Ullallà............come siamo suscettibili.....!!!!<br>Ma, aggiungo di mio, non saremo anche 'nu pòco pignoli, quasi al limite della presuntuosità?<br>Voglio sbagliarmi. <br>Magari conoscendoti rugbysticamente di più e smentirmi da solo. <br>
Ma facendo così però non mi dai una mano.....<br><br>Scrivi: "Non mi permetto di dire a nessuno....che una discussione è sciocca, stucchevole ecc."<br>(E .intanto lo affermi...;-)... alla faccia delle 100 e più e-mail che tu stesso annoti)<br>
Personalmente auguro altrettante risposte ai tuoi futuri quesiti/discussioni/notizie, a dimostrazione che su questa "lavagna" chiamata rugbylist c'è posto per tutti gli argomenti inerenti al rugby.<br>Sapere cose nuove sul rugby, qualunque esse siano, credo faccia piacere a tutti coloro che non le sanno. <br>
Tu -forse- le sapevi già da buon Giornalista. <br>Altri, meno titolati, forse non lo sapevano.<br>E avranno aggiunto un altro piccolissimo mattone alle loro conoscenze - storiche e non - del nostro sport. <br>Perchè secondo te, non debbono interessare?<br>
A te dovrebbero interessare eccome, visto che di professione fai il divulgatore di notizie. <br>Se le sai tanto meglio. Viceversa te le annoti da una parte e magari un giorno ti possono servire.<br>Faceva così anche i'indimenticato tuo collega P.L. Fadda ( glie l'ho visto fare io -de visu- ) Forse anche Ravagnami quando annota una -oramai poche per lui- novità presenti o passate.<br>
E' solo un consiglio: non mi permetto di insegnarti nulla. <br>Un consiglio che è servito anche me nella mia quarantennale vita professionale.<br>In fabbrica.<br>Senza rancore, mi raccomando!<br>Saluti dalla bassa Valle Scrivia<br>
Ruggero R.<br><br>..."verrouillier"....ti dice qualcosa questo, a proposito di storia rugbystica?<br> Tranquillo: i "Beatles" all'epoca, si erano già sciolti da tempo.<br>:-)<br><br><br><br><br> <br>
<br><br><br><br><br><br><div class="gmail_quote">Il giorno 13 novembre 2008 15.06, tempodirugby <span dir="ltr"><<a href="mailto:tempodirugby@gmail.com">tempodirugby@gmail.com</a>></span> ha scritto:<br><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;">
<div>Mi aggancio ad una frase di "qso", prendendola come spunto per dire una cosa alla List: appena un argomento si prolunga più del necessario, e specie se l'ho proposto io, ecco che arrivano diversi riferimenti alla lunghezza della polemica, alla sua poca importanza, ecc.<br>
Ma io credo che questo sia proprio l'ambiente per ogni discussione, anche lunga, anche poco importante. Che problema c'è? Se non interessa, ognuno può lasciarla perdere o proporne un'altra.</div>
<div>Io non mi permetto di dire a nessuno che una certa discussione è troppo lunga, o sciocca, o stucchevole. Eppure ce ne sono state, così! Vogliamo ricordarci di quando, per una settimana, sono state prodotte qualcosa come 100 e-mail sull'origine ed il significato del termine "meta" o "rugger"? Potrà quest'argomento non interessare qualcuno (me, per esempio)? Eppure? Zitto e rispettoso: ad un certo punto la discussione non mi interessava più e non l'ho seguita.</div>
<div>E' tanto semplice.</div>
<div>Chiedo scusa alla List e la saluto.<br><br></div>
<div class="gmail_quote">Il giorno 13 novembre 2008 14.58, <a href="mailto:qso@libero.it" target="_blank">qso@libero.it</a> <span dir="ltr"><<a href="mailto:qso@libero.it" target="_blank">qso@libero.it</a>></span> ha scritto:<br>
<blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0px 0px 0px 0.8ex; padding-left: 1ex;">Ciao a tutti,<br><br>tanto per cambiare discorso sui fischi - che non se ne può più -<br>riporto l'intervista fatta dal mitico Pastonesi per la Gazza a Bortolami.<br>
Interessante la parte riguardante ... i fischi! Ma soprattutto le due risposte<br>alle due domande finali<br><br><br>Questo il link:<br><a href="http://www.gazzetta/" target="_blank">http://www.gazzetta</a>.<br>it/Sport_Vari/Rugby/Primo_Piano/2008/11/11/bortolami.shtml<br>
<br>TORINO, 11 novembre<br>2008 - È il nostro passaporto per il mondo. È il nostro apriti-Sesamo al rugby<br>internazionale. Marco Bortolami, 28 anni, seconda linea, non solo è stato<br>capitano dell'Italia, ma anche del Narbonne in Francia e del Gloucester in<br>
Inghilterra. Un punto di riferimento, un esempio, un trascinatore. Sabato,<br>contro l'Argentina, giocherà la sua partita numero 69 in Nazionale.<br>-<br>Bortolami, che Italia è?<br>"Un bel gruppo, che sta migliorando, che può<br>
migliorare ancora. Nato nei Sei Nazioni 2008, cresciuto nella tournee di<br>giugno, ritrovato adesso per questi tre test-match, e che si sta preparando al<br>Sei Nazioni 2009".<br>- Contro l'Australia la nostra mischia ha sofferto. Perché?<br>
<br>"Perché davanti avevamo l'Australia. Perché non siamo entrati in campo<br>convintissimi. Perché loro erano più organizzati".<br>- Problemi in touche?<br>"Di<br>tre tipi. Il primo: l'arbitro non ci ha tutelato: alle nostre finte, i loro<br>
saltatori finivano addosso ai nostri e restavano impuniti. Il secondo: un paio<br>di nostri lanci sono stati imprecisi. Il terzo: in alcune circostanze le<br>chiamate della touche sono state fatte in punti troppo marcati".<br>
- Però?<br>"Siamo<br>convinti che contro l'Australia non abbiamo disputato la partita della vita,<br>eppure potevamo batterla. Significa che possiamo giocarcela contro chiunque".<br>-<br>Pumas compresi?<br>
"Sì. Forti, ma non invincibili. Dobbiamo provare a giocare di<br>
più. Il loro pacchetto di mischia è organizzatissimo, noi dobbiamo spostare il<br>pallone. Abbiamo il dovere di provare a vincere".<br>- A 24 anni è diventato un<br>emigrante del rugby.<br>"John Kirwan, allora c.t. della nostra Nazionale, mi aveva<br>
messo in testa che, per migliorare, sarebbe stato meglio che andassi a giocare<br>all'estero. Questo mi ha aiutato come atleta, e anche come uomo. È stata una<br>scelta decisiva nella mia vita".<br>- In Francia.<br>
"Ambiente competitivo. Là il<br>
rugby è simile al nostro, ma il livello molto più alto. La differenza sta nella<br>velocità, nel ritmo".<br>- Poi in Inghilterra.<br>"Alla quale mi sento più vicino per<br>mentalità. Gli inglesi interpretano il rugby come una disciplina. E' un mondo<br>
professionale, serio, rigoroso, sottoposto a forti pressioni mediatiche. E'<br>anche un mondo più freddo: finito l'allenamento, ognuno a casa sua".<br>- Lei ha<br>provato a riscaldarlo?<br>"Sì, e forse proprio per questo hanno voluto nominarmi<br>
capitano del Gloucester: perché ho sempre dato importanza ai rapporti umani<br>almeno come a quelli tecnici".<br>- Adesso?<br>"Non sono più il capitano, né del<br>Gloucester (Tindall, ndr) né dell'Italia (Parisse, ndr). Meno responsabilità,<br>
più divertimento".<br>- Con Mallett?<br>"Una nuova pagina della mia vita, un nuovo<br>capitolo nella storia della Nazionale. Abbiamo un rapporto fantastico. Fin dall'<br>inizio l'ha improntato sull'onestà e la chiarezza, qualità che per me sono<br>
irrinunciabili. Nick è uno che guarda sempre negli occhi. Il ruolo di capitano<br>è importante, ma fino a un certo punto. Io sono uno che, a se stesso, chiede<br>già tantissimo".<br>- A che punto della carriera ritiene di essere?<br>
"Ho sempre<br>cercato di migliorarmi. Seconda linea è un ruolo fisico e tecnico, ma richiede<br>anche tanta esperienza. Il mio contratto con il Gloucester scadrà alla fine del<br>2009-2010. Ma la mia vita sta già cambiando: in gennaio diventerò padre, per la<br>
prima volta. Sento che la gerarchia dei valori della mia vita si modifica. Sarà<br>una bimba, si chiamerà Emma e nascerà in Italia".<br>- In Italia il rugby sta<br>diventando popolare.<br>"Vero, ma adesso si dovrebbe fare un salto di qualità. Il<br>
giorno in cui ci chiameranno in tv per parlare di rugby e non di moda o di<br>cucina o di calcio, sarà un successo".<br>- Intanto, a Torino, il rugby ha<br>sconfitto il calcio.<br>"Una partita della serie A anticipata per fare posto a<br>
noi: incredibile".<br>- Però c'è un pericolo: che il rugby acquisisca certe<br>cattive abitudini del calcio.<br>"Il rugby ha valori troppo forti per essere<br>dimenticati o cancellati. A Padova il pubblico fischiava mentre gli australiani<br>
piazzavano, e questo non è bello. In Inghilterra c'è un silenzio tombale, anche<br>se a Twickenham qualche fischio si sente. Ma qualche fischio è fisiologico".<br>-<br>Del rugby che cosa affascina di più?<br>"La contrapposizione tra fisicità,<br>
agonismo, forza e lucidità, fair play, autodisciplina. Far convivere queste due<br>anime non è scontato. Ma la gente, che forse non riesce a cogliere le sfumature<br>del regolamento, questo lo capisce, e lo apprezza moltissimo".<br>
- Quanto è<br>rimasto, nel rugby, di certe tradizioni?<br>"Tutto. Dal corridoio al terzo tempo,<br>dal senso di appartenenza a questo sport fino a un codice di leggi o<br>comportamenti non scritto".<br>- Sarà così anche contro i Pumas?<br>
"Ci si può<br>giurare. Per noi è quasi un derby. Sul campo sarà una guerra, piena di tensioni<br>ed emozioni, poi ci stringeremo la mano, ci faremo i complimenti, ci berremo<br>una birra. In amicizia".<br>- Come andrà?<br>
"Non lo so. So che ci divertiremo. E so<br>che, alla fine della partita, come sempre mi accade, mi rimarrà una specie di<br>vuoto in pancia. Fino alla partita successiva".<br>- E questo è il bello del<br>rugby?<br>
"Il bello del rugby è che, finita una partita, ce ne sarà sempre un'<br>altra".<br>dal nostro inviatoMarco Pastonesi<br><br>_______________________________________________<br>Gestisci la tua iscrizione<br><a href="http://www.rugbylist.it/mailman/listinfo/rugbylist" target="_blank">http://www.rugbylist.it/mailman/listinfo/rugbylist</a><br>
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