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<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV align=justify><FONT size=2 face=Arial>Difficile non essere mossi di
fronte ad un racconto del genere. Il rugby fino a non molti anni fa era un
rugby romantico. Ma non solo il rugby lo era, lo erano la politica, la
scienza, le professioni (parecchi nel rugby erano professionisti) e Karol
Wojtila in uno dei suoi libri confrontava il carattere romantico della sua
generazione con un certo tecnicismo, talvolta standardizzazione o edonismo
di giovani di oggi. Il rugby di oggi rasenta la perfezione e gode di
essa come in un sacrificio supremo in cui riflettersi mentre quello di
ieri chiedeva di andare sempre oltre, in una logica romantica,
appunto.</FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT size=2 face=Arial>Ieri un uomo, anche da solo, poteva
muovere molto. Scienziati, clinici affrontavano l'impossibile. Singoli
allenatori creavano scuole, modelli. Chi educava, allenava ed allenando creava
nuovi allenatori oltre che giocatori. In ognuno c'era l'impronta di
qualcun'altro. Oggi un uomo solo non può quasi nulla. Forse non riesce nemmeno
ad inviare un articolo ad una rivista scientifica! Bisogna rendersi conto di
questa realtà, Brunel non può quel che poteva Villepreux, ma non può
nemmeno quel che poteva il suo superiore Laporte che ha creato in
Francia il rugby-sistema imitato da altri paesi. Il rugby, come gli altri
sport, non è più un gioco romantico. Certo, una giornata romantica vale di
più di diecimila giornate di vita piatta, regolata, retta da codici etici,
perfetta! Nessun codice cartaceo può sostituire la fiducia tra gli uomini! Anche
nel rugby questo forse è vero. Ma non bisogna disperare, molte cose
possono rinnovarsi! </FONT> </DIV>
<DIV align=justify><FONT size=2 face=Arial>giov.</FONT></DIV>
<BLOCKQUOTE
style="BORDER-LEFT: #000000 2px solid; PADDING-LEFT: 5px; PADDING-RIGHT: 0px; MARGIN-LEFT: 5px; MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
<DIV
style="FONT: 10pt arial; BACKGROUND: #e4e4e4; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=luciano37@libero.it
href="mailto:luciano37@libero.it">luciano37@libero.it</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A title=rugbylist@rugbylist.it
href="mailto:rugbylist@rugbylist.it">rugbylist@rugbylist.it</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Monday, June 24, 2013 5:20 PM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [RUGBYLIST] Rocco e
Mariano</DIV>
<DIV><BR></DIV>Squadre e aziende di rugby in Italia - <A
href="http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby">http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby</A><BR>__________________________________________<BR><BR><BR><BR>__________
Informazioni da ESET NOD32 Antivirus, versione del database delle firme
digitali 8484 (20130624) __________<BR><BR>Il messaggio è stato controllato da
ESET NOD32 Antivirus.<BR><BR><A
href="http://www.nod32.it">www.nod32.it</A><BR><BR>
<P>
<HR>
<P></P>
<P
style="PADDING-BOTTOM: 0px; MARGIN: 0px; PADDING-LEFT: 0px; PADDING-RIGHT: 0px; PADDING-TOP: 0px"> Mi
permetto di raccogliere l'invito di Pierluigi Maciocia e non essendo, ahimé!,
fra i "troppo giovani" , scrivo poche righe per Rocco Caligiuri e Mariano Dal
Martello, due che - come si dice - "hanno passato la palla". In veritÃ
Rocco la calciava più che passava e Mariano era fra quelli che, interpretando
il rugby del suo tempo, non la mollava mai. Personaggi totalmente differenti,
di carriere nettamente distintcoe, ma entrambi hanno lasciato un segno.</P>
<P
style="PADDING-BOTTOM: 0px; MARGIN: 0px; PADDING-LEFT: 0px; PADDING-RIGHT: 0px; PADDING-TOP: 0px">Rocco
Caligiuri, morto a 63 anni, era un calabrese diventato romano. Il disincanto
in persona, il rugby della gioia di esserci, la battuta pronta, il coraggio
scavato nel serbatoio di un'innata pigrizia. L'ho visto esordire con una
maglia azzurra a 19 anni, contro il Galles a Llanelli, con l'Italia Juniores.
Fu l'unico a vincere, conquistando cuori femminili nel terzo tempo. Un
personaggio, fin da subito. Poi la Nazionale vera, per 26 volte, tra il 1969 e
1979. Non pochi discutevano la scelta, ma Rocco era sempre disponibile quando
lo chiamavano. Ci teneva alla Nazionale, e con lui (e Quaglio) la nazionale
era di umore sempre positivo. Era un buon difensore, non un gran
placcatore, ma aveva gambe da n. 15 moderno, e soprattutto un piede, il
sinistro, di caratura internazionale. "Piazzava" maluccio, ma nei drop era
fantastico. Nell'aria un po' rarefatta di Johannesburgh, al vecchio Ellis
Park, centrò tre drop contro un Transvaal XV di caratura, a
concilusione del tour rugoso e abrasivo degli azzurri in Sudafrica nel 1973,
giocando 9 partite su nove. Fino a quel momento solo Albaladejo, francese,
vantava 3 drop in un match internazionale. Come fosse sfuggito indenne dai
placcaggi distruttivi (e in ritardo) dei sudafricani, restò una delle cose
più belle del tour. I suoi h tempi di inserimento in attacco potrebbero
essere ancora portati a esempio. Per i più giovani l'esempio di McLean mi
pare il più calzante. Solo che Rocco era veramente personaggio "pieno", come
lo è stato da imprenditore di grande successo. Gli avevano consegnato
recentemente il cap n. 224 della Nazionale. La Roma e gli amici delle
"rimpatriate" gli avevano conservato una notorietÃ
meritatissima.</P>
<P
style="PADDING-BOTTOM: 0px; MARGIN: 0px; PADDING-LEFT: 0px; PADDING-RIGHT: 0px; PADDING-TOP: 0px">Mariano
Dal Martello, ex avanti del Rovigo, è morto a 71 anni. Aveva terminato la
carriera nel 1976, dopo 161 partite coi bersaglieri, in 10 campionati. Nel
1976, dopo lo scudetto dei rossoblui in "Rugby come Rovigo" avevo
scritto di lui (chiedo scusa se mi cito): "Mariano è uno della vecchia
guardia, ha fatto da ponte tra il Rovigo del settimo scudetto (1964) e quello
attuale. Terza linea potente, dal corto raggio d'azione, è finito con gli
anni a giocare pilone per necessità motorie, rivelando una sorprendente
vocazione. Ambrogio Bona, unanimenente considerato il migliore in Italia nel
ruolo, ne parla in termini entusiastici. Però Dal Martello non ha raccolto
che un decimo di quel che ha seminato. Non ha mai giocato in Nazionale e a
scorrere i nomi di quelli che ci hanno giocato, durante il suo periodo
migliore, c'é da rabbrividire".</P>
<P
style="PADDING-BOTTOM: 0px; MARGIN: 0px; PADDING-LEFT: 0px; PADDING-RIGHT: 0px; PADDING-TOP: 0px">Cose
vissute e scritte tanti, tantissimi anni fa. A volte, essere vecchi,
ripaga per averle vissute. Forse è poco, ma i 70 mila che vanno ora
all'Olimpico, arrivano un po' anche dal sinistro di Rocco e dalle mani-spatola
di Mariano. <BR></P>
<P
style="PADDING-BOTTOM: 0px; MARGIN: 0px; PADDING-LEFT: 0px; PADDING-RIGHT: 0px; PADDING-TOP: 0px">Un
saluto agli amici della List.</P>
<P
style="PADDING-BOTTOM: 0px; MARGIN: 0px; PADDING-LEFT: 0px; PADDING-RIGHT: 0px; PADDING-TOP: 0px">Luciano
Ravagnani <BR></P>
<P>
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