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<DIV align=justify><FONT size=2 face=Arial>Asfissiati dalla calura estiva,
specie per chi abita nel centro-sud della nostra penisola, molti di noi si
riparano sotto il manto facile del televisore per seguire il film delle
Olimpiadi. Perché allora non lanciare un mini-dibattiro che
centrerei sulla rivalità tra Italia e Francia, con evidenti digressioni sul
rugby delle 2 nazioni? La Francia è davanti a noi anche alle Olimpiadi. Ma
perché questo accade? I francesi hanno davvero campioni irresistibili? Sono
armati meglio di noi alla disciplina dello sforzo e del sacrificio?
Personalmente ne dubito. Quel che mi sembra invece abbastanza certo è che i
trasalpini sono molto soggetti a shocks psicologici di fiducia, come lo siamo
noi, e sono anche sensibili a mutamenti politici delle proprie federazioni, come
avviene anche da noi, e soprattutto gli stessi francesi, come gli
italiani, guardano ad ogni match come qualcosa di importante, e non esitano
di tanto in tanto a cambiare completamente squadra dopo il logoramento di
una lunga formula. Talvolta, in Francia ed Italia si cambia anche senza una
motivazione precisa, della serie "sopporto, sopporto, sopporto, ma ad un certo
momento esplodo e restituisco tutto ciò che ho subito con gli
interessi!. Sportivamente parlando, che cos'hanno, in effetti, i francesi
in più di noi? Grossomodo abbiamo una simile popolazione (in alcune
cittadine d'oltralpe l'annuario telefonico ha solo nomi italiani), un reddito
nazionale piuttosto vicino (tutto sommato è simile anche il reddito nazionale
sportivo delle-federazioni), autorità sportive ben conosciute dai cittadini
e dagli atleti. Eppure il divario sussiste. Nel rugby, non so quale sia
l'opinione di maggioranza della rugbylist, ma a mio parere il divario tra Italia
e Francia è decisamente aumentato negli ultimi anni. C'è stata, è vero, un
successo momentaneo nel 6 Nazioni, ma quanto resistente è il nostro
rugby rispetto ad una prestazione come quella francese in WRC? Sembra quasi che
dobbiamo inseguire nei francesi una velocità della luce essendo
noi dei neutrini che attraversano tante cose ma non riescono a
stabilizzarsi e a far convergere le proprie energie sportive. Siamo sempre
all'inseguimento e rischiamo il cedimento. Qualcuno potrebbe confrontare i
nostri risultati in 6 Nazioni tra primo e secondo tempo? Per noi ci
dovrebbe essere un quarto tempo nel quale ricominciare a giocare dopo un terzo
tempo di puro riposo! Eppure io vorrei formulare un'ipotesi per interpretare
questo divario con la Francia, anche nel rugby. Non ci sono solo impianti
sportivi superiori oltralpe. Non ci sono solo grandi scuole per formare la loro
dirigenza anche sportiva. Non c'è solo il loro attaccamento al blasone e
all'onore. Personalmente sono convinto che le nostre perduranti
difficoltà, e la difficoltà conseguente a selezionare una adeguata
dirigenza sportiva, siano dovute al calo, in Italia, in atto da molti
anni, di quello che potrebbe essere definito "lo sport inter-sportivo",
cioè non solo la classica poli-sportiva ma tutto ciò che orbita intorno ad
una visione polivalente dello sport nella crescita della persona. Naturalmente
da noi ci sono scuole mono-disciplinari di élite che normalmente forniscono quel
decoroso plafond minimo di medaglie che conduce tutti al Quirinale a
celebrare un rito anche un pò auto-referernziale. Però, malgrado i nostri
riti, la Francia ci rimane davanti. Almeno, fino ad oggi. La Francia mi
sembra un pò l'allarme rosso del nostro sport. Quando l'avremo,
se l'avremo, acchiappata nel rugby, penso che l'avremo acchiappata in ogni
cosa,. ed anche nella politica, ed anche nella politica dello
sport, e forse anche nel senso civico (non basta avvolgersi una tantum
nella bandiera, lo Stato va rispettato negli atti quotidiani).</FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT size=2 face=Arial>G.Ciraolo</FONT></DIV>
<DIV align=justify><FONT size=2 face=Arial> .
</FONT></DIV></BODY></HTML>