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<DIV><FONT face=Arial>Buon esordio! Ma, scusa, come si fa a ridere? Specie se
come dici c'è tanta sofferenza?</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial>Un caro saluto da Cavallo Pazzo.</FONT></DIV>
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<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
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style="BACKGROUND: #e4e4e4; FONT: 10pt arial; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=e-leaguerugby@hotmail.it
href="mailto:e-leaguerugby@hotmail.it">tarcisio corbelli</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A title=rugbylist@rugbylist.it
href="mailto:rugbylist@rugbylist.it">rugbylist@rugbylist.it</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Sunday, March 01, 2009 5:17
PM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [RUGBYLIST] Esordio letterario
nella list</DIV>
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Per esordire in questa mailing list ho scelto una frase tratta da un libro di
Muriel Barbery, l'Eleganza del Riccio.<BR>"Mi pare che solo la
psicanalisi possa competere con il cristianesimo nella predilizione per le
sofferenze prolungate"<BR>Posso aggiungere tranquillamente alla psicanalisi e
al cristianesimo, lo spettatore della Nazionale Italiana di Rugby, che da una
decina di anni naviga, male, al largo delle Orcadi, per acquistare stoviglie,
ed in particolare cucchiai, meglio di legno, servono per girare la polenta.
<BR>Un sudafricano, guardandoci probabilmente dal suo emisfero, ci ha visto
alti e prestanti, per poi accorgersi, dopo una sconfitta con gli uomini in
kilt, che siamo un popoli di goffi nani poco propensi al gioco di squadra.
Epprure non è stata l'unica sconfitta verso cui ci ha guidato. Come ha fatto a
non accorgersene prima. Come condottiero difetta e non poco. La sua Squadra
non ha un impianto tattico. I giocatori che allena, come in anni lontani sono
tornati a predicare un sano eroismo masochista, che li porta a frantumarsi
contro difese schierate, come la cavalleria polacca contro i carri armati
tedeschi, del tutto incapaci di creare un break, con cui mettere in difficoltà
le arcigne difese. Almeno con Berbizier uno spiraglio di sole in
lontananza l'avevamo visto. O forse era un fuoco dietro ad una collina,
appiccato dal sudafricano, ai ruoli del rugby. Affidiamo il nostro gioco a
pochi eroi, soli in mezzo alla battaglia.<BR>Avevamo una mischia forte, ora si
è dissolta. Al sudafricano devono aver rimosso la cataratta, dopo la partita
con gli uomini in gonnellino di lana, perchè dopo la sconfitta si è
accorto, dopo il torpore visivo, che fra l'Italia e Moria non c'è nessuna
differenza. John Ronald Ruel Tolkien, letterato sudafricano ha dissertato a
lungo e in diversi libri, su Moria la Terra dei Nani, poteva informarsi dal
suo conterraneo prima di buttarsi nell'avventura.<BR>Calciamo palloni con la
convizione di scagliare palle infocate verso l'area avversaria. In realtà sono
bolle di sapone, con cui i nostri antagonisti giocherellano divertiti.<BR>E
dopo essere inadeguati per il 6 Nazioni adesso abbiamo anche il proposito di
essere inadeguati anche per la Celtic League e questo non senza spreco di
risorse, che in questo momento di vacche magre è un insulto a tutto il
movimento sportivo che è alla base di questo sport.<BR>Troppo facile
criticare, è la sofferenza mi inacidisce.<BR>Sono italiano e come tutti gli
italiani, anche quelli, come è luogo comune, che seguono altri sport, ho il
vizio di calarmi nel ruolo di Commissario Tecnico e per questo propongo di
utilizzare come pilone, Ulisse Trevisin. "Dove passa Attila non cresce più
l'erba. Dove passa Ulisse Trevisin si può seminare". Grazie a Marco Paolini,
il nostro sport ha bisogno di ridere, si sta prendendo troppo sul serio
soprattutto a certi livelli.<BR> <BR>Saluti<BR>Tarcisio Corbelli<BR><BR>
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