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<DIV align=justify><FONT face=Arial size=2>E' di questi giorni la notizia che
Mike Tindall, fino ad oggi trequarti della Nazionale inglese e marito
della nipote prediletta della Regina Elisabetta, abbia subito una grossa multa e
l'espulsione di fatto dalla Nazionale per i suoi comportamenti in Coppa del
Mondo dopo il primo match, quando lo stesso Tindall, mi par di capire, fu
fotografato in un pub di Queenstown immerso nella scollatura di una ragazza e
con un pochino troppo di birra in corpo. Ovviamente capisco che sua moglie non
sia rimasta entusiasta del fatto (ma l'ha già perdonato: sia lei che lui
sono persone semplici e sincere). Quello che invece capisco molto di meno, anzi
non capisco affatto, è una certa crescita del puritanesimo in
alcuni ambienti del rugby, specie quelli dirigenziali. Il mondo rugbistico
non era abituato a una filosofia moralistica di questo tipo, che Sordi ha ben
stigmatizzato in uno dei suoi film capolavoro. I moralisti possono
avere anche una doppia vita. Credo che il sesso, per la stragrande
maggioranza dei giocatori di rugby, non abbia
mai causato problemi. Anche la fedeltà matrimoniale quotidiana mi
sembra largamente osservata tra i rugbisti, senza distinzione di nazione. Ad
assistere le partite ci vanno mariti e mogli. Non capisco questa crescita
di un puritanesimo calvinista e triste nel mondo del rugby. Ci sono ben altri
peccati da colpire duramente, il primo dei quali è il doping, sempre più
insidioso, e che punta a manipolare e stravolgere (talvolta quasi
mortalmente) la forma fisica dei nostri giovani.
Giov. </FONT></DIV></BODY></HTML>