<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML><HEAD>
<META http-equiv=Content-Type content="text/html; charset=iso-8859-1">
<META content="MSHTML 6.00.6000.16788" name=GENERATOR>
<STYLE></STYLE>
</HEAD>
<BODY bgColor=#ffffff background="">
<DIV><FONT face=Garamond size=4><STRONG>PUBBLICO E INSUCCESSI DELL'EVENTO: LA
L.I.R.E. SI DISSOCIA</STRONG></FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Garamond size=4><BR>(LIRE) Facendo seguito a quanto riportato su
diversi organi di stampa dopo la Finale Scudetto del 30 maggio scorso, la
<STRONG>Lega Italiana Rugby d’Eccellenza prende atto dell’insuccesso in termini
di spettatori allo stadio e promozione in loco dell’evento</STRONG>. <STRONG>Una
conclusione vergognosa di un processo di crescita che tra variazioni di sede
(Rovigo, Padova, Monza), aveva registrato negli anni una costante crescita di
presenze, visibilità ed attrazione all’Evento che assegna lo Scudetto ed il
Titolo di Campione d’Italia di Rugby (79
edizioni).<BR></STRONG><BR>L’insoddisfazione e risultato negativo parte sin
dalle modalità di designazione e organizzazione della sede della finale da
decisione della Federazione Italiana Rugby come da consiglio federale del 18
luglio 2008, quasi un anno prima dell’Evento più atteso e importante per il
rugby di club. Nessun confronto e coinvolgimento della LIRE prima di quella
decisione, nonostante l’appoggio della stessa LIRE alla candidatura di
presidenza FIR e viste le esperienze di organizzazione dell’Evento svolte dalla
struttura dal 2002 al 2008 e ripartendo dalla finale di Bologna del 2001 con
pubblico scarso allo stadio Dallara. Il mancato e pieno coinvolgimento politico
si è acuito con il passare dei mesi e sino allo scorso febbraio, viste le
tempistiche da sempre rispettate da LIRE e vista la definizione della classifica
con ormai sei squadre del nord Italia stazionate nelle prime sei posizioni.
<BR>La strategia imperativa della Federazione di raccogliere tutte le finali
delle varie categorie in un solo week-end non ha avuto esito positivo, potrà
esserlo solo con un’attenta e semplice pianificazione delle leve base di
successo dell’evento, intanto nel 2009 ha cassato in una sola edizione i lavori
svolti da LIRE in 7 anni quale azione guida a favore dei club e su decisioni
degli stessi club. E’ risultato insufficiente accorpare in un’unica giornata (e
in un unico biglietto) le finali di Serie A e Super 10 con un incomprensibile
ritardo nell’ufficializzazione dell’Evento (28 aprile 2009! nonostante la
decisione del luglio 2008). Ciò a poco più di un mese dall’evento in una sede
ambita, il Flaminio, e da sempre valutata dai club per riprodurre in Italia gli
esempi di successo di Inghilterra, Twickhenam, e Francia, Stade de France. Roma
è sede da curare, l’improvvisazione ha portato al risultato da tutti visto.
<BR>Fin dall’avvio della propria attività la Lega Rugby ha sempre provveduto ad
individuare la sede più idonea allo svolgimento della finale, valutando
molteplici fattori e attivandosi con le amministrazioni, gli enti sportivi
locali, i media, ogni cellula base per la promozione dell’evento e offrendo allo
stesso una copertura completa. Allo stadio Brianteo di Monza, per la finale del
Groupama Super 10 2007/2008 erano presenti oltre 11.000 spettatori, sede con le
stesse caratteristiche in ambito metropolitano (Milano) della Capitale. <BR>Di
fatto la Lega Italiana Rugby d’Eccellenza con l’edizione 2008/2009, dopo le
decisioni federali che ne hanno sancito la prossima chiusura, è stata esautorata
senza essere però sostituita adeguatamente dagli organi preposti
all’organizzazione della finale. Sono stati comunque lodevoli gli sforzi profusi
dagli stessi uffici delegati della struttura FIR, parte operativa che ha
supportato e rispettato dei tardivi ordini. <BR>Non si è tenuto conto
dell’esperienza maturata negli anni da parte della Lega che si è trovata ad
interpretare la parte dell’Istituzione da non riconoscere a priori per tutto il
2008/09 sino all’evento più importante della stagione. <BR>LIRE ha voluto
adempiere con l’abituale competenza e professionalità ai propri obblighi
contrattuali ed avrebbe svolto ogni azione rivolta ad accrescere la fama ed il
futuro successo di un grande evento con protagonista il rugby di club, pur noto
il non riconoscimento ed i silenzi da parte federale per risolvere le
problematiche sorte o create ad hoc. L’atto conclusivo di sabato sera al
Flaminio riserva non pochi dubbi sul futuro del rugby di club Italiano,
riportato di colpo all’anno zero.</FONT></DIV></BODY></HTML>