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<DIV><FONT face=Garamond size=4>Tira brutta aria a Rovigo. Almeno a leggere
l'amara intervista di Paolo Brizzante sul Rovigo 2009-2010 dopo aver contribuito
alla sua rinascita. </FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Garamond size=4></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Garamond size=4></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Garamond size=4><STRONG>Dal Gazzettino, ed. di
Rovigo</STRONG></FONT></DIV>
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<TBODY>
<TR>
<TD class=occhiello>RUGBY SUPER 10 Il fondatore e amministratore del club,
Paolo Brizzante, parla a ruota libera dopo le dimissioni rassegnate il 28
maggio<BR></TD></TR>
<TR>
<TD class=titolo_articolo align=middle><FONT color=#0000ff
size=5><STRONG>«Dimenticate le origini rossoblù»</STRONG></FONT></TD></TR>
<TR>
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</TD></TR>
<TR>
<TD class=occhiello><B>Giovedì 27 Agosto 2009, </FONT></B></TD></TR>
<TR>
<TD class=testo_articolo align=justify></I></B>Nell’estate di due anni fa,
insieme a pochi coraggiosi, prese in mano le redini della Rugby Rovigo e
fondò la società cooperativa per cercare di coinvolgere più persone come
soci. Alla guida della squadra chiamarono Massimo Brunello e il nuovo
cammino iniziò. Un cammino di molti alti e pochi bassi, ma che con una
squadra non eccelsa ha permesso di riportare i rossoblù in semifinale
scudetto e di risvegliare un entusiasmo sopito da anni, visto i quasi 5000
spettatori del Battaglini nel match con Viadana. Due anni da ricordare che
l’hanno visto protagonista.<BR> Paolo
Brizzante è stata la vera anima della società che c’era alle spalle di
Brunello e i suoi ragazzi. Un uomo schivo e permaloso, ma determinato,
generoso e amante dei colori rossoblù. Una colonna che nel corso della
scorsa stagione, giorno dopo giorno, è stata posta da parte sino alla
definitiva uscita di scena.<BR>
</I></B><B>Adesso esce allo scoperto, parla a ruota libera, di passato,
presente e futuro.</I></B> «Ora, perchè prima qualsiasi mia affermazione
poteva venire strumentalizzata. Ora, invece, tutte le scelte sono state
effettuate e la stagione è iniziata».<BR>
</I></B><B>Come vede la situazione?</I></B> «Nebulosa, perchè, è vero che
si deve mettere il club al centro di tutto, ma non bisogna dimenticarsi
chi siamo e da dove proveniamo. Vedo scelte fatte per disperazione, per
dare visibilità a qualcosa che non ha bisogno di
palliativi».<BR> </I></B><B>Che cosa
intende?</I></B> «Essere un marchio credibile significa essere competitivi
con tutti ed avere un settore giovanile doc. Ricordiamoci che i rodigini
vengono allo stadio solo se la squadra
vince».<BR> </I></B><B>Calma, lei è stato
nella Rugby Rovigo negli ultimi due anni e non tutti gli obiettivi sono
stati centrati.</I></B> «È vero. Noi non volevamo più vedere la Rugby
Rovigo guidata dalla mediocrità. Siamo partiti con il proposito di far
tornare la squadra rossoblù in linea con il passato per recitare un ruolo
di primo piano; obiettivo raggiunto. Quindi volevamo una conduzione
tecnica di qualità per ottenere il massimo con il materiale umano a
disposizione; altro obiettivo raggiunto. Poi si doveva strutturare il club
con più persone e non solo con il
volontariato».<BR> </I></B><B>Ciò è
mancato.</I></B> «Indubbiamente. Durante il primo anno nessuno credeva in
noi, si percepiva che riscuotevamo poco credito e ascolto, pochi ci hanno
seguiti e aiutati. Nel secondo anno, dopo aver costruito una sorta di
famiglia allargata, potevamo raccogliere quanto seminato e crescere come
previsto».<BR> </I></B><B>Invece ...</I></B>
«La stagione l’abbiamo iniziata a maggio con la squadra pressochè fatta,
quindi la presidente Vecchi ha preso in mano le redini della società. Io e
Andrea Scanavacca dopo qualche mese abbiamo avuto delle incomprensioni che
potevamo gestirci. Invece la presidente ha voluto che tutto decantasse e
al contrario la situazione si è incancrenita; a metà gennaio lei e Stefano
Badocchi mi hanno chiesto di farmi da parte perchè "purtroppo non si può
essere simpatici a tutti e tu non lo sei allo
sponsor"».<BR> </I></B><B>E lei che cosa ha
fatto?</I></B> «Ho continuato a stare a fianco della squadra sino a fine
stagione».<BR> </I></B><B>Un
bilancio?</I></B> «Eccezionale, tranne il fatto di non essere riuscito, in
pochi mesi, a creare una struttura. Però, avevamo 200 soci, il primo anno
abbiamo sfiorato i play-off, il secondo abbiamo disputato la semifinale.
Tutto grazie a un gruppo incredibile. Mi vengono ancora i
brividi».<BR> </I></B><B>Un momento
particolarmente significativo? </I></B>«Quando, per due giorni, ci siamo
ritrovati a spalare la neve prima del match con il VeneziaMestre. C’erano
tutti i giocatori e lo staff, io, Fabrizio Vicariotto, Lello Salvan,
Giorgio Margoni, il dottor Piva e i fisioterapisti insieme a molti tifosi.
Altre persone non si sono viste. In quelle ore ho capito che nulla sarebbe
stato vietato a quella squadra».<BR>
</I></B><B>Qualche rammarico?</I></B> «Non aver creato una società capace
di far fronte a tutte le esigenze, non solo sportive e di camminare con le
proprie gambe».<BR> </I></B><B>Che cosa
pensa dell’ultima assemblea?</I></B> «Quelle bulgare erano più
democratiche. Non mi risulta che le 9 persone per le quali è stato chiesto
il voto siano ufficialmente in carica, basta verificarlo in Camera di
commercio, senza considerare che dubito ci fosse il numero legale. Io sono
dimissionario dal 28 maggio, ma risulto ancora amministratore di un club
che sta operando, spendendo e mettendo firme qualora lo sponsor le
richieda».<BR> </I></B><B>Si
spieghi.</I></B> «FemiCz, prima di sottoscrivere il nuovo contratto, ha
chiesto che il consiglio in carica al 30 giugno sottoscrivesse il bilancio
chiuso in tale data. Una prerogativa che magari spetta ai soci. I quali,
in assemblea, quando hanno chiesto delucidazioni sul bilancio non hanno
avuto risposte. Tra l’altro, io sono ufficialmente nel Cda, ma nessuno mi
ha chiesto se mi vanno bene certe persone che poi dovrebbero sedere nel
Cda ed essere pure stipendiate».<BR>
</I></B><B>Ma voi avete lasciato un bel buco.</I></B> «All’inizio della
passata stagione il Cda ha presentato un bilancio di previsione che lo
sponsor ha giudicato credibile, compresa la voce di un’azienda individuata
dallo sponsor ma che non ha portato nemmeno un euro. I conti bisogna
chiederli alla presidente».<BR>
</I></B><B>Che vi accusa di avere speso male i soldi.</I></B> «All’inizio
eravamo responsabili io, lei e Scanavacca. Ben presto sono stato messo da
parte, quindi mi sembra solo uno scaricabarile. Comunque sono stati
effettuati un paio di acquisti sbagliati, Fortuna e Cribb, ma sprechi o
sperperi nessuno. Nemmeno un euro. Anzi, tutti ne abbiamo messi tanti e
dobbiamo dire grazie a collaboratori preziosissimi come Salvan e Margoni
che per quattro soldi hanno fatto un lavoro
incredibile»<BR> </I></B><B>Ma lei ha il
dente avvelenato?</I></B> «No, sono solo dispiaciuto. Mi aspettavo almeno
un grazie per quanto fatto con passione, onestà e trasparenza, invece ci
sono stati tanti sotterfugi».<BR>
</I></B><B>Lei, Brunello e Flaviano Brizzante, il dottor Piva e lo staff
dell’Equipe, Salvan, Vicariotto, tutta gente legatissima ai colori
rossoblù, protagonisti di queste due stagioni e ora sparita,
perchè?</I></B> «Evidentemente si è ritenuto di continuare in un altro
modo e con un altro ambiente. Penso anche che la semifinale abbia
destabilizzato i piani di qualcuno...».<BR>
</I></B><B>Il tipo di ambiente degli ultimi due anni è un limite della
Rugby Rovigo e quindi è meglio quello professionistico?</I></B> «Il nostro
modello di ambiente ha portato a due stagioni con risultati di cui andare
fieri».<BR> </I></B><B>Per il settore
giovanile non avete fatto molto.</I></B> «Si fatica a entrare in certi
meccanisimi considerando che al Battaglini ci sono tre realtà che non si
parlano».<BR> </I></B><B>Il 6 settembre c’è
la festa organizzata dalla società, sarà presente?</I></B> «La mia festa
c’è stata il 17 maggio con 5000 persone presenti sugli spalti del
Battaglini a tifare per i bersaglieri».<BR>
</I></B><B>Paolo
Ponzetti<BR></B></TD></TR></TBODY></TABLE></FONT></DIV></BODY></HTML>