<html><head><style type="text/css"><!-- DIV {margin:0px;} --></style></head><body><div style="font-family:times new roman, new york, times, serif;font-size:12pt"><DIV></DIV>
<DIV>Meglio lasciar perdere il discorso doping. Tutti ne parlano male, tutti lo condannano ma sono decenni che gli atleti (?) ne fanno ricorso.</DIV>
<DIV>Il problema grave è che, purtroppo, i professionisti ed i giocatori (ma vale per tutti gli sport) di alta fascia se ne fanno uso lo fanno sotto controllo medico (salvo poi abusarne come fanno gli agricoltori con i diserbanti che li utilizzano "un tant al toc"), mentre i dilettanti li usano solo a casaccio.</DIV>
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<DIV>Il fatto è che il doping è come la tossicodipendenza: condanniamo i "drogati" ma in Afghanistan un intero paese campa sui campi di papavero.</DIV>
<DIV>Il caso Pantani insegna: scorretto è l'atleta che si fa beccare....</DIV>
<DIV>Intanto le case farmaceutiche fanno fatturato.</DIV>
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<DIV>Se però vogliamo proprio dirla tutta, noi accusiamo e condanniamo gli atleti "dopati" ma quanti di noi "si fanno" di aspirina, tranquillanti, antiffiammatori, analgesici e quanto altro per non perdere giornate di lavoro od anche soltanto una serata con una bella figliola? Certo, questi farmaci sono legali ma è il principio del loro utilizzo che non è corretto. Spesso, poi, i problemi ai reni od al fegato ce li hanno le persone comuni molto più degli atleti.</DIV>
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<DIV>Detto questo, guardando le muscolature di tutti i giocatori del mondo, le soluzioni sono due: o sono tutti dopati o sono gli allenamneti scientifici e costanti che vengono regolarmente svolti. Teniamo anche conto che spesso si tratta anche solo di un'impressione in quanto, soprattutto tra i giocatori di mischia, non sono tanto i muscoli ad essere aumentati ma la ciccia ad essere diminuita....</DIV>
<DIV><BR> </DIV>PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
<DIV></DIV><BR><BR>
<DIV>Salvatore Messina
<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: times new roman, new york, times, serif"><BR><BR>
<DIV style="FONT-SIZE: 12pt; FONT-FAMILY: times new roman, new york, times, serif">----- Messaggio originale -----<BR>Da: Alberto Bertolazzi <a.bertolazzi@whitestar.it><BR>A: rugbylist@rugbylist.it<BR>Inviato: Martedì 11 marzo 2008, 9:26:56<BR>Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Chi gà vinto?<BR><BR>Il discorso "dove andrà il rugby" mi sta molto a cuore. Un po' perché <BR>superati i quaranta sono diventato nostalgico: come quasi tutti quelli <BR>che "scollinano", incomincio a pensare che il meglio è alle spalle e <BR>quello che verrà sarà peggio.. Un po' perché calcio e footbal americano <BR>sono due esempi che mi fanno paura. Dove vanno a finire i valori, che <BR>nel rugby come in pochi altri sport sono legati strettamente al <BR>piacere di giocare, quando contano solo i soldi? Ma soprattutto: <BR>quando l'obiettivo non è più il play ma il display, i valori non <BR>diventano una palla al piede? Per
fare un esempio: chi ci dice che ai <BR>massimi livelli i giocatori non si dopino già per aderire meglio al <BR>nuovo concetto di rugby-spettacolo-fabbrica di soldi? Non avete il <BR>sospetto che con il solo lavoro pulito sarebbe difficile per un <BR>seconda linea di due metri per centoventi chili correre come un <BR>centometrista tutta la partita? E i muscoli di Dan Carter, che cinque <BR>anni fa pesava 78 chili e adesso pesa 90, sono prodotti dai bilancieri <BR>e da una volontà di ferro, o da qualche aiutino?<BR></DIV><BR></DIV></DIV></div><br>
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La web mail più usata al mondo.</body></html>