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<p>Trovo sensate alcune affermazioni di Mallet, prima fra tutte quelle nelle quali afferma che non abbiamo giocatori di livello. Peccato però che non abbia risposto alla domanda della giornalista (brava, domande efficaci e a volte impertinenti, non succede spesso): ma lei prima di venire qui lo conosceva il livello del rugby italiano?</p>
<p>A parte le colpe di NM, che ci sono, credo che andrebbero analizzate anche le (scarse) capacità di molti giocatori, che denotano scarsa confidenza e grande tendenza ad andare in confusione e a non sapere cosa fare. Dopo poche fasi abbiamo già spento la luce, ed è sicuro che perderemo il pallone: il drop di Parisse è stato desolante, vorrei sapere a livello internazionale quante volte una terza linea ha droppato a quel modo. Una: Zinzan Brooke. Credo che Mallet non possa stare a bordo campo come se fossero under 13 per guidarli passo dopo passo, dovrebbero essere in grado di sapere da soli cosa fare senza che glielo dica qualcuno. Le scelte sono spesso sbagliate: perchè non cercare i pari sul 16 a 6? Perchè non siamo capaci di trovare la touche sulle punizioni? Perchè non placchiamo mai in avanzamento? Perchè a livello individuale facciamo spesso la scelta sbagliata? Ecco, credo che questo dipenda anche dal bas
so livello dei singoli giocatori, inadeguati per almeno un terzo della rosa (e sono generoso) a questi livelli. Garcia, Sbaraglini, Marcato, Pratichetti, Canavosio, Bacchetti, tanto per fare dei nomi, non valgono i loro avversari, di nessuna altra nazionale del torneo. E smettiamo di difendere Marcato come se fosse un santino, un giocatore così non sarebbe titolare in nessuna squadra del top 14 francese o della Premiership inglese, e noi lo riteniamo l'uomo della provvidenza del rugby italiano: quasi sempre le sue prestazioni in nazionale sono state imbarazzanti. O forse lo dobbiamo sempre giustificare in quanto nato in Italia?</p>
<p>E poi Dondi. Come faceva a prevedere un 6 nazioni migliore? Ma i test di novembre li ha visti?</p>
<p>Chiusura di speranza: i giovani arrivano, Rubini è un esempio, ma c'è un buco generazionale nel quale evidentemente si è lavorato male: dove sono gli 83/84/85/86? Quanti ce ne sono di veramente bravi? Allora diamo spazio ai più giovani, tanto partite morbide per farli crescere non ce ne sono più, approfittiamo del 6 nazioni A, dove finalmente si è dato spazio ai migliori talenti italiani, scegliamo i prospetti migliori e portiamoli questa estate in Australia e Nuova Zelanda a fare esperienza, facciamogliene fare altra anche in novembre. Perderemo tutti i test (li perderemmo lo stesso) ma forse per il 6 nazioni 2010 avremo forze fresche già pronte.</p>
<p>Maurizio</p>
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