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<div class="moz-cite-prefix">Il 04/07/2013 11:53, alessandro geddo
ha scritto:<br>
</div>
<br>
Fonte:<br>
<blockquote
cite="mid:1372931609.2298.YahooMailNeo@web171503.mail.ir2.yahoo.com"
type="cite">
<div style="color:#000; background-color:#fff;
font-family:garamond, new york, times, serif;font-size:14pt">
<div><a
href="http://www.ilgiornale.it/news/rugby-squadra-cella-fare-meta-oltre-sbarre-885605.html">http://www.ilgiornale.it/news/rugby-squadra-cella-fare-meta-oltre-sbarre-885605.html</a></div>
</div>
</blockquote>
<br>
Grazie della segnalazione, Alessandro. Visto che siamo in una
mailing list riporto anche il testo dell'articolo. <br>
<br>
Giovanni Sonego<br>
<br>
<b>Rugby, una squadra in cella per fare meta oltre le sbarre</b><br>
<br>
L'idea era nata tempo fa, in seguito ad una visita di alcuni atleti
degli Aironi che, reduci dalla disfatta in Heineken Cup contro il
Clermont (82-0), usciti dallo stadio Brianteo di Monza si recarono
in carcere. Durante quella partita, alcuni detenuti avevano stampato
delle locandine: «La prossima volta vi faremo giocare a rugby»,
aveva promesso il presidente Paolo Carcassi, vicino di casa dei
detenuti (il campo del Rugby Monza è adiacente alla casa
circondariale). Ora tutto questo diventa realtà. Il progetto si
chiama «Rugby in carcere» ed è stato ideato dall'Asd Rugby Monza
1949 ed il Grande Brianza Rugby. Lo stesso Paolo Carcassi,
presidente del Rugby Monza, spiega il perché: «Vogliamo portare ai
detenuti sostegno attraverso un'esperienza sportiva e umana
emozionante - le sue parole - siamo vicini di casa, riusciamo a
sentire le nostre reciproche urla: quelle che vengono dal campo di
gioco e quelle dalle celle dei detenuti. E allora ci siamo detti:
perché no?». <br>
<br>
Dall'altra parte c'è Alessandro Geddo, giocatore del Rugby Monza con
un trascorso in serie A a Brescia, e Francesco Motta, giocatore del
Grande Brianza Rugby, entrambi allenatori della squadra del carcere:
«Per ora stiamo iniziando a conoscere lo sport e le sue regole, poi
progressivamente abitueremo i ragazzi al contatto per portarli a
disputare tra un po' una vera partita - spiega Geddo - L'obiettivo
finale è affrontare una selezione degli atleti Old e della Prima
squadra della Grande Brianza». Ma sono solo sport: «Prima di tutto
rispetto degli avversari e delle regole - la prospettiva più ampia
che ci siamo dati va ben oltre l'immediato risultato agonistico.
Abbiamo voluto in questo modo offrire un'opportunità di amicizia a
chi esce. Chi fa parte oggi della squadra di rugby potrà contare,
una volta uscito, sul sostegno del Rugby Monza, saprà che su quel
campo ci sono degli amici. Ed è questa la vittoria più grande».
Coinvolti, da ottobre, 18 detenuti della casa circondariale di via
San Quirico, che si allenano regolarmente ogni mercoledì mattina
dalle 9 alle 11 sul campo interno alle mura che già ospita la
squadra di calcio a sette del carcere iscritta al campionato Open C
del Csi. I novelli rugbisti (alcuni italiani, altri peruviani,
ecuadoregni, brasiliani, rumeni ma non solo) si scaldano: il
progetto ha trovato l'appoggio anche degli agenti di polizia
penitenziaria, Prefettura e Comune. E tra 100 flessioni e 200
addominali al giorno il sogno di una vera partita, magari fuori
dalle mura, cresce: per respirare un po' di libertà. E per cercare
di rientrare in società: quello che dovrebbe fare il carcere. E
quello che fa anche il rugby.<br>
<br>
<br>
<br>
<div class="moz-signature">-- <br>
<b>Factotum srl</b> <br>
Web: <a href="http://www.factotum.it/">http://www.factotum.it</a>
<br>
Tel: (+39) 059-341000 <br>
</div>
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