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<DIV align=justify><FONT face="Berlin Sans FB Demi">Pierre Berbizier ha
rilasciato un intervista sull'attuale CT della nazionale francese (Philippe de
Saint-André) che trovo interessante. A mio parere ci riguarda. Berbizier si
chiede se il suo pupillo di una volta (appunto Saint-André)
oggi CT dei "bleus" sia all'altezza del suo incarico. Si
chiede se il CT francese si stia comportando come allenatore o come manager
della Nazionale. Nei primi anni novanta Saint-André era un giocatore
leader mentre adesso sembra abbandonarsi a commenti sterili sui propri
giocatori. Non stimola. Sembra che si stia comportando da manager, non da
allenatore. </FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT face="Berlin Sans FB Demi">E' anche il caso di
Brunel? E' indubbio che Brunel dovrà scegliere il suo ruolo.
Attualmente penso che sia a metà tra un manager ed un allenatore. Un
allenatore deve coltivare il suo giardino, deve riservare le sue critiche allo
spogliatoio, non può pubblicizzare messaggi che causano insofferenza.
Deve motivare parlando agli occhi ed al cuore dei suoi. Deve cercare nuovi
talenti anche dove vi sia al momento solo qualche elemento
di interesse. Deve essere inflessibile sulla forma fisica: o ci sei o non ci
sei! </FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT face="Berlin Sans FB Demi">Adesso c'è l'Irlanda alle
porte, ma io aspetto l'Inghilterra! Chi ha dimenticato l'incontro
di 2 anni fa all'Olimpico, con un ghiaccio forte che chiedeva un cuore da
scaldare? Si può dimenticare l'intercetto e la libertà del nostro
giocatore che corre verso la meta e poi il regalo finale concesso ai
bianchi su una mancata liberazione? Come dimenticare le comitive
provenienti da tutta Italia che hanno superato un maltempo storico
sotto lo sguardo tollerante ma costante degli
educatori? In quell'occasione mi sono convinto che il rugby
italiano non è solo chiacchere, non è solo pellegrinaggio in pochi
luoghi (sia pur rispettabili) vicini alla Repubblica di Venezia. In quel
giorno mi sono convinto che un futuro per il rugby italiano esiste. Il 15
marzo all'Olimpico non ci saranno oltre cinquantamila persone come nel
2012, ma prevedibilmente oltre settantamila. Sarà come una finale di campionati
del mondo di calcio! I biglietti di curva sono già esauriti da molto tempo
e tre miei amici (non appassionati di palla ovale) che non vengono mai insieme
con me allo stadio hanno scelto quest'anno di chiedermi, con grandissimo
anticipo, di acquistare il biglietto di Italia-Inghilterra anche per
loro.</FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT face="Berlin Sans FB Demi">Perché l'Inghilterra e
non la Scozia? Il kilt è molto più bello della rosa!</FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT face="Berlin Sans FB Demi">Diciamocelo francamente...il
fascino del God save the Queen non lo possiede nessun altro inno nazionale. Ma
il 15 marzo, esattamente all'ora di pranzo e poco dopo lo sparo del cannone
del Quirinale, sessantamila persone canteranno come se ognuno fosse Goffredo
Mameli.</FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT face="Berlin Sans FB Demi">I giocatori inglesi saranno
confrontati, credo, ad una spinta di volontà collettiva forse superiore
ad ogni loro match del 2014.</FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT face="Berlin Sans FB Demi">Non so come andranno le
cose, non faccio pronostici, ma in ogni caso l'Olimpico per la prima volta
assolutamente completo vivrà una giornata memorabile!</FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT size=2 face=Arial><FONT size=3
face="Berlin Sans FB Demi">giov.</FONT> </FONT></DIV></BODY></HTML>