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<DIV><STRONG><FONT face="Comic Sans MS" color=#000080 size=2>Cari
amici,</FONT></STRONG></DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Comic Sans MS" color=#000080 size=2>spero di farvi cosa
gradita inviandovi il copia incolla de IL MIO RICORDO DI DORO QUAGLIO apparso
oggi nei quotidiani del gruppo EPOLIS per i quali redigo settimanalmente una
nota di varia umanità.</FONT></STRONG></DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Comic Sans MS" color=#000080 size=2>Per chi volesse
scaricarsi in pdf l'originale, questo è l'indirizzo:</FONT></STRONG></DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Comic Sans MS" color=#000080><SPAN class=a><FONT
color=#008000><A href=""><FONT
size=2>www.il<STRONG>treviso</STRONG>.it</FONT></A><FONT
size=2>.</FONT></FONT></SPAN></FONT></STRONG></DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Comic Sans MS" color=#008000 size=2><SPAN
class=a></SPAN></FONT></STRONG> </DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Comic Sans MS" color=#000080 size=2><SPAN class=a>un
abbraccio a tutti</SPAN></FONT></STRONG></DIV>
<DIV><STRONG><FONT face="Comic Sans MS" color=#000080 size=2><SPAN class=a>gian
domenico</SPAN></FONT></STRONG></DIV>
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<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="COLOR: black"></SPAN> </P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="COLOR: black"></SPAN> </P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="COLOR: black"></SPAN> </P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="COLOR: black">DE VISU<?xml:namespace prefix = o ns =
"urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="COLOR: black"><o:p> </o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="COLOR: black">di Gian Domenico Mazzocato*<o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="COLOR: black"><o:p> </o:p></SPAN></P>
<P class=MsoBodyText style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><B
style="mso-bidi-font-weight: normal"><SPAN
style="FONT-SIZE: 22pt; COLOR: black">IL MIO RICORDO DI DORO
QUAGLIO</SPAN></B><B><SPAN
style="FONT-SIZE: 22pt; COLOR: black; mso-fareast-font-family: 'MS Mincho'"><o:p></o:p></SPAN></B></P>
<P class=MsoBodyText2 style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p> </o:p></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="mso-bidi-font-size: 10.0pt">Venerdì scorso avrei voluto con tutto il
cuore essere al Battaglini, lo stadio di Rovigo dedicato al grande Maci, il
campione che militò nella squadra della sua città, in Francia, poi a Treviso.
Uno dei tremila che hanno dato l’ultimo saluto a Doro Quaglio. Un grande
giocatore di rugby e, per me, un amico. Forse non una classe straordinaria, ma
un uomo tagliato giusto per stare su un campo con un pallone ovale. Umile e
generoso, bravissimo, azzurro come giocatore e come allenatore. Doro era un
punto fisso per i compagni, un lottatore nato. Non mollava mai. Riferimento
tecnico e soprattutto morale per i compagni e per gli amici, dentro al campo e
nella vita. Insomma un eroe per questo sport in cui puoi diventare leggenda
senza essere un fuoriclasse assoluto. Doro aveva il senso robusto del
sacrificio, voglia di mettere fatica, intelligenza, rischio personale quando gli
altri si lavavano le mani. Gli fui vicino in quel 1977 che fu forse l’anno più
burrascoso per la nostra nazionale. Gli azzurri persero col Marocco a Casablanca
una partita che avrebbero dovuto vincere a mani basse. Allo sbando, dirigenza
latitante e dilaniata da faide. C’era una squadra da raccattare dal fango e a
farlo si adattò proprio lui, Doro. Alla vigilia di un match fondamentale con
<?xml:namespace prefix = st1 ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:smarttags"
/><st1:PersonName w:st="on" ProductID="la Romania">la Romania</st1:PersonName>
nessuno aveva pensato a trovare un campo da allenamento. Doro fece l’ultima
preparazione sul verde di alcuni giardinetti pubblici. A Bucarest i suoi ragazzi
presero 69 punti, la peggior sconfitta di sempre. Fu il capro espiatorio,
naturalmente, e la sua vicenda di ct si consumò nel breve giro di pochi giorni.
Ma lui seppe essere sereno, guardare avanti. Venerdì scorso la sua bara di legno
di noce era sul punto in cui si incontrano la linea di centrocampo e la linea di
touche. Era quella la sua trincea, lì dove combatteva per conquistare un palla
appena uscita in fallo laterale. Era lì che lui faceva la differenza. Il vescovo
di Rovigo ha detto che, ad un campione del suo spessore umano, è santo e giusto
dare l’ultimo saluto in uno stadio. E due giocatori neozelandesi hanno intonato
l’haka, il canto guerriero dei maori che precede tutte le partite degli All
Blacks. Tommaso Reato, un giocatore, lo ha invitato a saltare ancora una volta
alto in touche, questa volta per prendere la mano del Padre. Lo pensiamo così,
Doro, in salto poderoso, per sempre con noi. <o:p></o:p></SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt; TEXT-ALIGN: justify"><SPAN
style="COLOR: black">* scrittore</SPAN></P>
<P class=MsoNormal style="MARGIN: 0cm 0cm 0pt"><o:p> </o:p></P></DIV>
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href="http://www.giandomenicomazzocato.it/">http://www.giandomenicomazzocato.it/</A><BR></DIV></FONT></STRONG></BODY></HTML>