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<DIV align=justify><FONT size=2 face=Arial>Vedendo un pezzetto di Inghilterra-NZ
mi chiedevo, di fronte alla velocità degli inglesi, se nel rugby esista una
parola chiave, un termine più importante di qualunque altro. Ebbene penso che
questa parola sia: possesso. Una squadra può essere tecnicamente perfetta
(l'ultima meta neozelandese lo era) ma se soccombe nel possesso non ha
possibilità alcuna. E' come un direttore d'orchestra, se non arriva a possedere
il suono d'insieme che viene prodotto, sarà solamente un discreto coordinatore:
coordinerà, magari coordinerà tecnicamente bene, ma non possiederà nulla
di speciale né trasmetterà alcun ordine unitario. A volte noi utilizziamo, per
commentare le partite della nostra nazionale, dei termini calcistici del tipo
"sono stati in partita" oppure "sono rientrati in partita". In realtà,
questi sono dei termini un pò ingenui secondo me perché bisogna fare la
partita più che entrare in essa (salvo la fase iniziale). La nostra posizione
nel ranking mondiale è forse giustificata proprio dal fatto che ci
posizioniamo ancora in funzione di un certo assetto avversario, con momenti
di gioco pregevoli ma....senza imporre una qualità cioè un possesso dominante.
Riceviamo i complimenti da grandi squadre ma non dobbiamo ricevere i
complimenti! Con buona pace delle franchigie, il nostro rugby, credo, svolterà
quando nei campi periferici vedremo del gioco (e del possesso) simile a quello
dei top teams. Viaggiando in treno ho sempre piacere a guardare dal finestrino i
campi di rugby nelle varie nazioni. Muovendo da Tolosa verso l'Italia si
vedono degli impianti periferici anche del tutto simili ai nostri:
però c'è sempre qualche particolare che li rende diversi. Qualcuno potrebbe
dire: la dimensione delle tribune o lo stato del campo. Non è solo
questo. Quante lotte sono diverse in Francia, dove lo stato dà molto,
rispetto all'Italia! In Italia, il mio sguardo rimane talvolta rapito da un
campo isolato in un tessuto urbano dove c'è solo il rugby. Ho pensato: quanti
sacrifici sono necessari per portare avanti quella squadra e quell'impianto! A
volte mi commuovo. Mercoledì scorso rientrando a Roma da Milano tra la stazione
centrale e Milano Rogoredo ho visto uno di questi piccoli campi, situato in una
inurbazione media della metropoli ambrosiana. Mi sono chiesto a chi appartiene
quell'impianto, e a che livello ci si gioca a rugby. Mi sono chiesto anche
quanti giovani possono calcarlo. E' davvero un impianto attivo? Chissà se
qualcuno può soddisfare la mia curiosità!</FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT size=2
face=Arial>g.ciraolo </FONT></DIV></BODY></HTML>