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<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT><BR></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Mi ero ripromesso di non parlare piu' del rugby
beneventano in list per evitare futili polemiche e i confronti anche accesi con
un persona che mi conosce da 25 anni e che stimo vale a dire Franco Fiore,
che sulla gestione del rugby a Benvento la pensa diversamente da me. Pero' ora
sono venuti fuori due argomenti proposti dalla list stessa, Angelo chiede
chiarimenti e allora quattro righe (saranno di piu') le devo scrivere. In
primis: con Antonio Porcaro i mieri rapporti si sono interrotti anni fa quando
gli contestati che un capitano non puo' remare contro il suo allenatore per di
piu' pubblicamente. Il capitano in questione non era lui che pero' prese le
difese del giocatore in barba proprio ai valori di cui parla Ascantini
nell'Articolo che è sul sito dell'Air. Sulle sue competenze ad onor del
vero posso solo essere d'accordo. Un concetto non mi è chiaro: ma la squadra del
veneto in questione lo paghera' per i suoi servigi? Non è un dettaglio ma un
elemento importante. Perchè Antonio, il fratello Peppe e Franco Fiore sono gli
uomini del 'pane e frittata', del rugby iperdilettantistico... quindi se Antonio
predica in casa cio' che fuori non vale mi pare un paradosso.Sono certo che in
veneto ci andra' a gratis. </FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>La premessa era obbligatoria perchè a Benevento,
anzi nel Rugby Benevento, si sta consumando l'ennesima faida. C'è un presidente
in scadenza di mandato, colui che ha foraggiato la societa' negli ultimi anni,
colui che mettendo i soldi ha permesso al settore giovanile di vincere tre
scudetti, alla prima squadra di sfiorare i play off per il Top Ten e colui che
ha dato linfa alle casse della societa' che vorrebbe chiudere con il botto. Vale
a dire raggiungere un accordo con il Rugby Sannio per una squadra seniores fatta
prevalentemente di beneventani in grado di primeggiare. La maggioranza della
società è con lui, il Rugby Sannio è disponibile, ma i senatori si sono messi di
traverso. Per capire meglio in coda faccio un copia/incolla della sua
intervista sull'argomento per chi ha voglia di leggere. La cosa curiosa è
un'altra: i senatori hanno praticamente detto a Pedicini che se si fara' da
parte dovra' trovare un degno sostituto (in pratica chi mette i soldi) pero'
ovviamente a decidere vogliono essere sempre loro. Perchè si sono
messi di traverso? I motivi veri sono di carattere personali: piccoli screzi che
si sono ingigantiti con il tempo, il motivo fasullo dietro il quale si tricerano
è appunto il rischio di 'professionalizzare' il rugby, come se fosse una
jattura. Concetto quel del professionismo o dilettantismo professionale, proprio
del Rugby Sannio. Per chiarimeti sono disponibile, per il confronto pure
l'importante sono i toni. Sono cosciente del fatto che Franco ora se la
prendera' con me: ti prego solo di non trattarmi male :-P il momento è delicato
e persone come te dovrebbero remare in favore del rugby. Sei una persona
carismatica e la tua parola ha un peso. Se in list c'è anche Antonio potrebbe
intervenire e chiarire e perchè no contrabbattere. I tempi per una birra
chiarificatricce sono maturi da un pezzo. Anzi bisognerebbe comprare un fusto
alla spina e mettere attorno ad un tavolo una decina di persone per arrivare
subito alle conclusioni migliori. Spero di essere stato chiaro. </FONT></DIV>
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<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
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<P><FONT face="arial, helvetica, sans-serif" size=3>La svolta auspicata dal
presidente del Rugby Benevento Mennato Pedicini non c’è stata. L’assemblea dei
tesserati del sodalizio biancoceleste, tenutasi venerdì 22 febbraio alla Club
House del Pacevecchia, non ha ratificato il progetto di apertura all’esterno e
di collaborazione con le altre realtà della palla ovale sannita, di cui lo
stesso Pedicini si era fatto promotore. <BR>Certo, la situazione rimane fluida e
in movimento, in attesa che si celebrino le elezioni per il rinnovo del
consiglio direttivo del Benevento, programmate per il prossimo 5 giugno. Ma
nella riunione di venerdì scorso, molto partecipata e vivace, è emersa una forte
resistenza alle idee nuove e, forse, più consone alla realtà, che una parte
della dirigenza aveva proposto. E’ lo stesso Mennato Pedicini, che come da
statuto si è presentato dimissionario, insieme a tutto il consiglio direttivo, a
spiegarci cosa è successo in assemblea e i possibili scenari per il futuro.
<BR>Presidente, dunque nessun passo avanti sulla strada dell’apertura
all’esterno del Rugby Benevento? <BR>“Non abbiamo fatto passi avanti,
dall’assemblea è emerso con chiarezza che una parte della società vuole rimanere
ferma, non vuole aprirsi all’esterno. Si tratta di una parte, che peraltro mi
sembra minoritaria, che è rimasta legata al passato e che non riesce a guardare
al futuro e ad una condizione di collaborazione che secondo me è vitale per la
società stessa”. <BR>Emerge pessimismo dalle sue parole. <BR>“Non è pessimismo.
E’ semplicemente una presa d’atto di una situazione. Io ho esposto quella che è
la mia idea per il futuro di questa società, ma evidentemente non sono riuscito
a farglielo capire. E siccome ritengo che fare una forzatura in quella
situazione sarebbe stato esagerato, ho preferito fare un passo indietro”.
<BR>Presidente, che intende per forzatura? <BR>“Avrei potuto mettere in
votazione la mia proposta perchè la maggioranza la pensa come me e dunque
ritengo che avrei avuto la maggioranza. Ma in questo modo avrei spaccato la
società. Ma non mi sembra una scelta opportuna. Non posso certo puntare a
riunificare il movimento sannita spaccando il Rugby Benevento!”. <BR>Il futuro
di Mennato Pedicini quale sarà nel mondo del rugby? <BR>“Nel momento in cui mi
sono dimesso, non ho dato la mia disponibilità a ricandidarmi, ne come
presidente, ne come consigliere. E ci tengo a sottolineare, anche per smentire
voci che si stanno diffondendo, che io non ho alcuna intenzione di creare una
nuova società di rugby. Sarebbe una contraddizione grande per uno che cerca di
riunificare l’ambiente. Il mio intento adesso è solo quello di lavorare affinchè
il mio successore possa avere meno traumi possibili”. <BR>Ed il futuro degli
altri dirigenti, quelli che hanno sposato la sua proposta? <BR>‘’In assemblea
tutto il consiglio direttivo si è presentato dimissionario. Adesso non so se
altri amici che hanno condiviso le mie idee, daranno la disponibilità a dare il
loro contributo anche in futuro. Io sarei felicissimo se qualcuno di loro si
candidasse’’. <BR>Presidente Pedicini, è proprio sicuro che non fosse il caso di
forzare la mano e porre in votazione la sua proposta? <BR>“Si, di questo sono
sicuro. D’altronde non posso dimenticare che questa è una società che finora ha
dato risultati così come è strutturata. Certo, il mio rammarico è forte, perchè
sono sempre più convinto che il ragionamento avviato con l’Union Sannio era
foriero di grandi novità per tutto il movimento. A breve ci saranno delle
scadenze importanti, come la questione del centro tecnico Bios, o del passaggio
degli under 20 in prima squadra, situazione che sarebbe stato molto meglio
affrontare con un ambiente compatto”. <BR>Nel corso dell’assemblea ci sono stati
molti interventi e sono state esposte molte idee. Che cosa le è dispiaciuto di
più di quanto ascoltato in quella sede? <BR>“In effetti il dibattito è stato
molto vivace e partecipato. Quello che non riesco a capire è il ragionamento di
chi continua a mettere dei paletti, e di chi ribadisce con insistenza “io sono”,
“io ho fatto”. Credo che chi la pensa così non abbia futuro. A meno che non si
abbia l’idea di organizzarsi diversamente, facendo un rugby diverso e caso mai
accontentarsi di giocare in categorie inferiori. Io il futuro del rugby lo vedo
in maniera diversa”. <BR>Questa situazione crede che possa avere un influsso
negativo sulle residue speranze della prima squadra? <BR>“Questo non lo credo.
Anzi, questa domanda mi consente di fare una ulteriore riflessione: il futuro di
questa società se lo costruiscono prevalentemente i giocatori. E visto che
all’assemblea erano presenti tutti i giocatori della prima squadra, mi ha
lasciato perplesso che nessuno di loro sia intervenuto nel dibattito. Comunque,
ritornando al campionato, credo che per raggiungere un traguardo bisogna
crederci e bisogna lottare fino in fondo per ottenerlo”.</FONT>
</P></DIV></BODY></HTML>