<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML xmlns:o = "urn:schemas-microsoft-com:office:office"><HEAD>
<META http-equiv=Content-Type content="text/html; charset=iso-8859-1">
<META content="MSHTML 6.00.5730.13" name=GENERATOR>
<STYLE></STYLE>
</HEAD>
<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT color=#0000ff size=4>Questo l'articolo del <FONT
color=#800000>Mattino di PD</FONT> a firma di Federico Fusetti sull'Antica
Colonna, la mitica Osteria padovana ormai non più gestita da Sandro Marchetto
(ex pilone petrarchino pluriscudettato) che ha ceduto la propria
attività per motivi di salute. In quei locali sono passate generazioni di
rugbysti ed ha preso vita il <FONT color=#800000>XV della Colonna</FONT>,
selezione ad inviti che osò sfidare gli All Blacks.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Garamond size=4></FONT> </DIV>
<DIV>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN: 0cm 211.9pt 0pt 0cm"><STRONG><FONT
face="Arial Narrow">Si chiude un’epoca. Quella del rugby e della Colonna. E per
molti è un colpo duro da digerire. Per anni l’osteria di via Altinate è stata
sinonimo di palla ovale, un “covo” di giocatori e tifosi conosciuto, senza
esagerare, in tutto il mondo. Il locale, oggi molto frequentato da
professionisti e studenti, raffinato e familiare allo stesso tempo, rimane
dov’è, con tutti i suoi clienti. Ma da qualche giorno, dietro al bancone non c’è
più nemmeno Sandro Marchetto, che in quel locale ha passato un bel pezzo della
sua vita. Prima da appassionato, poi da giocatore, visto che il Petrarca ha
festeggiato anche lì tutti i cinque scudetti che ha vinto con la maglia da
pilone (tra il 1980 e l’87), infine da “oste”. L’Osteria Antica Colonna, in
origine, era stata aperta qualche metro più in là da Gino Gasparini negli anni
’70, imprenditore appena tornato da un periodo di lavoro in Germania. Tifoso e
amico del Petrarca, divenne per tutti “Gino della Colonna”, fino a fondare la
squadra “XV della Colonna” insieme ad altri dirigenti bianconeri. Una formazione
ad inviti che richiamava campioni da tutto il Veneto, e che affrontava
formazioni straniere di primo piano (pensate, un’osteria padovana che invita gli
All Blacks nel ’92, e che riempie il Plebiscito), tutto per beneficenza, per
sostenere la lotta alle leucemie. Sei anni fa, dopo la scomparsa di Gino, Sandro
Marchetto aveva rilevato il locale, mettendoci passione e professionalità, ma
ormai da tempo era la salute in cima ai suoi pensieri: “E’ stata la danza
classica a rovinarmi”, spiega con la battuta pronta, un suo marchio di fabbrica.
“Già un anno fa avevo ceduto l’attività ad un amico, ed ero rimasto lì solo a
collaborare. Le ginocchia hanno bisogno di una bella revisione, stare in piedi
tutto il giorno era ormai insostenibile. Ormai non avevo alternative, questo è
un lavoro bello, ma ci vuole fisico”. Una scelta sofferta, il rimpianto
principale di Sandro è proprio l’interruzione del legame col rugby. “Per quanto
mi riguarda ho qualche progetto per il futuro, ma prima ho bisogno di almeno tre
mesi per guarire. Con me finisce il connubio Colonna-rugby, e questo ha reso
molto più sofferta la scelta. Sono 25 anni che bazzicavo da quelle parti, e con
me tanti rugbisti padovani che negli anni d’oro avevano in via Altinate un punto
di riferimento”. Centinaia le cravatte appese ai muri, oltre a fotografie
storiche e quadri “ovali”. Sandro ha portato tutto con sé, ora li restituirà ai
legittimi proprietari. Tra loro, anche chi negli anni ’70 festeggiava così gli
scudetti del Petrarca: Gino allestiva tavolate chilometriche lungo via Altinate,
bloccando il traffico, mentre canti e risate si arrampicavano sui muri delle
case.</FONT></STRONG></P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN: 0cm 211.9pt 0pt 0cm"><o:p><STRONG><FONT
face="Arial Narrow"> </FONT></STRONG></o:p></P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN: 0cm 211.9pt 0pt 0cm"><STRONG><FONT
face="Arial Narrow">Federico Fusetti</FONT></STRONG></P></DIV></BODY></HTML>