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<TR>
<TD class=occhiello><FONT color=#000080 size=4>La Fir taglia i contributi
alle società per concentrarsi sulle 4 strutture federali, ma il Petrarca
non lascia la formazione di alto livello<BR></FONT></TD></TR>
<TR>
<TD class=titolo_articolo align=middle><STRONG><FONT size=4><FONT
color=#000080><FONT size=5>Accademie nei club, Padova continua da
sola</FONT><BR></FONT></FONT></STRONG></TD></TR>
<TR>
<TD class=sottotitolo><EM><FONT color=#000080 size=4>Lorello: «Due titoli
italiani, la crescita individuale e il 100% di rendimento scolastico
dicono che si può fare bene anche
qui»</FONT></EM></TD></TR></TBODY></TABLE></DIV>
<DIV>La vocazione giovanile del Petrarca Padova non si ferma davanti ai tagli
della Fir. Cento anni di storia dell’Antonianum e di risultati non solo sportivi
(scudetti e giocatori azzurri, ma anche laureati e uomini della società civile)
valgono bene la riduzione di un contributo. Così il Petrarca Junior ha deciso.
La federazione dopo sole due stagioni non finanzia più il progetto delle 9
Accademie giovanili nei club, perchè si concentra solo sulle 4 direttamente
gestite? Si continua da soli. Perchè il progetto è valido. Perchè dopo aver
seminato è uno spreco non raccogliere. Perchè come ogni Paese rugbisticamente
evoluto la formazione di alto livello non passa solo dall’organo centrale, ma
dai club che l’hanno sempre fatta. Perchè una tradizione secolare non si butta
nel cestino.<BR> «Tanto crediamo nel progetto
Accademie giovanili nei club per formare i migliori talenti che reitereremo
l’esperienza - conferma il presidente del Petrarca Junior Giacomo Lorello - Non
so a Parma, Benevento, Rovigo, Calvisano e nelle altre città cosa faranno. Noi
andremo avanti con le nostre forze. Cercando di reperire i fondi necessari da
realtà produttive, istituzioni o privati che cercheremo di sensibilizzare
intorno a un’operazione di formazione umana e sportiva in cui crediamo e le cui
modalità operative saranno le stesse del progetto originale della Fir. L’anno
scorso ci è costato circa centomila euro, coperti per due terzi dai contributi
federali. Quest’anno vedremo dove trovare i
soldi».<BR> Non c’è polemica nella parole di
Lorello. Non ci sarà concorrenza con la nascente Accademia di Mogliano (28
ragazzi su 31 contattati hanno aderito). Solo convinzione nel portare avanti un
modello educativo-formativo in cui si crede. Una ventina di giovani promesse del
rugby italiano, provenienti anche da fuori Padova, continueranno alla Guizza un
percorso che la scorsa stagione ha portato alla conquista di due titoli
nazionali (under 17 e 19). Si tratta di un programma di lavoro in campo e
palestra di 14 ore settimanali, da settembre a giugno. L’attività è coordinata e
monitorata dal responsabile tecnico della struttura, con uno staff composto da
due allenatori specialisti, un preparatore atletico, un medico nutrizionista e
un fisioterapista. Si dà risalto inoltre all’attività di studio assistito
pomeridiano mettendo a disposizione degli atleti-studenti un corpo di insegnanti
specializzati nelle varie aree disciplinari (programma giornaliero di tre ore).
Pochi giovani si affermeranno infatti sul campo, diventando professionisti del
rugby, ma tutti dalla Guizza usciranno con gli strumenti culturali necessari per
affermarsi nella vita.<BR> «Per l’anno scolastico
2008/09 - continua orgoglioso Lorello - sul fronte dello studio la percentuale
delle promozioni ottenuta dagli atleti inseriti nell’elenco di interesse
federale è stata del 100%, con pochi casi di debiti formativi. Anche sul fronte
sportivo i risultati sono stati buoni: i due titoli e una corposa serie di
miglioramenti individuali (tutti documentati) sul piano fisico-atletico,
tecnico-esecutivo dell’abilità gestuale e tattico-strategico della lettura dei
match lo stanno a dimostrare». Dalla Guizza insomma usciranno sia buoni
giocatori che uomini. Come insegnava Memo Geremia, nume tutelare del Petrarca.
Perchè questa missione non deve continuare?<BR>
</I></B><B>Ivan
Malfatto<BR> <BR> GLI
ACCADEMICI<BR> <BR>
</I></B></I></B>I 19 atleti attualmente all’Accademia del Petrarca sono:
Vincenzo Gentile (Roma ’93) centro/ala, Simone Matzeu (Viterbo ’92)
apertura/estremo, Nicolò Chimera (Rovigo ’93) flanker, Gabriele Massaria
(Trieste ’91) mediano di mischia/ala, Carlo Ferrari (Rovato ’91) ala/estremo,
Andrea Fabbian (Ferrara ’93) pilone, Antonio Rea (Pesaro ’89) centro/apertura,
Alessandro Furia (Rovato ’91) pilone, Pier Maria Leso (Verona ’91) pilone,
Matteo Baruffato (Valdagno ’95) centro/ala, Simone Mazzi (Verona ’92) flanker,
Francesco Franco (Pieve di Cento ’94) ala/apertura, Marco Marian (Ravenna ’92)
mediano di mischia, Martino Nozza (Milano ’94) pilone/tallonatore, Carlo Babetto
(Padova ’92) mediano di mischia, Riccardo Callegari (Padova ’93)
pilone/tallonatore, Giulio Mengardo (Padova ’93) seconda/terza linea, Tobia
Rinaldo (Padova ’92) mediano di mischiam/estremo, Simone Soffiato (Padova
’93).<BR> </DIV>
<DIV>
<HR>
</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>
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<TBODY>
<TR>
<TD class=occhiello><FONT color=#000080 size=4>Sabato la storica
decisione. Cavinato: «Veneto e Lazio-Abruzzo fucine di talenti, le
franchigie andrebbero qui»<BR></FONT></TD></TR>
<TR>
<TD class=titolo_articolo align=middle><FONT color=#000080
size=5><STRONG>Celtic, la settimana di terrore del
movimento</STRONG></FONT></TD></TR>
<TR>
<TD width=1500>
<DIV align=center><FONT face=Garamond
size=4>-------------</FONT></DIV></TD></TR>
<TR>
<TD class=occhiello><B>Lunedì 13 Luglio 2009, </FONT></B></TD></TR>
<TR>
<TD class=testo_articolo align=justify>«Se guardiamo i giocatori di
livello internazionale prodotti negli ultimi dieci anni dall’Italia
vengono quasi tutti da tre regioni: Veneto, Lazio e Abruzzo. Che poi
Viadana, Calvisano e Parma abbiano tanti atleti azzurri è un altro conto.
Li hanno presi dopo, non li hanno prodotti. Basandosi su questa
considerazione puramente tecnica, quindi, le due franchigie di Celtic
League dovrebbero essere assegnate una al Veneto e l’altra al Centro-Sud.
Ma i criteri di scelta, come è ovviache sia, non saranno soltanto
tecnici».<BR> Andrea Cavinato è franco come
sempre. Introduce un elemento di riflessione importante in quella che
alcuni addetti ai lavori hanno chiamato "la settimana di terrore" del
rugby italiano. Ovvero quella che precede il consiglio federale di sabato
18 luglio, dal quale usciranno i nomi delle due franchigie che
rappresenteranno l’Italia in Celtic Laegue dalla stagione 2010/11. L’ex
tecnico del Parma, in odore di tornare a guidare l’Italia under 20, non
vuole affatto condannare la candidatura degli Aironi del Po. Che sembra la
più solida economicamente e sportivamente, insieme a quella del
BenettonTreviso. Pone semplicemente sul piatto un dato di
fatto.<BR> «Emilia Romagna e Lombardia hanno
prodotto poco a livello di giocatori di interesse azzurro negli ultimi
dieci anni - continua - Seguendo questo ragionamento una candidatura per
la Celtic avrebbe senso solo si mettessero insieme Duchi e Aironi,
diventando la franchigia che rappresenta tutto il Nord-Ovest. Mentre sul
fronte del Nord-Est la candidatura di Treviso ha senso solo se avrà la
volontà e la capacità di coinvolgere, e non di sottomettere, la realtà
diffusa di cui è portatore tutto il
Veneto».<BR> La "settimana di terrore", che
di fatto ha bloccato anche il mercato dei giocatori, inizierà con
l’analisi economico-gestionale delle cinque candidature in pista da parte
degli organi federale. A essa farà seguito l’analisi tecnica. In base a
queste indicazioni il presidente della Fir Giancarlo Dondi trarrà una
sintesi da presentare al consiglio federale, che si esprimerà votando la
storica decisione.<BR> La corsa alla Celtic
sembra ristretta a tre candidate: Benetton Treviso, Aironi del Po e
Praetoriani Roma. Con le ultime due che, se scelte, faranno confluire nei
loro ranghi già dalla prossima stagione i giocatori di interesse nazionale
rimasti tagliati fuori dal Super 10 con il ritiro del Calvisano:
Ghiraldini, Zanni, Cittadini, Garcia, Pratichetti, Bernabò, Ludovico
Nitoglia, Toniolatti. Tutti con una "dote" che va dai 10 ai 50 mila euro
del contributo federale previsto per i giocatori di interesse azzurro.
Treviso invece ha già una rosa pressochè completa e dovrebbe agire con
qualche integrazione (Zanni?).<BR> Chiunque
delle tre realtà venga esclusa, pagherà probabilmente caro la scelta.
Aspettiamoci un altro terremoto stile Calvisano, se non dalle conseguenze
ancora più devastanti.<BR>
</I></B><B>I.M.<BR></B></TD></TR></TBODY></TABLE></DIV>
<DIV> <BR></DIV></BODY></HTML>