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<p class=MsoNormal><font size=2 face=Arial><span style='font-size:10.0pt;
font-family:Arial'>Dopo otto anni di sacrifici sia economici che fisici, quest’anno
il rugby Giugliano non ha fatto attività. Se i signori politici che si sono
tanto scandalizzati perché 2 rugbisti hanno avuto uno scambio di opinione ravvicinato,
si ponessero il problema di perché si impedisce di fare sport a chi mette a
disposizione tempo e denaro per cercare di agire nel sociale evitando che
ragazzini scorrazzino per le strade e che diventino vittime di ciò che possono
incontrare (dalla droga alla delinquenza). Tutto ciò si è fatto a Giugliano in
Campania fino allo scorso campionato, quest’anno dopo che ho ricevuto per
l’ennesima volta la porta in faccia dalle istituzioni (politici che non
vedono il rugby come fonte di lucro e bacino di voti) ho deciso di non iniziare
l’attività con i bambini fino a 13 anni (dopo confluivano nell’Amatori
Napoli con un pullman apposito messo per accompagnare gli atleti) e quindi tra
la delusione dei ragazzini, che ancora oggi m’incontrano e chiedono perché
non facciamo allenamento, ho preso la sofferta decisione di finire il
pèatimento. Faccio presente che mai nessun ragazzino ha pagato qualcosa e a
tutti è stato dato il necessario per giocare. No, non sono un truffatore o qual’altro,
ma semplicemente un sognatore che voleva realizzare un punto di aggregazione
dove i ragazzini della zona si potevano incontrare e confrontarsi, ma come
detto i politici hanno promesso certo e sono venuti meno sempre e non solo
loro. Un anno, dopo vari contatti e interventi di amici che peroravano la mia
causa, la parrocchia di zona ci fece l’elemosina di accoglierci sotto la
sua struttura, il giovedì sera dalle ore 19,30 alle 20,30. Fu una esperienza
interessante per i ragazzini, perché ebbero modo di confrontarsi con i loro coetanei
che giocavano a calcetto stabilendo una intesa, tanto è vero che molte volte l’allenatore
di calcetto mi chiedeva di farli giocare insieme, la qual cosa avveniva spesso
con reciproca soddisfazione. L’anno dopo, quest’ora mi è stata
negata perché la parrocchia in quell’ora mise il pattinaggio che porta
soldi (perché pagano e anche i miei figli quando hanno fatto il pattinaggio hanno
pagato). Un giorno parlando con un amico, mi disse di conoscere bene il sindaco
di Giugliano e davanti a me lo chiamò x telefono e gli chiese un incontro spiegandogli
i motivi, concordarono che il martedì successivo alle 16,30 sarei dovuto andare
nel suo ufficio al comune, la qual cosa feci, ma ebbi l’amara sorpresa di
trovare tutto chiuso e quando chiesi del sindaco il custode mi guardò con aria
interlocutoria e mi disse: “ma il sindaco non c’è mai a quest’ora!).
Penso che non ci sia nessun commento da fare. Quindi abbandonato da tutti (tranne
che dai ragazzini che vogliono giocare), mi sono arreso e ho deciso di
dedicarmi solo ai miei figli e a mia moglie che stavo perdendo perché diceva
che il mio tempo libero lo dedicavo tutto ai ragazzini del rugby (dice sempre,
in tono ironico, che quelli sono i miei figli). Purtroppo non si verificherà
più che genitori divorziati la domenica mattina si troveranno sul campo insieme
a tifare per il figlio con le rispettive nuove famiglie o padri e madri che a
stento hanno di che campare vedere con soddisfazione il loro figlio che si
impegnava e lottava con altri ragazzini per uno scopo, quello di riuscire a
portare la palla oltre la linea di meta. Quando vedevamo che nonostante gli
sforzi non riuscivano ad andare oltre la linea di meta, tutti i genitori
incitavano i ragazzini e questi sembravano prendere nuove forze e violavano la
linea di meta facendomi venire le lacrime agli occhi. Chi non ha avuto modo di
vivere queste esperienze non potrà mai capirlo, perciò dico ai signori che si
arrogano il diritto di parlare di rugby, di stare zitti e venire a vedere sui
campetti dove giocano questi ragazzini l’atmosfera che si crea. Qualche anno
fa, portai i miei ragazzi al torneo internazionale di Benevento sia nella
categoria under 11 che under 13 (feci i salti mortali per trovare i soldi) e la
giornata fu vissuta sia dai genitori che dagli atleti come una grande festa e
loro se la godettero tutta e fraternizzarono con gli elementi delle altre
formazioni, anche se ancora oggi mi chiedo come fecero a capirsi con i Croati e
gli inglesi. È questo lo spirito del rugby, quello che io cerco di trasmettere
a mio figlio che gioca nell’under 16 dell’Amatori Napoli o a mia figlia
di 13 anni che gioca in serie B di pallanuoto con l’Azzurra 99 ed è
inoltre la portiera della squadra allieve della Vis Napoli di calcio. Per arrivare
a questo ci sono i sacrifici di mia moglie e miei e mai abbiamo avuto aiuto da
chi che sia, e vi posso garantire che ne abbiamo spesi di lire prima e di euro
adesso nonostante che non navighiamo nell’oro e non abbiamo un lavoro
fisso . Scusate lo sfogo, ma quando vedo o sento gente che non sa di che cosa
parla e pretende di farsi credere, io vado fuori di testa (mi riferisco ai
politici in genere, qualunque sia il loro schieramento). Tommaso Balbi<o:p></o:p></span></font></p>
<p class=MsoNormal><font size=2 face=Arial><span style='font-size:10.0pt;
font-family:Arial'>p.s. anche la federazione non mi ha potuto aiutare
nonostante le mie urla di aiuto (volevo solo un allenatore e non soldi)<o:p></o:p></span></font></p>
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