostro rugby.<o:p></o:p></span></p>
</blockquote>
<br>
E' proprio qui che ti voglio. Un buon allenatore di nazionale può
rinnovare il gioco, portare idee e far ottenere dei risultati alla
nazionale, ma non può riorganizzare il nostro rugby. Io sono sempre
piu' convinto che la nazionale sia rappresentativa del movimento
rugbyistico di un determinato paese. Nazioni che hanno un rugby
forte, producono nazionali forti. Nazioni che hanno un movimento
debole, producono nazionali deboli. Il nostro movimento rugbyistico
forte non è di sicuro, se comparato con quello delle nazionali al
vertice mondiale. E infatti le nostre nazionali fanno cagare. <br>
<br>
Cercare l'allenatore risolutore di tutti i problemi, il mago che con
un colpo di bacchetta e uno di culo fa vincere un gruppo di
professionisti che giocano all'estero puo' contribuire a dare un po'
di diffusione mediatica. E' proprio questo il principio su cui mi
sembra storicamente ispirata la gestione della federazione.
Cerchiamo di ottenere i risultati della nazionale e sull'onda
dell'entusiasmo arriveranno un sacco di praticanti e costruiremo un
movimento solido. Bella genialata. Sono 15 anni e i risultati sono
quelli che sono. Sarebbe anche ora che qualcuno se ne rendesse conto
e che si cominciasse a rivedere questo approccio fallimentare.<br>
<br>
(Ecco cosa intendevo affermare dicendo che anche Brunel è
incolpevole)<br>
<br>
Ciao<br>
Giovanni Sonego<br>
<br>
</body>
</html>