e.. <b>Q</b>uando <b>S</b>enti <b>O</b>dino<br>in <b>Q</b>uesto <b>S</b>orger <b>O</b>vale<br>di <b>Q</b>uiete <b>S</b>obria <b>O</b>lezzante<br>
sic <b>Q</b>uoque et <b>S</b>ervus <b>O</b>die.......<br><br>.... <b>Q</b>ueste <b>S</b>ono <b>O</b>di<br> caro Q. S. O,<br><br>( e poi dicono che non conosciamo il "Rinaldo" di Haendel)<br>
;-)<br>
<br>Bellissima la tua Introduzione al Rugby: grande Luca.<br> e saluti dalla Solita bassa Valle<br>Ruggero Rizzi<br><br><div class="gmail_quote">---------- Messaggio inoltrato ----------<br>Da: <b class="gmail_sendername"><a href="mailto:qso@libero.it">qso@libero.it</a></b> <span dir="ltr"><<a href="mailto:qso@libero.it">qso@libero.it</a>></span><br>
Date: 12 novembre 2008 10.23<br>Oggetto: [RUGBYLIST] Introduzione al rugby - Il rugby è per tutti<br>A: <a href="mailto:rugbylist@rugbylist.it">rugbylist@rugbylist.it</a><br><br><br>Ciao, mi è stata chiesta una breve introduzione al Rugby. Qui sotto ve la<br>
riporto, per conoscenza.<br>
<br>
IL RUGBY E' PER TUTTI<br>
<br>
Il rugby non è uno sport - è<br>
un punto di arrivo. O anche un modo di vivere la vita, accettandola per quella<br>
che è, e che ti regala qualcosa di molto prezioso, qualcosa che dai tempi di<br>
Adamo ed Eva non si era visto. Ti regala, in tempi di pace, la fotografia della<br>
tua anima. E il coraggio che ci vuole per giocare a rugby è tutto lì: sei<br>
disposto a guardarti in faccia? Sei disposto a vedere chi sei realmente?<br>
<br>
Il<br>
rugby parte a un punto fisso, inamovibile: la squadra. Tu ne sei parte, ne sei<br>
dentro, ne sei disciolto - e una volta dentro voli e ti schianti con essa e per<br>
essa. Se ti senti monade, lascia perdere. Se ti commuovi perchè ti senti<br>
rimproverare da un compagno più esperto, perchè non tenendo una certa<br>
posizione, poi la tua squadra non riuscirà a darti il sostegno, allora puoi<br>
avere grande soddisfazione.<br>
<br>
Chiave dell'approccio, e punto di partenza è<br>
l'umiltà. Il rugby è gioco umile, fatto di fango e sul fango, dove le trincee<br>
mobili vengono costruite e disfatte con grande sacrificio degli uomini di<br>
mischia (le ruck e le maul), dove la palla è vissuta come "opportunità" da<br>
finalizzare (portandola in meta). La palla: ne fai qualcosa di buono solo e<br>
soltanto se il compagno a cui l'hai passata ne trae vantaggio. La<br>
responsabilità è tua - e se la palla la perdi, tutta la squadra ne soffre<br>
(riposizionamento, perdita di metri, fatica, colpi presi e dati per niente...).<br>
<br>
<br>
La palla è ovale. E' la metafora della Fortuna: arriva, va, sembra che ti<br>
segua e poi scarta via, non rimbalza mai dove vuoi tu, ma sopratutto va colta<br>
al volo, quando la vedi arrivare - senza esitazione. E non è facile.<br>
Soprattutto all'inizio la paura per la tua incolumità, la paura per il contatto<br>
fisico, la paura di farti male - insomma la paura ti fa sbagliare, ti fa essere<br>
titubante, ti iperprotegge. Poi, dopo un po', ti rendi conto che il tuo<br>
atteggiamento fa del male alla tua squadra. E qui hai due opzioni: o te ne vai,<br>
o diventi solubile, e ti disciogli nel gruppo - e la palla cerchi di prenderla<br>
al volo, ti butti, ti fai male (a volte), ti senti parte di un organismo<br>
superiore.<br>
<br>
Dare e ricevere dolore non è per tutti. Ma tutti quelli che lo<br>
danno e lo ricevono portano rispetto per gli avversari. Così vale per tutti i<br>
cosiddetti sport di contatto - anche se il rugby, lo ripeto, non è uno sport.<br>
Vale per il pugilato, le varie forme di lotta, le arti marziali. Dare e<br>
ricevere dolore è formativo, è educativo, ti permette di conoscere i tuoi<br>
limiti, di spingerli in là, di avere meno paura, di controllarla meglio, di<br>
controllare la tua aggressività, di accettare la tua timidezza, di aumentare il<br>
rispetto per gli altri, siano essi tuoi compagni o avversari. Di rispettare le<br>
regole.<br>
<br>
Le regole: ci sono, sono ben codificate, hanno un margine<br>
discrezionale non scritto ma che è proprio dell'arbitro. Le regole si<br>
rispettano. Punto. Chi trasgredisce alle regole (e in campo chi le detta è<br>
l'arbitro - e fine stop) è punito. Se le trasgredisce costantemente subisce<br>
quello che non esiste altrove - l'onta di essere allontanato dal campo per<br>
ANTIGIOCO - per non aver consentito al gioco di fluire, di scorrere, per non<br>
aver consentito alle due squadre di divertirsi, in primis, e di sfruttare le<br>
loro opportunità.<br>
<br>
Le opportunità possono essere molteplici, compresa quella<br>
della sconfitta onorevole - altra codifica stravagante del rugby. La palla<br>
viene passata al compagno soltanto all'indietro, e saranno solo le gambe e la<br>
caparbietà e l'intelligenza tattica della squadra che potranno portarla oltre<br>
la linea di meta. Non vi sono altre possibilità. C'è chi scrisse che il rugby<br>
sta al calcio come la I Guerra Mondiale sta alla Seconda: prima non v'era forza<br>
aerea, il territorio veniva conquistato con i fanti e la cavalleria.<br>
<br>
La<br>
cavalleria: sia essa intesa come onore per l'avversario, che come gruppo dei<br>
cosiddetti tre quarti è parte del rugby. Si gioca una partita CON l'avversario,<br>
non CONTRO l'avversario: il piacere di giocare è reciproco. Alla fine della<br>
partita è rituale l'incontro in Club House a bersi una birra e a mangiare un<br>
boccone assieme all'altra squadra. Si chiama Terzo Tempo, dopo i primi due in<br>
campo, ce n'è un terzo, dove tutto quello che in campo si è fatto e si è detto,<br>
là resta.<br>
<br>
E là resta, sul campo, tutto quello che là deve restare. Qualche<br>
pugno, qualche rissetta, qualche chiarimento d'idee. C'è l'arbitro, ci pensa<br>
lui a sistemare le cose, e se deve parlare con le squadre lo fa, comunica,<br>
spiega, chiarisce le idee, e lo fa attraverso i capitani, che sono gli unici<br>
che possono parlare con lui.<br>
<br>
I capitani, in un gioco come il rugby, sono di<br>
grandissima importanza. In campo parlano loro, danno loro l'esempio. Basta lo<br>
sguardo torvo di un capitano per farti cambiare registro in campo. Gli<br>
allenatori stanno in tribuna, e guardano la loro squadra. Chi è in campo sa<br>
cosa deve fare. E se non lo sa, alla fine della partita è probabile che avrà le<br>
idee schiarite.<br>
<br>
Il rugby non è uno sport - l'attività fisica che in campo si<br>
fa è solo preparazione. Il rugby è uno stato mentale. E' propedeutico alla<br>
vita. Non per nulla i maggiori college inglesi, e le università, contemplano<br>
fra i loro insegnamenti il rugby - in alcune è obbligatoria la frequenza. In<br>
altre vi sono esami universitari incentrati sul rugby, che sono parte del piano<br>
di studio (Trinity College di Dublino, ad esempio, o le più famose Oxford e<br>
Cambridge). Ti insegna ad essere responsabile, a conoscere i tuoi limiti, a<br>
controllare la tua naturale paura, a vivere assieme agli altri, a rispettare le<br>
regole, a rispettare l'autorità, a rispettare l'avversario, a evitare la<br>
furbata come struttura di vita, perchè miope e a corta gittata, a programmare,<br>
a studiare.<br>
<br>
Giocate, iscrivetevi, non abbiate paura - io peso 20 kg in meno<br>
del più piccolo nella mia squadra. Cercate un club, portate i vostri bimbi.<br>
Scoprite un modo nuovo e diverso di stare assieme - e perchè no, di vivere.<br>
<br>
Giocate.<br>
<br>
Luca Bonisoli<br>
<br>_______________________________________________<br>
Gestisci la tua iscrizione<br>
<a href="http://www.rugbylist.it/mailman/listinfo/rugbylist" target="_blank">http://www.rugbylist.it/mailman/listinfo/rugbylist</a><br>
<br></div><br>