<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8"><meta name="ProgId" content="Word.Document"><meta name="Generator" content="Microsoft Word 11"><meta name="Originator" content="Microsoft Word 11"><link rel="File-List" href="file:///C:%5CDOCUME%7E1%5CMassimo%5CIMPOST%7E1%5CTemp%5Cmsohtml1%5C01%5Cclip_filelist.xml"><style>
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<p class="MsoNormal"><b>A Beit Jala, nei Territori Occupati, nasce la prima squadra di rugby della Palestina</b></p><p class="MsoNormal"><br><b style=""></b></p>
<p class="MsoNormal">Se lo sport allontana la guerra ed avvicina la fratellanza,
la comprensione o, perlomeno, il rispetto civile reciproco, allora è
sicuramente da accogliere come un'ottima notizia la nascita dei Beit Jala
Lions, la prima squadra di rugby dei Territori Palestinesi occupati da Israele.</p>
<p class="MsoNormal">I Lions della West Bank hanno ricevuto un grosso supporto,
morale, finanziario e logistico dal famoso club irlandese del Munster, che ha
inviato loro persino i palloni! Un imprenditore locale sponsorizza la squadra.</p>
<p class="MsoNormal">Tutto è nato dall'iniziativa di Martin Bisztrai, un ex
nazionale ungherese, finito in Palestina per delle ricerche antropologiche.
"Martin aveva con sé una strana palla ovale, mai vista prima dalle nostre
parti", ha raccontato Nicolas Fuad Stefan, il ventenne coach del neonato club.</p>
<p class="MsoNormal">In squadra c'è pure lo straniero: Jason Pollack, 26 anni, un
cooperatore umanitario americano. Per ora sono solo dieci i giocatori e bisogna
limitarsi al touch-rugby, per non parlare del fatto che non esistono altre
squadre e non si può organizzare nemmeno un torneo parrocchiale. Ma, come si
dice: l'importante è incominciare.</p>
<br clear="all"><br>-- <br><a href="http://blog.libero.it/tempodirugby">http://blog.libero.it/tempodirugby</a><br>(Massimo Coppa Zenari)<br>