<html><head><style type="text/css"><!-- DIV {margin:0px;} --></style></head><body><div style="font-family:times new roman, new york, times, serif;font-size:14pt"><DIV></DIV>
<DIV>Certo che non è male! La FIR paga i cartellini dei nazionali (e nazionalizzabili) ai 2 club, questi fanno 6 partite <U>vergognose</U> in coppa ed il resto dell'anno giocano in S10 senza dare alcuna possibilità agli altri di vincere.</DIV>
<DIV>Bellissimo!!!! Tanto vale fare il S2 tra Calvisano e Treviso e gli altri in serie A....</DIV>
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<DIV>Ai club non interessa la crescita del movimento ma solo vincere il campionato. Se fosse per i club Galles, Francia ed Inghilterra avrebbero in formazione solo giocatori di 2a divisione.</DIV>
<DIV>Ed è una cosa giusta e sacrosanta. Nessuno vuole rendersi le cose complicate giocando ad un livello più difficile. A meno di essere interessato ad un businness maggiore; cosa questa che non sembra minimamente interessare alla maggior parte dei club di S10 (a parte Viadana e Rovigo) vista l'attenzione che hanno nei confronti del proprio "pubblico".</DIV>
<DIV>E' dunque compito di una federazione far crescere il livello nell'interesse (economico e sociale) di tutti. E questo può essere fatto con 2 realtà (4 sarebbe meglio ma al momento pare impossibile) al di sopra dei club. In questo modo si salverebbe anche il S10.</DIV>
<DIV>Nel breve periodo sicuramente qualcuno ci rimetterà ma, se il passaggio viene gestito con una pianificazione corretta, nel lungo periodo tutto il movimento ne godrà i benefici.</DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV>Così come è successo per la nazionale dal suo ingresso nel 6N, anche allora osteggiato dai club e da molti tecnici. <BR> </DIV>PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
<DIV></DIV><BR><BR>
<DIV>Salvatore Messina
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<DIV style="FONT-SIZE: 14pt; FONT-FAMILY: times new roman, new york, times, serif"><BR>
<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: times new roman, new york, times, serif"><FONT face=Tahoma size=2>----- Messaggio inoltrato -----<BR><B><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Da:</SPAN></B> Maci <maci@maidiremeta.it><BR><B><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">A:</SPAN></B> rugbylist@rugbylist.it<BR><B><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Inviato:</SPAN></B> Martedì 20 gennaio 2009, 9:13:46<BR><B><SPAN style="FONT-WEIGHT: bold">Oggetto:</SPAN></B> [RUGBYLIST] Commenti degli allenatori sulla celtic<BR></FONT><BR>Notizie di rugby: <A href="http://www.rugbyrugby.it/" target=_blank>http://www.rugbyrugby.it</A><BR><!-- kill -->
<DIV><BR><BR>-----Segue allegato-----<BR><BR>Mi sembrano tutti un po' perplessi e le obbiezioni che portano sono ragionate, non campate per aria.<BR>Sembrano dire: che porti benefici sara' anche vero ma i dubbi sono tanti e non sara' facile farli sparire.<BR><BR>ps: L'idea di Brunello non mi sembra male...<BR><BR>Ciao a tutti,<BR><BR>Maci<BR><BR>Giudizi positivi, ma anche molto critici o perplessi, degli allenatori<BR>del Super 10. Oggi i delegati Fir sono a Londra per definire<BR>l'ingresso<BR><BR>Rivoluzione Celtic, i tecnici mettono in guardia<BR><BR>Brunello: «Meglio due squadre in Heineken». Gajan: «Può essere un<BR>disastro». Smith: «No alle selezioni tagliando fuori i club»<BR><BR>Oggi a Londra incontro decisivo di Fabrizio Gaetaniello e Alfredo<BR>Gavazzi, delegati della Fir, con i dirigenti della Celtic League per<BR>l'entrata delle squadre italiane al torneo con le selezioni di Galles,<BR>Irlanda e Scozia. Nei giorni scorsi la
federazione ha diramato la<BR>serie di condizioni alle quali dovrà attenersi chi parteciperà alla<BR>competizione. La rivoluzione del rugby di vertice italiano muove<BR>dunque i primi passi. Ma cosa ne pensano gli allenatore dei club del<BR>Groupama Super 10? Ecco le loro risposte, tutte interessanti e non<BR>prive di sorprese.<BR> JIM LOVE (Mps Viadana): «Il progetto Celtic League è negativo<BR>per il rugby italiano, se saranno solo due squadre a parteciparvi. I<BR>giocatori migliori giocheranno solo nelle due formazioni e il<BR>campionato si livellerà verso il basso. Un passo importante sarebbe<BR>investire da parte della federazione sul miglioramento della classe<BR>arbitrale, rendendola professionistica».<BR> FRANCO SMITH (Benetton Treviso): «Non sono d'accordo nel far<BR>partecipare due selezioni, tagliando fuori i club. Sono due anni che a<BR>Treviso lavoriamo per essere competitivi e quella delle
selezioni non<BR>è la soluzione giusta, anche perché non è solo la mancanza di<BR>giocatori che non rende competitivi i club. Ci sono altri importanti<BR>problemi da risolvere».<BR> MASSIMO BRUNELLO (FemiCz Rovigo): «In questo momento è una<BR>novità troppo sconvolgente. C'è un'idea, ma non un progetto. Quando<BR>uscirà questo progetto bisognerà valutarlo in tutti i suoi aspetti. La<BR>Celtic non è un torneo ambito da tanti in Europa. Era più prestigioso<BR>andare con due selezioni in Heineken Cup, lasciando ai club la<BR>Challenge, e utilizzando in questa competizione e poi da marzo in<BR>campionato i migliori giocatori italiani. Così oltre ad avere due<BR>selezioni avremmo elevato il livello del Super 10».<BR> MARC DELPOUX (Cammi Calvisano): «Se il futuro del rugby italiano<BR>si chiama Celtic League allora la competizione è da fare. Il Super 10<BR>comunque deve cambiare struttura. Esiste una
grande differenza<BR>ovviamente tra Super 10 e Celtic League e il cambio verso la maggiore<BR>qualità aiuterà il rugby italiano».<BR> ANDREA CAVINATO (Overmach Parma): «È prematuro capire cosa verrà<BR>deciso dalla Fir visto che il cambiamento al momento è solo sulla<BR>carta. Comunque una variazione sostanziale doveva essere apportata al<BR>rugby italiano».<BR> GEORGE GRAHAM (Carrera Petrarca Padova): «Può essere questa la<BR>strada giusta per crescere, ma bisogna avere un piano preciso e farlo<BR>con i tempi dovuti, non così. Mi sembra tutto molto affrettato. Da noi<BR>in Scozia abbiamo fatto lo stesso passaggio, ma al termine di un<BR>processo lungo tre anni e solo adesso iniziano a vedersi i risultati.<BR>Prima di entrare, inoltre, bisogna trovare un accorto preciso con le<BR>società esistenti».<BR> STEFANO BORDON (Futura Park Roma, fino alla 9. giornata): «È una<BR>svolta
positiva. Spero ci sia un'ampia discussione fra tutti gli<BR>interessati su come realizzare il progetto. Spero che per la prima<BR>volta club e federazione lavorino insieme per il bene del rugby<BR>italiano».<BR> CRISTIAN GAJAN (Casinò di Venezia): «Mi sembra un'idea strana e<BR>difficile da perseguire. Se metto tutti i migliori italiani in due<BR>squadre, più quelli che giocano già all'estero, il nostro movimento<BR>alla fine non diventa niente. E se non diventa niente chi, come e dove<BR>si farà la formazione per avere i rugbisti del futuro? Dove sarà il<BR>movimento fra tre o quattro anni? Per me rischia di essere un<BR>disastro. La strada giusta a mio avviso era quella di rafforzare il<BR>Super 10 con più mezzi e creare un importante campionato a livello<BR>under 23».<BR> RIAAN MAY (Plusvalore Gran Rugby): «Il livello qualitativo dei<BR>giocatori italiani migliorerà giocando nella Magners. Ma i
risultati<BR>non arriveranno subito. Bisogna avere pazienza e soprattutto creare<BR>una struttura dietro a queste due selezioni. Ovvero creare quella base<BR>di qualità per alimentare e creare i cambi generazionali<BR>indispensabili. Inizialmente il Super 10 soffrirà questa partenza di<BR>molti giocatori per la Magners, ma deve servire quale principale fonte<BR>per ricreare l'indispensabile serbatoio».<BR> FRANCESCO RUBIO (Almaviva Capitolina): «In questo momento è<BR>l'unica soluzione per migliorare il livello qualitativo e competitivo<BR>del rugby d'élite italiano. Ne risentirà tutto il movimento, perché<BR>con una sessantina di giocatori che parteciperanno alla Magners<BR>altrettanti dalla A1 dovranno giocare nel Super 10 e altri dalla A2<BR>verranno "promossi" nelle squadre di A1. Naturalmente bisognerà<BR>lavorare tanto per ricreare quel bacino generazionale qualitativo per<BR>garantire i cambi ai massimi
livelli».<BR> Ivan Malfatto</DIV></DIV></DIV></DIV></div><br>
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